Wasp Network ⋅ Un film di Olivier Assayas ⋅ 76. Biennale Cinema di Venezia ⋅ Concorso

Dieci anni dopo Carlos, Olivier Assayas, “il meno francese dei registi francesi”, torna in America Latina per raccontare una spy story tratta dal libro The Last Soldiers of the Cold War. The Story of the Cuban Five di Fernando Morais. Libro e film ricostruiscono la vicenda realmente accaduta dei cosiddetti “cinque di Cuba”: chi non conosce questa formula e questa vicenda storica apprezzerà l’illusionismo imbastito dalla sceneggiatura che per i primi quaranta minuti di film traveste le reali intenzioni di alcuni suoi personaggi per poi smascherarle. Come lo spionaggio, anche il cinema è un (doppio) gioco di inganni e Assayas non manca di ricordarcelo, qui come già nel precedente, e assai più riuscito, Il gioco delle coppie il cui titolo originale era, significativamente, Doubles vies.

La vicenda è ambientata nell’arco degli anni Novanta tra Cuba e gli Stati Uniti e si impernia sulla figura di René, interpretato dallo stesso Édgar Ramirez che aveva vestito i panni di Carlos, un pilota militare cubano, che un giorno sequestra un velivolo della sua base militare e si stabilisce a Miami lasciando la moglie Olga – interpretata da Penélope Cruz – e la figlia Irma. Quando la donna apprende la notizia, resta sconvolta e sorpresa: lei, che ama ed è riamata dal marito, è stata abbandonata senza una parola. Lei, che è una “luchadora”, una lottatrice, che crede nella rivoluzione e pur di dare il proprio contributo si spacca la schiena per quattro soldi in una conceria, si scopre moglie di un traditore controrivoluzionario.

Olivier Assayas

Nel frattempo, arrivato a Miami, René, che è nato negli Stati Uniti e dunque non ha neppure bisogno di richiedere asilo politico, prende subito contatti con un’organizzazione anticastrista in esilio di nome “Brothers to the rescue”, definita dal suo capo José Basulto, “un’organizzazione umanitaria e militante”. Questa, infatti, si dedica, tra le altre cose, a intercettare via aria e via mare le imbarcazioni di fortuna con cui i migranti cubani cercano di raggiungere le coste statunitensi per portarle in salvo. Tale circostanza mette in moto un corto circuito, un’associazione di immagini e di idee spaesante con il nostro presente e con quelle navi effettivamente umanitarie come Seawatch o Iuventa che solcano il Mediterraneo per prestare soccorso a chi tenta di raggiungere i porti europei. Basulto persegue in realtà scopi tutt’altro che umanitari, così come non è democratico quel Partido Democratico de Unidad Nacional a cui è legato, che finanzia il narcotraffico e sostiene azioni terroristiche.

Assayas non pare pienamente a suo agio con i codici del genere spionistico e tuttavia percorre anche la strada spettacolare con alcune ambiziose scene aree girate grazie al sostegno logistico fornito alla produzione dall’esercito cubano. In questa cornice storico-politica, un ruolo di primo piano è attribuito alle relazioni di coppia e al conflitto tra militanza e vita privata, agli enormi sacrifici personali che chi crede in una causa politica è disposto a fare. Il tema emergeva già in Qualcosa nell’aria ma qui il dramma è ancora più profondo e, data l’ambientazione, viene da pensare al dissidio tra amore e rivoluzione vissuto dai protagonisti reali di questa vicenda così come, molti anni prima, da Ernesto Che Guevara, una storia raccontata per esempio da Srecko Horvat nel suo libro La radicalità dell’amore. Desiderio e rivoluzione.

Alla rivoluzione ma soprattutto al desiderio di autodeterminazione del popolo cubano contro l’embargo statunitense che ha strozzato l’economia e la vita dell’isola, Assayas rende omaggio riproponendo la sequenza di una intervista televisiva a Fidel Castro rilasciata a fine anni Novanta in occasione dell’arresto dei membri della rete di contro-spionaggio castrista Wasp Network: “è incredibile che il paese più spiato al mondo sia oggetto di accuse di spionaggio da parte del paese che più spia al mondo”.

© CultFrame 09/2019

TRAMA
Nei primi anni Novanta, René González lavora come pilota nell’aviazione cubana. Un giorno prende possesso di un velivolo e lascia l’isola, dove ha moglie e figlia, per stabilirsi negli Stati Uniti. Giunto a Miami, inizia a collaborare con un’organizzazione anticastrista in esilio. Per la sua famiglia rimasta a Cuba, affrontare l’abbandono e l’onta del tradimento non è semplice ma la realtà è più complicata di come appare.

CREDITI
Titolo: Wasp Network / Regia: Olivier Assayas / Sceneggiatura: Olivier Assayas (tratta dal libro Last soldiers of the Cold War di Fernando Morais / Fotografia: Yorick Le Saux, Denis Lenoir / Montaggio: Simon Jacquet / Interpreti: Penélope Cruz, Édgar Ramírez, Gael García Bernal, Ana de Armas, Leonardo Sbaraglia, Wagner Moura / Produzione: RT Features, CG Cinéma, Nostromo Pictures, Wasp Network AIE, Scope Pictures / Distribuzione: BIM / Paese: Francia, Brasile, Spagna, Belgio, 2019 / Durata: 125 mins.

SUL WEB
Filmografia di Olivier Assayas
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
BIM Distribuzione

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