Che fare quando il mondo è in fiamme? ⋅ Un film di Roberto Minervini

Il suono di una voce femminile decisa e insistente. Il ritmo delle parole e delle pause. Una strada desolata percorsa da due ragazzi afroamericani. Persone che vivono sotto un ponte accudite dalle Black Panthers. Un bar frequentato solo da neri. Potremmo continuare a lungo con questa lista. Si tratta, infatti, del panorama ambientale, sociale e umano che rappresenta il territorio all’interno del quale si è mosso con grande proprietà espressiva il regista italiano Roberto Minervini nel film What You Gonna Do When The World’s On Fire? (Che fare quando il mondo è in fiamme?)

Siamo a New Orleans, la città dell’uragano Katrina e degli omicidi di afroamericani compiuti dalla Polizia, lo spazio metropolitano che prova come, ancora oggi nel 2018, negli Stati Uniti d’America le questioni della differenza di classe e del razzismo non siano state ancora risolte. Per niente.

Roberto Minervini

Minervini si avvicina a questo universo con notevole intelligenza registica e dopo un lavoro di preparazione che gli ha permesso di inoltrarsi con la sua troupe in quartieri dove sarebbe stato molto difficile muoversi con libertà. Non c’è la minima traccia di “colonialismo artistico” in questo film in cui tutto è tanto ultra-realistico quanto incredibile, se pensiamo che è girato nel Paese che si presume essere una grande democrazia e il più potente e moderno del mondo.

Il regista segue i protagonisti con una macchina da presa sempre presente, molto vicina ai volti e ai corpi. Cerca di cogliere istanti di tensione e sentimenti, emozioni improvvise e momenti di riflessione, tra condivisione del dolore e istinto di fratellanza. Ma quello di Minervini non è puro , arido, documentarismo, l’autore non risponde a una logica di asettica registrazione di fatti e parole, compie niente altro che un vero e proprio atto d’amore (non melenso, però) che intende come sostenuto nelle note di regia: “suscitare un dibattito”.

Roberto Minervini

L’impressione che ha lo spettatore è di poca speranza nei riguardi del cambiamento (anzi nulla). I problemi che tutti i “personaggi” mettono in campo sembrano ancora quelli di cui gli afroamericani soffrivano più di cento anni fa. Hanno ancora bisogno di difendersi dal Ku Kux Klan e da razzisti che disegnano svastiche sugli alberi delle loro strade. Evidentemente, anche l’avvento di un Presidente di origine africane (Barack Obama), verso il quale si nutrivano grandi speranze, non è riuscito a far mutare la situazione. Figuriamoci quello che sta succedendo con l’amministrazione attuale.

Roberto Minervini, come già detto, non si limita a raccontare una storia significativa e centrale nel mondo contemporaneo, visto che ci ritroviamo ancora incredibilmente a parlare di razzismo negli USA. Ciò sarebbe stato fin troppo facile. La statura artistica del film, infatti, diviene alta (molto) grazie alle modalità estetiche e stilistiche adottate dal cineasta, sempre in grado, anche grazie a un uso di un bianco e nero mai banale, di tirar fuori dalle storie più terribili e dai soggetti più tragici fattori poetici che donano senso profondo a tutta questa operazione produttiva e autoriale.

© CultFrame 09/2018 – 05/2019

Film presentato alla 75. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Il regista Roberto Minervini segue con la sua macchina da presa alcuni cittadini afroamericani di New Orleans i quali combattono per il rispetto dei diritti civili e democratici e contro il razzismo che tutt’ora è presente in grandi aree degli USA.

CREDITI
Titolo: Che fare quando il mondo è in fiamme? / Titolo originale: What You Gonna Do When The World’s On Fire? / Regia: Roberto Minervini / Montaggio: Marie-Hélène Dozo /  Interpreti: Judy Hill, Dorothy Hill, Michael Nelson, Ronaldo King, Titus Turner, Ashley King, Kevin Goodman, The New Black Panthers Party for Self DefenseProduzione: Okta Film, Pulpa Film , Rai Cinema / Paese: Italia, Usa, Francia / Durata: 123 minuti

SUL WEB
Filmografia di Roberto Minervini
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito

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