Gloria Mundi ⋅ Un film di Robert Guédiguian ⋅ 76. Biennale Cinema di Venezia

Nel presentare Gloria Mundi alla stampa, Robert Guédiguian ha dichiarato: “Ho sempre pensato che il cinema avesse il compito di commuoverci, talvolta presentandoci esempi di come il mondo potrebbe essere, talvolta mostrandoci il mondo per come è…”. Il suo film questa volta percorre la seconda strada fornendo un affresco di un mondo popolare razzista e meschino, indurito dalla morsa della crisi, incapace di solidarietà. Se i padri e le madri hanno tentato di costruire un mondo migliore e hanno fallito, la generazione dei trentenni è incolta, senza morale, senza punti di riferimento, senza sogni, senza immaginazione: fa i salti mortali per vivacchiare ed insegue la “riuscita” economica con ossessiva stolidità lasciandosi ingannare dal darwinismo sociale di un presidente della Repubblica che incita all’auto-imprenditoria e divide il mondo in vincenti e perdenti.

Il regista marsigliese ritrae qui i poveri come personaggi deboli, negativi, gretti, compresa l’intramontabile Ariane Ascaride nei panni di Sylvie, una donna delle pulizie che lavora in ospedali o sulle grandi navi di notte e si rifiuta di scioperare con i colleghi e le colleghe che si battono contro lo sfruttamento. In questo panorama umano sconfortante, fanno eccezione i personaggi interpretati dagli attori feticcio Gérard Meylan e Jean-Pierre Darroussin, rispettivamente primo e secondo marito di Sylvie. Darroussin è Richard, un autista di autobus che l’ha sposata quando lei è rimasta sola con una bambina a carico dopo l’arresto del primo marito Daniel e con lei ha avuto una seconda figlia. Meyland è Daniel, finito in galera per l’assassinio di un uomo che aveva aggredito un suo amico.

Robert Gudiguian

Il film si apre con la scena del parto che mette al mondo Gloria, figlia di Mathilde, primogenita di Sylvie e Daniel, e tutti i cuori sono infusi di speranza e di coraggio per il futuro. Pochi giorni dopo la nascita della nipotina Gloria –  “le abbiamo dato il nome della protagonista di un film che abbiamo visto in tv” – Daniel viene scarcerato e si reca da Sylvie per una riunione di famiglia. Genitori e nonni della bambina attraversano un periodo di gravi difficoltà economiche e tentano tutte le strade ma senza successo. Un aiuto potrebbe venire dalla sorella di Mathilde che con il marito tiene un florido commercio di oggetti in conto vendita che prospera sulle spalle dei più deboli e sta per aprire un nuovo negozio. Ma come tutti i parenti arricchiti, questi sono egoisti e vendicativi e non ne vogliono sapere di solidarietà.

Tra delusioni, tradimenti, ripicche e violenze, non c’è tregua alle brutture e all’abbrutimento di questa umanità allo sbando: le poche scene di pace e di poesia sono quelle in cui Daniel passeggia per Marsiglia con Sylvie o con la carrozzina, riprendendo contatto con la città – “i bassifondi attorno al porto non sono cambiati da quando mi hanno arrestato, fanno sempre schifo” – e scrivendo haiku. I tempi che corrono sono rappresentati dal regista all’altezza della loro volgarità, ma l’impressione è che le storie dei giovani siano un pretesto per mostrare soprattutto gli anziani, che gli interessano di più e che capisce meglio. La vera passione di Guédiguian sono i suoi attori storici e ogni film è un modo per ricreare la magia di riunirli sullo schermo, di sedersi a tavola con loro, di passeggiargli accanto.

Ci sono in Gloria Mundi due scene che sono un po’ l’una lo specchio dell’altra: la prima è quando Richard e Daniel alla finestra attendono Sylvie che torna dal lavoro, lei arriva e Daniel la vede per la prima volta dopo vent’anni. La seconda è quando Sylvie accompagna Daniel a fare un bagno al mare, lui esce dall’acqua ed è attraverso gli occhi di lei che (ri)scopriamo quel corpo amato che dev’essere molto cambiato negli anni di detenzione. In queste rifrazioni di sguardi i due si scoprono ancora innamorati l’uno dell’altra. Il vero film è questo.

© CultFrame 09/2019

TRAMA
A Marsiglia una famiglia festeggia la nascita della piccola Gloria. Ai genitori e ai nonni materni si aggiunge presto il vero padre della neo-mamma, uscito dal carcere dopo vent’anni di detenzione.

CREDITI
Titolo:  Gloria Mundi / Regia: Robert Guédiguian / Sceneggiatura: Serge Valletti, Robert Guédiguian / Montaggio: Bernard Sasia / Fotografia: Pierre Milon / Musica: Michel Petrossian / Interpreti: Ariane Ascarid , Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin, Lola Naymark, Grégoire Leprince-Ringuet / Paese: Francia, Italia, 2019 / Produzione Ex Nihilo, AGAT Films & Cie / Durata: 147 minuti

SUL WEB
Filmografia di Robert Guédiguian
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

 

0 Shares: