American Horror Story | Mitologia moderna dell’immaginario deforme ⋅ Un libro di Daniel Montigiani e Eleonora Saracino

Come sosteniamo da diverso tempo, il cinema puro (concepito per il grande schermo) sembra aver, ormai da tempo, esaurito quella spinta propulsiva, sia in senso estetico che per quel che riguarda gli aspetti strettamente commerciali, che aveva preso potentemente avvio con la sua nascita alla fine del XIX secolo. Scarsissima sperimentazione, nessuna reale idea innovativa, quasi totale stasi linguistica, crisi addirittura al box office, visto che già da qualche anno la distribuzione digitale ha un fatturato ben più corposo rispetto a quello generato dal botteghino. La ricerca sull’audiovisivo, in sostanza, si è spostata in altri campi: videoarte, videoclip musicali, spot e, certamente, serie tv. Quest’ultimo settore ha proposto in periodi recenti alcune opere (sì, è proprio così che vogliamo definirle) degne di nota, per elaborazione registica, complessità narrativa, inventiva visuale e anche per abilità produttiva.

Ebbene, una delle serie che a partire dal 2011 ha maggiormente impressionato gli addetti ai lavori e i “series addicted” è senza dubbio American Horror Story, articolata elaborazione creativa nata dalle fervide menti di Ryan Murphy e Brad Falchuk. Mentre scriviamo è in onda in Italia la sesta stagione, ma ciò che ha reso così significativa questa avventura seriale è la struttura evolutiva delle prime cinque stagioni, una struttura basata su blocchi pressoché autonomi, una sorta di architettura narrativo-visuale edificata su “affreschi” separati ancorché connessi da impalpabili e oscure, ma intelligenti, correlazioni.

A rivelare meccanismi espressivi, modalità stilistiche, percorsi tematici, variazioni estetiche delle prime cinque stagioni è un esaustivo libro, firmato da Daniel Montigiani ed Eleonora Saracino, intitolato American Horror Story – Mitologia moderna dell’immaginario deforme (Viola Editrice, 2016). Si tratta di un testo caratterizzato da alcuni fattori di non poco conto nell’ambito della critica dell’audiovisivo di oggi.

In primo luogo, si avverte immediatamente, fin dalle prime pagine, l’estrema competenza degli autori del libro e la loro capacità di contestualizzare culturalmente (in modo appropriato) la serie di Ryan Murphy e Brad Falchuk. In seconda battuta, dobbiamo affermare come la scrittura adottata da Montigiani e Saracino sia contraddistinta da una chiarezza espositiva cristallina; inoltre a un’attenta lettura non si riescono a trovare sostanziali differenze di tono e di analisi tra i diversi capitoli (possibili quando si opera in coppia). Quest’ultimo aspetto conferisce al libro un’uniformità rara e una fluidità di lettura che produce il desiderio in chi legge di non smettere mai. In sostanza, se è ormai noto il fenomeno del “binge watching” (cioè, fruizione senza soluzione di continuità di intere serie tv), il duo Montigiani-Saracino genera nel lettore un altro fenomeno (parallelo): quello del “binge reading”.

Ma come è composto il volume American Horror Story – Mitologia moderna dell’immaginario deforme? Presto detto. Ad aprire il libro c’è un’ampia e molto circostanziata introduzione, firmata da entrambi gli autori, che getta le basi per poter comprendere l’evoluzione della serie. Si tratta di un vero e proprio saggio autonomo, zeppo di indicazioni, dati, analisi generali, informazioni e riferimenti, che consentono al lettore di tuffarsi nei capitoli successivi che i due critici si spartiscono equamente (la parte dedicata alla quarta stagione è di nuovo firmata in coppia).

Jessica Lange in "American Horror Story"
Jessica Lange in “American Horror Story”

Ciò che emerge dall’interpretazione critica di Daniel Montigiani ed Eleonora Saracino è che le cinque stagioni analizzate rappresentano una specie di composizione evocativa della società americana. La narrazione è collocata all’interno di un dispositivo horror, con venature ora grottesche, ora crudelissime e feroci, che in qualche caso sfocia in un’estetica “camp”, particolare, questo, che si configura come uno dei tocchi in grado di contraddistinguere l’intera operazione. Si passa così dalla casa inquietante di Murder House (prima stagione) al manicomio di Asylum (seconda stagione), dalla preoccupante accademia di Coven (terza stagione) “all’universo agghiacciante” del tendone circense di Freak Show (quarta stagione), fino all’allarmante albergo di Hotel (quinta stagione).

Montigiani e Saracino chiariscono come la colonna vertebrale che “unisce” le serie sia rappresentata dalla consequenzialità dei luoghi sinistri che ospitano i racconti, luoghi mai rassicuranti popolati da personaggi paradossali, mostruosi, deformi, cattivissimi e assurdi. Il tutto all’insegna del politicamente scorretto. I due autori affermano, in tal senso, che i registi esplorano l’ambiente in maniera tanto elaborata quanto deformante, riuscendo a mettere a nudo anche gli spazi più apparentemente neutri o tranquillizzanti, facendo emergere il lato più minaccioso, inospitale e, soprattutto, violento”.

Questo impianto critico è sostenuto, come già detto, da una solida rete di riferimenti culturali e artistici di ogni genere. Daniel Montigiani ed Eleonora Saracino sanno, infatti, che la logica creativa solo in sporadici casi nella storia dell’umanità è scaturita da innovazioni assolute e che quasi tutta l’arte è una sorta processo di riorganizzazione soggettiva di fattori estetico-stilistici già noti.

E alla luce del testo che abbiamo sin qui analizzato sembra proprio quest’ultimo il pregio fondamentale di American Horror Story, cioè l’essere, con tutta evidenza, un raffinato collettore di innumerevoli elementi espressivi che hanno fatto in particolar modo la storia del cinema (ma non solo). L’opera ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk si manifesta, oltretutto, come una meta-serie tv, in grado di spiegarci la vicenda visionaria del genere horror, tra grande schermo e letteratura, proprio grazie all’uso delle immagini, ma anche tramite la (geniale) creazione di personaggi e la costruzione di storie perturbanti capaci di stimolare profondamente l’immaginazione, positivamente folle, del fruitore.

© CultFrame 01/2017

CREDITI
Titolo: American Horror Story / Sottotitolo: Mitologia moderna dell’immaginario deforme / Autori: Daniel Montigiani, Eleonora Saracino  / Editore: Viola Editrice / Anno: 2016 / Pagine: 299 / Prezzo: 20,00 euro / ISBN: 978 88 98866 53 3

INDICE DEL LIBRO
Introduzione.
Rapsodia in nero
Dark, Cult e Pop / Creare mondi, creare mostri / Spettri del sogno americano / Stile e messa in scena dell’orrore / Volti nel buio dell’America: gli attori / Oscure connessioni / Teaser e opening credits: la seduzione e l’inganno
Prima stagione. Murder House. La casa come ventre oscuro / L’architettura dell’orrore / Madre, Mater dolorosa e matrigna / Fantasmi: ombre e corpi di un passato di sangue / Halloween. La morte che si (s)maschera / Hollywood: la strada dei sogni lastricata di incubi / Chi (ci) guarda nello specchio? / Dark Tourism: il fascino perverso del delitto. Seconda stagione. Asylum. La lucida follia del Male / Crudeltà di un’America retriva / La pazzia al potere / Il diavolo rivelatore e la morte salvatrice / La sconfitta di una vocazione / Il mostro dell’ambizione / Paradisi traumatici e squallide utopie. Terza stagione. Coven. Il tempo delle streghe / L’Accademia Robichaux: una dimora eccezionale / Il matriarcato tra poteri e potere / Uomo, figlio e amante: la fatale (p)ossessione / Giovinezza e amore: il sogno imperfetto / Parlare e (in)cantare / Morte e resurrezione / Oltre la vista / La profezia e il mostro: dal Bardo a Mary Shelley / Generazione Y / La messa in scena dell’artificio / Celebrità del bene e del male. Quarta stagione. Freak Show. La feroce attrazione / Una “specie” in via d’estinzione / In principio fu Browning / Il fascino del “mostro” / Lo spettacolo identitario / Falsi freak, veri freak / La famiglia disfunzionale / Il vero mostro / Lotte intestine: freak versus freak / Onnipresente spettacolo / Insospettabili legami. Quinta stagione. Hotel. Un incubo Art déco / Un’effimera ospitalità / Un’elaborata minaccia / Senza veri occhi / Forme estreme di desiderio: vampirismo e dipendenza / Una malinconica spietatezza / La spettrale solitudine dell’infanzia / La diva camp
Ringraziamenti /
Note sugli autori

SUL WEB
IMDB. American Horror Story
Viola Editrice

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