The Dreamers ⋅ Un film di Bernardo Bertolucci

Frame del film The Dreamers di Bernardo Bertolucci

Jim Hendrix, The Doors, Bob Dylan, Janis Joplin. Miti del rock, eroi della musica giovanile che hanno segnato un’epoca, diventati in seguito delle icone, dei simboli la cui natura artistica va oltre le mode. Eppure i loro volti, la loro rabbia, la loro poesia fa certamente parte di un mondo, quello delle rivolte del sessantotto, del sogno rivoluzionario, della meravigliosa utopia del cambiamento della società.

Ebbene, da anni si assiste ad una sistematica demonizzazione di un periodo che certamente non ha determinato ribaltamenti prodigiosi ma che ha introdotto novità consistenti di cui tutti noi, ancora oggi, godiamo.

Con lo spirito di una rivalutazione oggettiva di un passaggio storico importante per l’intero occidente, Bernardo Bertolucci ha realizzato il suo film The Dreamers. Si tratta senza dubbio di una delle prove più significative nell’intera filmografia del cineasta di Parma. E’ un’opera intensa, commovente, divertente, profonda, complessa e, soprattutto, girata con una maestria rara. Bertolucci è un regista raffinato, in grado di elaborare inquadrature dense e toccanti. In The Dreamers il suo sguardo, pur attentissimo alla composizione e agli equilibri formali, è diventato ancora più libero e leggero. Nonostante alcune immagini abbiano una chiara impostazione pittorica e una razionale costruzione stilistica, quasi sempre si avverte una sorta di estrema leggerezza, di soavità espressiva che viene sostenuta anche da una fotografia calda e lievemente impastata.

Dunque, l’impianto visivo sul quale scorre la vicenda dei tre giovani cinéphiles consente una portentosa fluidità della fruizione, una sorta di naturale e felice scorrimento del racconto che oscilla tra tensioni e riflessioni in modo assolutamente ineccepibile.

Ma The Dreamers è qualcosa di più di un film sul sessantotto e sulla crescita individuale di tre ragazzi. E’ un lavoro che si nutre di elementi poetici provenienti dal cinema stesso. Le continue citazioni, da Tod Browning a Samuel Fuller, da Jean-Luc Godard a Robert Bresson, da Rouben Mamoulian a Buster Keaton, fanno parte di un tessuto creativo armonioso nel quale il linguaggio del cinema si specchia nella crescita interiore dei personaggi. E tutto il film di Bertolucci è un gioco di rifrazioni e doppie visioni. Gli specchi compaiono in numerose inquadrature, fornendo all’aspetto visuale di The Dreamers una struttura complessa che oltre a far emergere punti di vista alternativi isola con abilità la psicologia dei personaggi.
Theo, Matthew e Isabelle vivono una dimensione erotica e rivoluzionaria personale connessa sottilmente ai moti del sessantotto che, in maniera molto intelligente Bertolucci tiene costantemente sullo sfondo della vicenda, per farli emergere solo in conclusione.

“Non volevo fare un film storico nel vero senso della parola… volevo ricreare lo spirito del sessantotto ma  non volevo fare assolutamente un’opera di ricostruzione”, ha affermato l’autore. Questa scelta “ideologica” è stata la sua mossa vincente. Infatti, proprio grazie a questa impostazione è riuscito a scavare in profondità, a toccare le corde delle emozioni e a dare il giusto valore agli eventi che caratterizzarono quel periodo storico.

I tre interpreti, Michaell Pitt, Louis Garrel ed Eva Green hanno dato prova di notevoli capacità interpretative, di sensibilità e capacità di reggere inquadrature quasi soffocanti, anche grazie, ovviamente, al decisivo lavoro di Bertolucci, per quel che concerne la direzione degli attori.

© CultFrame 10/2003

TRAMA
1968. Le strade di Parigi sono attraversate da proteste e manifestazioni. Alla Cinémathèque, il direttore Henri Langlois viene rimosso dall’incarico. Il mondo del cinema, decisamente indignato, si solleverà e parteciperà alla cosiddetta battaglia della Cinémathèque. Sarà proprio in questa occasione che Theo, Isabelle e Matthew si conosceranno e diventeranno amici.

CREDITI
Titolo: The Dreamers / Regia: Bernardo Bertolucci / Sceneggiatura: Gilbert Adair / Fotografia: Fabio Cianchetti / Scenografia: Jean Rabasse / Montaggio: Jacopo Quadri / Interpreti: Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor, Florian Cadiou / Produzione: Jeremy Thomas / Distribuzione: Medusa / Paese: Italia, Gran Bretagna, Francia, 2003 / Durata: 130 minuti

SUL WEB
Filmografia di Bernardo Bertolucci
Medusa

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