Vidblysk (Reflection) ⋅ Un film di Valentyn Vasyanovych ⋅ 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ⋅ Concorso

A due anni di distanza dalla vittoria della sezione Orizzonti ottenuta con Atlantis (2019), il regista ucraino Valentyn Vasyanovych è stato ‘promosso’ nel Concorso principale della Mostra 2021 con il suo lungometraggio successivo, un’opera che ha molti tratti in comune con la precedente. Tanto dal punto di vista tematico che da quello formale, Vidblysk (Reflection) prosegue difatti una ricerca che ha l’intento primo di dare una certa, intensa e rigorosa, rappresentabilità a un paese stremato dalle guerre con la Federazione Russa per il controllo di Crimea e Donbass e da un passato sovietico e post-sovietico che sembra avere lasciato in eredità solo odio, degrado, miseria.

Estremizzando (o almeno c’è da sperarlo!) le conseguenze del conflitto ancora in corso tra Ucraina e Russia, in Atlantis si raffigurava l’Ucraina del 2025 quale un mondo post-apocalittico attraversato da militari e reduci traumatizzati a rischio continuo di saltare su una mina o di incontrare un cecchino, oltre che da volontari intenti a disseppellire e identificare cadaveri. In Vidblysk (Reflection), le sequenze più disperate e violente hanno ancora maggiore forza perché il film è ambientato nel 2014, nelle fasi iniziali di quel conflitto, che sono quindi storicizzate e purtroppo documentate in tutta la loro terribile brutalità da un giornalista incarcerato per oltre due anni dalle truppe filorusse. Tuttavia, come da titolo, ciò che vediamo è al contempo un “riflesso” (cinema di finzione) e una “riflessione” (profonda anche quando mette in scena gli atti più crudeli) sull’essere umano e sulle questioni eterne del male e della colpa.

Per mostrare territori feriti e uomini erranti lungo confini contesi, Vasyanovych ha affinato una visione cinematografica ben definita dove domina l’uso mirabile del quadro: entrambi i suoi ultimi film sono costruiti pressoché per intero di piani sequenza a camera fissa, coreografie chirurgiche dove profondità di campo e fuori campo vengono sempre accortamente ponderati. Come in Atlantis, anche qui la camera si muove soltanto in momenti di drammaticità particolare, per pedinare un personaggio fino ad allora osservato a distanza. Ma, più sovente, chi guarda si trova imprigionato di fronte all’orrore dalla fissità raggelata del dispositivo adottato da un autore che è anche direttore della fotografia e montatore.

Pian piano, però, le immagini si fanno sempre più pregne di significati ulteriori, e grazie alla relazione con la figlia, alle loro esperienze (le prime, per l’adolescente) del dolore e della morte, la vita e l’interrogazione continua che questa porta con sé si fanno spazio nella parabola del protagonista e lasciano intravedere un’ipotesi di futuro (come accadeva in Atlantis, sospeso tra speranza e rassegnazione). Non si tratta però, e lo dimostra il susseguirsi stilisticamente immutato dei quadri e dei simboli inquietanti, di un futuro in cui la guerra e i suoi fantasmi si dissiperanno per sempre ma in cui, come scriveva Calvino, non resta che “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

© CultFrame 09/2021

TRAMA
Serhiy è un medico chirurgo ma ciò non lo risparmia dalla cattura e dalla prigionia durante il conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014. Tenuto in vita per dare assistenza durante le torture perpetrate ai suoi compatrioti ed essere scambiato con altri prigionieri, il protagonista ritorna poi alla sua vita di sempre, cercando di prendersi cura della figlia adolescente e dell’ex moglie il cui compagno non è invece mai tornato dal fronte.

CREDITI
Regia: Valentyn Vasyanovych / Sceneggiatura: Valentyn Vasyanovych / Montaggio: Valentyn Vasyanovych / Fotografia: Valentyn Vasyanovych / Scenografia: Vladlen Odudenko / Costumi: Elena Garmanenko / Interpreti: Andriy Rymaruk, Ihor Shulha, Nadia Levchenko, Nika Myslytska, Roman Lutskyi / Paese, anno: Ucraina, 2021 / Produzione: Arsenal Films, Forefilms / Distribuzione internazionale: New Europe Film Sales / Durata: 125 minuti

SUL WEB
Filmografia di Valentyn Vasyanovych
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

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