Buried – Sepolto. Intervista al regista Rodrigo Cortés

rodrigo_cortesBuried – Sepolto dello spagnolo Rodrigo Cortés è una vera e proprio sfida hitchcockiana. Non tanto nei contenuti quanto nella forma. Spazio e tempo sono i due elementi principali del cinema: il primo in Sepolto risulta presente nella misura del minimo indispensabile, il secondo dura novantacinque minuti,  pari al tempo che ha a disposizione il protagonista. In Buried, Poe c’entra, ma poco,  Hitchock invece molto.
CultFrame ha incontrato il regista.


Mr Rodriguez, a quale genere ascrive il suo film?

È un thriller d’azione, nonostante le sue caratteristiche. La struttura di Buried somiglia molto a quella che hanno le commedie. All’inizio maltratta il personaggio. Il il pubblico sembra persino godere cinicamente di questa cosa ma, man mano che passa il tempo, il personaggio riesce a prendere il sopravvento, attraversa stati d’animo diversi e altalenanti, e la storia diventa una tragica montagna russa. Quel che accade in film come Fuori orario (Martin Scorsese) o L’appartamento (BillyWilder) è molto simile a quel che succede in Buried. Le cose precipitano e peggiorano ulteriormente, sempre di più, anche quando non sembra esistere qualcosa di peggio di quel che sta succedendo.

E aumenta anche il senso della claustrofobia.

A mio avviso non è un film particolarmente claustrofobico, dall’ottavo minuto non importa più dove si trova il protagonista ma dove andrà a finire.

Ha citato Wilder e Scorsese ma deve ammettere che Buried è molto vicino ad un film come I prigionieri dell’oceano di Hitchcock.

Sì, sir Alfred è una fonte d’ispirazione per me…. Anche se per la verità filmando Buried avevo in mente Intrigo Internazionale….

Ed ha spostato tutta quella dinamicità all’interno di una bara.

Infatti, nel film Ryan Reynolds si dimena molto.

A proposito di Ryan Reynolds credo che non si lamenterà mai più di qualche set difficile.

Credo proprio di no anche se è stato molto ubbidiente. Lo avevo notato sia in una serie di commedie che nell’ultimo film della saga di X men e mi era piaciuta la sua capacità di essere sia leggero, che uomo d’azione. Inoltre, è un attore a cui piace rischiare e buttarsi in progetti difficili come questo. Anche se all’inizio aveva inviato una memoria di quindici pagine e ci aveva fatto gli auguri dicendo che non aveva nessuna intenzione di fare il film perché lo trovava impossibile. Io ho insistito per incontrarlo. Ci siamo visti a Los Angeles e solo dopo quaranta minuti ci stringevamo la mano e prendevamo accordi.

È stato difficile dirigerlo?
Buried è un film prima di tutto fisico. Prima ancora del thrilling, c’è un lavoro sui corpi, e nulla sarebbe stato possibile senza Ryan. Il risultato è il migliore che potessi mai immaginare. Lui ha sofferto molto, ha perso più di cinque chili durante le riprese.

Buried non fa nessun riferimento politico alla guerra in Iraq, ma allo stesso tempo si scaglia contro il “Sistema”.

Sì, il mio non è una forma di attacco né ideologica né ascrivibile alle mie preferenze politiche. Mi interessava di più rendere verosimile il personaggio interpretato da Ryan. Quando si scaglia contro il suo governo, lo fa molto semplicemente perché questi lo ha abbandonato al suo destino, è solo il suo punto di vista. Era importante mostrare come si sente e rendere evidenti i suoi sentimenti generati rispetto alla  situazione estrema in cui si trova. L’Iraq era solo un pretesto, un “McGuffin (escamotage) hitchcockiano”.

© CultFrame 10/2010


IMMAGINE

L’attore Ryan Reynolds e (a destra) il regista Rodrigo Cortés nel film Buried – Sepolto

LINK
Filmografia di Rodrigo Cortés

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