A ciascuno il proprio abisso ⋅ The Fall (Prima, seconda e terza stagione)

“Tutto quello che è interessante accade nell’ombra, davvero. Non si sa nulla della vera storia degli uomini”, l’affermazione di Louis Ferdinand Céline sembra cucita addosso a una personalità complessa e sfuggente come quella di Paul Spector (Jamie Dornan), l’assassino protagonista di The Fall. Non è certo un maligno spoiler il nostro poiché questa serie svela, fin dalla puntata pilota, il volto e il nome del killer con il quale il detective sovrintendente Stella Gibson (Gillian Anderson) ingaggerà una caccia spietata.

Arrivato alla terza stagione, ancora in onda su Sky Atlantic, The Fall nasce da un’idea di Allan Cubitt qui nella tripla veste di creatore, sceneggiatore e regista ed è stato trasmesso sulla BBC Two in Gran Bretagna e su RTÉ in Irlanda dal 2013. Inizialmente Cubitt aveva previsto soltanto 12 episodi, da declinare in due stagioni, ma ha successivamente dato seguito alla storia scrivendone una terza che dovrebbe giungere all’epilogo definitivo, nonostante si facciano sempre più insistenti i rumors intorno alla possibilità di realizzarne una quarta.

Ma procediamo con ordine. Siamo nel maggio del 2013 quando va in onda il pilot di The Fall che già nel nome (la caduta) ha in nuce tutta la potenza drammatica della vicenda. Quella alla quale assisteremo, infatti, è una vera e propria rovinosa discesa agli inferi di una psiche che definire “malata” sarebbe riduttivo poiché Spector con questa inquietante corrispondenza nel nome – Spector/specter/spettro – è qualcosa di più di un “semplice” serial killer o, almeno, di diverso. E’ pressoché un fantasma, appunto, che sa muoversi silenziosamente, insinuarsi nelle case delle sue vittime (solo donne giovani, in carriera e dai lunghi capelli scuri), per strappar loro il respiro stringendole alla gola e poi prendersene persino cura, lavandole delicatamente, dipingendo le unghie di rosso per poi adagiarle sul letto come in un sonno (eterno) di bellezza. Non profana i corpi ma, al contrario, li contempla come a trasformare la sua mano assassina in una delicata piuma che si posa sulle membra chiare e marmoree delle sfortunate prescelte.

The Fall

“Lo strangolatore di Belfast”, come la stampa lo definirà, è nella sua vita quotidiana un marito e un padre affettuoso che svolge un lavoro assai delicato: è specialista nel sostegno dell’elaborazione del lutto. Un mestiere che richiede una naturale empatia nonché una buona dose di equilibrio emotivo, caratteristiche che sembrano assurdamente scontrarsi con la pratica dell’omicidio alla quale Paul si dedica con una certa perizia. Sembrano, appunto, poiché Spector è un individuo dall’identità complessa e tormentata di segreti che verranno (parzialmente) svelati nel corso delle puntate.

Cubitt costruisce i personaggi intorno a uno e più misteri che non restano tali solo per gli spettatori ma, spesso, lo sono anche per i protagonisti stessi. Quel che ci è dato sapere, infatti, sono brandelli di un passato che sovente si intuisce in una frase o nel lampo di un ricordo e va a comporre il quadro oscuro della personalità non soltanto dell’omicida ma anche di coloro le cui vite gravitano intorno alla sua e pure di chi gli sta dando la caccia. Ciò che colpisce di The Fall è l’atmosfera plumbea della quale l’intera storia è permeata e che avvolge completamente un impianto narrativo di un rigore che si fa addirittura tagliente come la luce livida di Belfast che illumina i volti dei vivi e dei morti.

Non c’è traccia di ironia nella scrittura e anche laddove si pronuncia una battuta sarcastica al sorriso beffardo si preferisce l’abrasione del tono caustico come a non voler mai spostare l’attenzione dal dramma, per affondare dentro quest’ultimo sguardi, parole, azioni e sentimenti. Nell’intera vicenda, infatti, i personaggi si muovono seguendo traiettorie personali che incrociano, inevitabilmente, quelle dell’omicida la cui macabra prassi fa da contraltare non soltanto al metodo investigativo degli inquirenti ma anche alle loro storie personali che hanno spesso ben poco a che fare con quella rigidità etica che il ruolo dovrebbe imporgli. Gli omicidi di Belfast gettano nel panico la città, mettono a dura prova gli uomini di legge locali e richiedono misure straordinarie come l’arrivo del sovrintendente Stella Gibson, direttamente dalla Metropolitan Police di Londra, la cui lunga esperienza in crimini violenti sembra renderla la persona più adatta a stanare e catturare il pericoloso serial killer.

The Fall
Nella prima stagione il duello Spector/Gibson si gioca sul terreno sdrucciolevole quanto insidioso di una caccia alle ombre alle quali la detective tenta di dare un volto per isolare quello dell’assassino. In un gioco perverso del gatto col topo la preda e la cacciatrice sembrano, talvolta, alternarsi i ruoli trovandosi a inseguire per poi essere inseguiti in una singolare partita a due che ha del lubrico.

Nonostante il rigore della narrazione un sottile ma pervasivo erotismo è un elemento cardine dell’intera serie. Pur non abusando delle proprie vittime, infatti, Spector condivide con loro – e in particolar modo nei momenti successivi alla vera e propria uccisione – un’intimità fatta di gesti fisici come il lavare, l’accarezzare, il toccare la pelle nuda… Se nel ménage coniugale si dimostra un marito di routinarie abitudini, da omicida sembra rivelarsi un uomo amante della lingerie più stuzzicante e in grado di esprimere una perversa seduzione che trova il coraggio di riservare addirittura alla sua “nemica” Stella. Di contro la detective è una donna bella e algida che pare non concedersi mai un cedimento emotivo e che usa il sesso come un mero strumento alla stregua di un ulteriore procedimento investigativo volto al raggiungimento di uno scopo, sia esso di piacere o professionale. Muoversi in un mondo popolato da uomini (che spesso la desiderano in modo tutt’altro che velato) ha forgiato il carattere di Stella, rendendola un mistero affascinante e granitico, sfinge impenetrabile le cui parole affondano come uno stiletto nel tessuto molle di una grossolanità tutta maschile che ne esce malconcia e molto spesso disfatta.

Il confronto con un femminile che ha del letale è in The Fall il fil rouge che attraversa le tre stagioni. Anche se le vittime dello strangolatore sono soltanto donne è proprio a loro che Cubitt affida le parti migliori, anche nei ruoli che sembrano evidenziare maggiore fragilità (vedi Sally Ann la moglie di Spector, Rose Stagg la ex amante di Paul, l’agente Danielle Ferrington e Katie la ragazzina invaghita dell’assassino) e nella sovrintendente concentra tutta la forza e nel contempo l’inquietudine di una creatura seducente, complessa ed eroticamente ambigua.

Lo sguardo lucido e affilato di Cubitt attraversa la storia del serial killer per poi ampliarsi in una visione d’insieme che coglie miserie e (t)errori di un’umanità che sconta la propria esistenza uccidendo e morendo, amando e disprezzando, inseguendo e catturando individui in cui scorgere il barlume dell’innocenza o della colpevolezza si fa sempre più difficile, se non impossibile. I personaggi di The Fall non appartengono a una categoria che possa identificarli in via definitiva ma sfumano verso il male pur trovandosi nel versante opposto, così come un riverbero di purezza può esprimersi anche nel nero più profondo di un’anima.

The Fall
La discesa in questa fosca miscela umana è quindi progressiva e nella seconda stagione – che termina con uno strepitoso cliffhanger – Paul e Stella (anche grazie a due attori perfettamente in parte) sembrano farsi sempre più somiglianti come due volti di un lugubre essere bifronte che pur infliggendo una pena non riesce, a sua volta, a sfuggire al proprio, terribile patimento mentre nel terzo capitolo della serie, quando sembra che i giochi siano fatti, il duello Spector/Gibson si fa ancora più drammatico, travalica le ragioni e le conseguenze di un caso investigativo e colpisce i centri nevralgici di un passato che riaffiora con la potenza devastante di quel peccato originale che provocò, appunto, la caduta.

The Fall ha quindi il pregio di raccontare una storia intrecciandola con un arcano che va oltre la storia stessa e nel corso delle tre stagioni riesce a spostarsi – senza conoscere flessioni nel rigore della messa in scena, né nella tensione emotiva – dalla pratica dell’omicidio alla ragione di quest’ultimo fino al mistero insondabile che muove le azioni dell’uomo il cui animo, ferito o meno che sia, siamo ancor ben lontani dal conoscere.

La resa dei conti tra Spector e Stella, che avverrà senza esclusione di colpi, dovrebbe concludere definitivamente la serie ma Cubitt ha dichiarato in una recente intervista che potrebbe esserci una quarta stagione anche se non certamente nell’immediato futuro. Intanto la francese TF1 sta preparando un adattamento di questo serial con Emmanuelle Seigner nel ruolo della detective e Melvil Poupaud in quello dell’omicida. Non ci resta che attendere.

© CultFrame 02/2017

CREDITI
Serie Tv: The Fall / Ideata da: Allan Cubitt / Registi: Jakob Verbruggen (prima stagione), Allan Cubitt (seconda e terza stagione) / Sceneggiatura: Allan Cubitt /Fotografia: Ruairi O’Brien (stagione 1 e 2), David Grennan (stagione 3) /Montaggio: Steve Singleton (stagione 1, 2,3) / Musiche: David Holmes, Keefus Green (Spector’s Theme) / Interpreti principali: Gillian Anderson, Jamie Dornan, John Lynch, Bronagh Waugh, Niamh McGrady, Aisling Franciosi, Colin Morgan, Valene Kane / Paese: UK / Anno: 2013-2017 / Piattaforma: Sky Atlantic / Durata episodio: 60 minuti (90 minuti 2×06)

SUL WEB
Filmografia di Jakob Verbruggen
Filmografia di Allan Cubitt

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