![Frame dello spot realizzato da David Freymond e Florent Michel per promuovere la mostra di de Sade presso il Musée d’Orsay di Parigi](http://www.cultframe.com/wp-content/uploads/david_freymond-florent_michel-spot-de_sade.jpg)
La notizia è già circolata da giorni apparendo sui mass media di mezza Europa. A Parigi, presso il Musée d’Orsay, è stata aperta il 14 ottobre scorso una grande mostra dedicata al Marchese de Sade (Sade. Attaquer le soleil).
Per lanciare questa grande operazione culturale dedicata a una delle figure più discusse e complesse della cultura del XVIII secolo è stato affidato il compito di realizzare un video promozionale alla coppia di artisti David Freymond e Florent Michel. In questo testo audiovisivo una moltitudine di corpi nudi crea un meccanismo visuale convulso di linee, forme. Figure umane che vanno a creare un’unica cangiante struttura che si trasforma anche grazie all’uso della luce e dei chiaroscuri. Mani che toccano corpi, volti, morsi, gemiti, esseri umani raffigurati nella loro nudità, tutto è replicato in maniera quasi spasmodica fino a quando tutti gli elementi appena citati finiscono per comporre su uno sfondo nero proprio la scritta: SADE.
Scandalo, come hanno affermato alcuni organi di informazione? Personalmente penso assolutamente di no e il fatto che qualcuno possa essere rimasto colpito da un video tanto ingenuo e quasi didascalico (collocato da YouTube nel ghetto dei video che “Potrebbero essere inappropriati per alcuni utenti”) mi sembra assurdo, soprattutto per il fatto che il pubblico, anche quello più giovane, è già ultra assuefatto a immagini di questo tipo (anzi a immagini molto più forti) ed alle morbosità che giornalmente, ad esempio, le televisioni italiane propongono agli spettatori sotto forma di trasmissioni dedicate alla cronaca nera e al gossip. Ma siamo sicuri che l’effetto scandalo esista veramente? Ci ritornerò tra un po’, dopo avervi dato qualche informazione.
![Frame del film Un chien andalou di Luis Buñuel](http://www.cultframe.com/wp-content/uploads/luis_bunuel-chien_andalou.jpg)
L’estetica sadiana, ma forse sarebbe meglio parlare di etica, ha già abbondantemente attraversato la storia delle arti visive tecnologiche. E quando affermiamo ciò, facciamo riferimento soprattutto al cinema e alla fotografia. I surrealisti mostrarono notevole interesse per de Sade e per il suo pensiero filosofico. Film come Un chien andalou (1929) e L’âge d’or (1930), diretti dal genio Luis Buñuel, e scritti sempre dallo stesso Buñuel in collaborazione con Salvador Dalì, sono in tal senso dei testi audiovisivi fortemente sadiani in alcuni loro importanti passaggi. Potremmo scomodare anche Pier Paolo Pasolini e il suo Salò o Le 120 giornate di Sodoma e Peter Brook e il suo Marat – Sade, quest’ultimo film tratto dal dramma di Peter Weiss, La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell’ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade.
In fotografia poi gli artisti che hanno visibilmente subito l’influenza sadiana sono molteplici: dal ceco Jan Saudek all’americano David LaChapelle, dalla tedesca Ellen von Unwerth all’altro americano Robert Mapplethorpe, fino al tedesco/australiano (il più famoso e significativo di tutti) Helmut Newton, quest’ultimo un autentico capo-scuola (suo malgrado) che ha generato una sequela involontaria di pallidi imitatori.
Ma de Sade è entrato non solo nell’immaginario di fotografi e cineasti ma anche nell’ambito del percorso intellettuale di scrittori, pittori, filosofi e psicoanalisti.
Dunque, con buona pace di eventuali benpensanti (secondo me pochissimi) che si scandalizzano per un video promozionale di un’esposizione museale, questo personaggio ha lasciato nella cultura mondiale un segno indelebile. E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, il video David Freymond e Florent Michel ha svolto egregiamente la sua funzione. Ha destato interesse e dibattito, facendo sì che i mass-media tirassero fuori la parola magica: scandalo. O addirittura: non adatto ai minori. Il tutto prima dell’apertura della mostra parigina. Bene, questa operazione, perfettamente riuscita e studiata con cristallina intelligenza ha un nome preciso: comunicazione. Buona visione per chi andrà a Parigi.
© CultFrame – Punto di Svista 10/2014
(pubblicato su Huffington Post)
INFORMAZIONI
Mostra: Sade. Attaquer le soleil
Dal 14 ottobre 2014 al 25 gennaio 2015
Musée d’Orsay, Parigi
Orario: martedì, mercoledì, venerdì – sabato 9.30 – 18.00 / giovedì 9.30 – 21.45 / chiuso luned’ e il 25 dicembre
Biglietto: intero 11 euro / Ridotto: 8,50 euro