Gli scrittori italiani e la fotografia ⋅ Alcune informazioni in relazione all’analisi proposta da Ferdinando Scianna

Questa vuole essere una nota integrativa che intende riempire, almeno in parte, una lacunosa mancanza di informazione. Leggiamo dalla Terza pagina di Domenica, inserto culturale del Sole 24 ore, del 9 agosto 2015, un articolo di Ferdinando Scianna dal titolo Istantanee prive di senso, inerente il rapporto degli scrittori italiani all’interno di una possibile relazione sperimentale tra letteratura e fotografia. Prendendo spunto dall’opera di Denis Roche, autore centrale e attivo in questa pratica dalla seconda metà del secolo scorso, Scianna lamenta un’arretratezza tutta italiana in questo ambito della produzione culturale proponendo questa analisi:

“Non una proposta che sembra essere stata raccolta dagli scrittori. Ancora meno in Italia, dove la sufficienza con cui hanno tradizionalmente guardato alla fotografia è una spia molto rivelatrice della carenza culturale con la quale gli addetti ai lavori della letteratura considerano quello che lo storico Hobsbawm ha definito, nel Secolo breve, assieme al cinema, il linguaggio fondamentale della cultura del ventesimo secolo.”

E prende come esempi concreti di questa situazione due recenti pubblicazioni: Doppio Scatto di Silvio Parrella, Bompiani editore, 2015, e una (a suo giudizio) “valorizzatissima” e “preceduta da una pomposa e compiaciuta presentazione” pubblicazione quotidiana, apparsa ultimamente su La Repubblica, dal titolo Con i miei occhi di Alessandro Baricco.

Scianna usa parole durissime avverso questi lavori nei quali le immagini fotografiche, facendo riferimento alla sua analisi sopra menzionata, sarebbero prive di senso all’interno di un dialogo tra letteratura e fotografia. Non si vuole entrare nel merito sui giudizi dell’autore dell’articolo a proposito delle pubblicazioni e delle fotografie in esse presentate, quanto produrre delle informazioni al riguardo della carenza di queste ultime nell’analisi proposta dallo stesso sulla situazione odierna in Italia inerente il rapporto degli scrittori con la fotografia.

All’interno di Prosa in prosa (Editore Le lettere, 2009) a cura di Andrea Cortellessa, un gruppo di scrittori pubblica un capitolo redatto in comune dal titolo Fotoromanzo, una dichiarazione collettiva di complicità con la fotografia: cinquecentoquattro immagini, realizzate da sei autori; Andrea Inglese, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Andrea Raos, Michele Zaffarano.

Con la pubblicazione dell’antologia Poeti degli Anni Zero, per L’illuminista (rivista di cultura contemporanea diretta da Walter Pedullà – editore Ponte Sisto 2010), il curatore Vincenzo Ostuni nel suo saggio introduttivo, individua, parlando di “poesia fuori dalla poesia”, un gruppo di scrittori che in maniera transdisciplinare praticano e utilizzano la fotografia come strumento espressivo all’interno delle loro testualità: Gian Maria Annovi, Maria Grazia Calandrone, Marco Giovenale, Andrea Inglese, Giulio Marzaioli, Sara Ventroni, Michele Zaffarano; mentre Laura Pugno collabora strettamente con il fotografo Elio Mazzacane.

Dietro queste pratiche colte dagli addetti ai lavori e antologizzate vi sono tutta una serie di pubblicazioni, per ragioni di spazio ne segnaliamo solo alcune: La casa esposta di Marco Giovenale (edizioni Le Lettere, 2007);  Arco Rovescio di Giulio Marzaioli (edizioni Benway Series, 2014); Tecniche di Liberazione di Mariangela Guatteri, del 2013, (in corso di pubblicazione); Scanning, con testi di Nicola Ponzio e fotografie di Paolo Mussat Sartor (Corraini Edizioni, 2014). In questo contesto va menzionato il lavoro editoriale prodotto con le pubblicazioni de La Camera Verde nelle collane dirette da Andrea Semeraro. Vi è anche un luogo fisico, concreto, dove molte di queste attività autoriali (non solo fotografia e letteratura, ma anche progetti video, musicali, editoriali e multimediali all’interno del web) vanno a incrociarsi nello spirito dell’ibridazione e del meticciato linguistico: questo luogo è Ex.it – materiali fuori contesto, di cui si sono svolte due edizioni, 2013 e 2014 ad Albinea (RE), ed è in preparazione quella del 2016.

Chiaramente queste informazioni non sono esaustive del panorama italiano in questione, vogliono solo contestualizzare un fermento e un’attività riconosciute anche a livello internazionale. Sarà bene d’ora in poi che chiunque si occupi, o si voglia occupare, dei rapporti tra letteratura e fotografia si informi e analizzi anche questa area della sperimentazione italiana, al di là delle successive e pertinenti interpretazioni personali. Senza polemica e con spirito di confronto ci si chiede: non è forse che un certo mondo della fotografia e della letteratura italiana di oggi non ha consapevolezza di ciò che accade e curiosità verso la pratica e l’ibridazione dei linguaggi?

Un’ultima segnalazione è dedicata proprio a Denis Roche per la pubblicazione in italiano, con testo originale in francese a fronte, di Saggi di letteratura arrestata, Talete Edizioni (Roma, 2011). Con la traduzione e un’interessante postfazione di Luigi Magno che, in questa circostanza, analizza in maniera non convenzionale i rapporti tra letteratura e fotografia.

© CultFrame – Punto di Svista 09/2015

SUL WEB
EX.IT – Materiali fuori contesto

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