Unas preguntas ⋅ Un film di Kristina Konrad

“Posso chiederle una cosa?” Alla fine degli anni Ottanta, una sedicente troupe televisiva svizzera guidata dalla regista Kristina Konrad decise di interpellare i cittadini della capitale Montevideo e di altre comunità uruguagie a proposito del referendum che doveva esprimere un parere popolare su di una questione tutt’altro che insignificante per il Paese: si trattava di ratificare o meno la legge che concedeva l’amnistia alle forze dell’ordine colpevoli di crimini durante la lunga stagione della dittatura che governò l’Uruguay dal 1975 al 1985.

Come ha fatto in parte anche la sua collega austriaca Ruth Beckermann in Waldheims Walzer, Kristina Konrad si è riappropriata di immagini rimaste finora inedite e realizzate da lei stessa più di trent’anni fa con una camera U-matic. Unas preguntas nasce dal ritrovamento di queste cassette che in apparenza ci vengono riproposte una dopo l’altra, con qualche taglio, con e senza la banda audio, in ordine cronologico. Il film ha però una struttura ben meditata che nasce dalla selezione di un’ingente quantità di materiali, e ciò è evidente sin dall’apertura con alcune sequenze che portano lo spettatore nelle strade della capitale e nel suo contado alla vigilia delle ultime fasi della lunga campagna referendaria del 1987; una campagna condotta attraverso grandi manifestazioni liberatorie per un popolo che aveva sofferto tanti anni il regime, un esercito e una polizia macchiatisi di ogni violenza e violazione dei diritti umani, e che dava voce alle proteste nate dall’indignazione per una legge che voleva assolverne le colpe.

Inoltre, le immagini girate dalla regista con due sue amiche e collaboratrici, vengono oggi alternate agli spot televisivi dell’epoca, una scelta che consente di restituire perfettamente i colori e la temperie di un momento fondamentale della storia dell’Uruguay e cruciale per l’affermarsi a livello planetario (Sud America compreso) di un immaginario mediatico dominante di provenienza nordamericana. Nel rivedere la serie di spot per l’abrogazione della legge sull’impunità costruiti sulle note della hit del 1987 “La Bamba”, trasformata per l’occasione in “Vota verde”, non può che venire in mente No. I giorni dell’arcobaleno  (2012) di Pablo Larraín che racconta (in forma di fiction) una storia analoga, quella del referendum popolare promosso in Cile in quegli stessi anni, nel 1988, per non concedere un nuovo mandato presidenziale al generale Pinochet.

Kristina Konrad

Presentato alla Berlinale, al Cinéma du Réel e nella sezione “Da terra à lua” del Doclisboa 2018 per poi arrivare in Italia al 36° TFF, il film di Konrad è dunque un gesto archeologico e politico che nella sua durata di quasi quattro ore rende percepibile la fatica della costruzione – mai compiuta – di una società democratica che molto dipende da una libera informazione e dalla possibilità concreta di formarsi un giudizio critico rispetto alla propaganda del potere. Ciò emerge chiaramente dalle risposte a un’inchiesta nella quale per vincere la diffidenza dei passanti che potevano non voler dichiarare il proprio voto veniva spesso domandato: “Cos’è la pace per lei?” Il concetto di pace era infatti adoperato da entrambe le parti in causa, risultando di frequente scisso se non opposto a quello di “giustizia”. Le interviste, che si tramutano sovente in dibattiti pubblici, mostrano un paese diviso in cui appare più lucido chi per età o estrazione sociale (ad esempio chi vive lontano dal piccolo schermo) subisce di meno la propaganda radiotelevisiva governativa e la confusione diffusa in parte volontariamente tra i messaggi che invece avrebbero dovuto aiutare a far chiarezza negli elettori.

Chi non conosca il responso ufficiale delle urne di quel fatidico 16 aprile 1989, seguirà con suspence crescente la seconda parte del film e il suo finale amaro, immerso in una notte piovosa specularmente antitetica all’incipit solare di Unas preguntas. Ma ciò che è importante – e ciò che Konrad ha deliberatamente provocato con la sua camera – è il riattivarsi di un processo democratico, ancor più importante di un qualsivoglia esito elettorale che non è mai dato una volta per tutte.

© CultFrame 11/2018

Un film presentato al 36° Torino Film Festival

TRAMA
In Uruguay, pochi anni dopo la fine di una lunga dittatura militare, una troupe televisiva intervista i passanti chiedendo loro di esprimersi sullo stato di salute del Paese e sulla legge che concede l’amnistia ai militari colpevoli di crimini durante quegli anni bui. Un referendum abrogativo richiesto nel 1987 avrà infine luogo solo il 16 aprile 1989. Su quale modello di pace e di convivenza civile si potrà fondare la nuova democrazia uruguaya?

CREDITI
Titolo originale: Unas preguntas / Regia: Kristina Konrad / Sceneggiatura: Kristina Konrad / Interpreti: Graciela Salsamendi, María Barhoum / Fotografia: Kristina Konrad / Montaggio: René Frölke / Produzione: Kristina Konrad / Germania-Uruguay, 2018 / Durata: 237 minuti

SUL WEB
Filmografia di Kristina Konrad
Torino Film Festival – Il sito

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