The first 54 years ⋅ An abbreviated manual for military occupation ⋅ Un film di Avi Mograbi

“Così è nato The Manual, perché ho capito che queste testimonianze che erano legate luna con laltra, stavano segnalando alcuni metodi, alcuni meccanismi e approcci che avevano determinati obiettivi. Tutto ciò non veniva fatto per torturare i palestinesi nei territori occupati. Nessuno ha pensato che questo possa essere lo scopo principale delloccupazione, quanto piuttosto far capire alla popolazione che non esistono alternative.”

Sono parole del regista Avi Mograbi dall’ultima edizione della Berlinale, dove era stato presentato il suo nuovo film The first 54 years. An abbreviated manual for military occupation.

Il film è passato da poco anche al Festival di Torino 2021 ed è in attesa di trovare una distribuzione in Italia. Credo invano, come d’altronde quasi tutta la produzione di questo regista israeliano. Eppure, il tema dell’opera è estremamente caldo e in più una ironia innata del regista rende The first 54 years un film     veramente unico nel panorama documentaristico.

Il film nelle sue quasi due ore racconta gli ormai cinquantaquattro anni di occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania, un dramma storico che ha sparso sangue e che non sembra destinato a cessare, anche se spesso, tendiamo a ignorarlo più per stanchezza che per vera e propria ignoranza. La novità, però, arriva attraverso le intenzioni del regista di non piegarsi alle regole di un documentario un po’ piagnucoloso e serioso ma nel creare una specie di parodia “pedagogica”, una guida “pratica” su come raggiungere il dominio territoriale e ottenere il trasferimento della popolazione. Il tutto come se si trattasse di un tutorial di cucina.

Infatti, Mograbi va oltre una certa spettacolarizzazione, come immagini dei conflitti o riprese degli insediamenti, per lasciare spazio alla creazione di una ragnatela di sorveglianza a vista, paranoia e intimidazione senza precedenti.

Quello che colpisce, infine, in questo The first 54 years e che gli intervistati espongono fatti e dettagli dei momenti più controversi dell’occupazione, in modo genuino e spontaneo, o almeno sembra così. Le esposizioni sono piene di sospensioni e lasciano trasparire, in alcuni casi, momenti di sconforto o di incomprensione comportamentale soprattutto tra le frange più giovani.

Questo meccanismo viene costruito attraverso il racconto di ben trentotto soldati israeliani, tutti selezionati grazie a moltissime interviste tratte dagli archivi dell’organizzazione Breaking the Silence, un gruppo legato alle Forze di Difesa Israeliane, creato in modo che i suoi soldati possano informare il pubblico sulle condizioni nei territori. Un coro greco che attraverso anche l’ingenuità dei soldati cerca di creare una macchina di guerra senza bombe o fucili, dimostrando così agli occupati l’ineluttabilità del loro destino.

Ennesima testimonianza sul fatto che per questa guerra ancora non si veda la luce in fondo al tunnel. E che i modi con cui viene combattuta sono infiniti.

© CultFrame 12/2021

TRAMA
Cinquantaquattro anni. Tanti sono quelli trascorsi da quando l’esercito israeliano ha occupato i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Sono “i primi”, perché dal 1967, e ancora oggi, è estremamente difficile leggere il contesto e capire se la presa, reale e psicologica, si allenterà o meno. Il regista Avi Mograbi riflette sulle strategie militari necessarie all’occupazione di un territorio straniero.

CREDITI
Titolo originale: The first 54 years. An abbreviated manual for military occupation/ Regia: Avi Mograbi/ Sceneggiatura: Avi Mograbi/ Fotografia: Philippe Bellaiche, Tulik Galon / Montaggio: Avi Mograbi/ Interpreti: Avi Mograbi (Narratore) e Zvi Barel/ Produzione: Les Films d’Ici / Anno produzione: 2021 / Paese: Israele, Fra, Ger/ Durata: 110 minuti

SUL WEB
Filmografia di Avi Mograbi

 

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