Dafne ⋅ Un film di Federico Bondi

Dopo la prima mondiale nella sezione Panorama della Berlinale 2019, dove ha ricevuto il premio FIRPRESCI, e dopo aver inaugurato come film d’apertura il 20° Sottodiciotto Film Festival & Campus di Torino, l’uscita nelle sale italiane di Dafne di Federico Bondi è stata programmata non casualmente per il 21 marzo: oltre che il primo giorno di primavera e la Giornata Mondiale della Poesia, il 21 è infatti anche la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, tra cui la protagonista del film e l’attrice che la interpreta.

A partire da un soggetto sviluppato con la scrittrice Simona Baldanzi, il regista ha disegnato il personaggio di Dafne sul carattere e sui modi della stessa interprete Carolina Raspanti, una ragazza trisomica autrice di due libri (ma sta già scrivendone un terzo ispirato all’esperienza sul set) che Bondi ha voluto conoscere dopo averne sentito parlare a causa della sua spigliatezza, intelligenza, abilità di giocare con le parole e ironizzare smontando pregiudizi e tabù legati a una sindrome cromosomica che accomuna oltre quarantamila italiani.

All’inizio del film, la madre rimprovera affettuosamente Dafne di “parlare come la televisione”, ma la ragazza si farà forza proprio della sua capacità di resilienza e di elaborazione ad alta voce dei sentimenti che molti preferiscono tacere invece che esprimere quando nel corso del racconto dovrà affrontare un grave lutto e superare la prima reazione, quella di negazione, del tutto naturale in ogni essere umano che si trovi a vivere un simile episodio. Alla propria sbandierata autonomia (“Io lavoro e il lavoro è sacro”), Dafne dovrà aggiungere anche il farsi carico delle difficoltà del padre, spiazzato quanto e più di lei dalla perdita improvvisa.

Federico Bondi

Il rapporto tra figlia e padre, che è il vero cuore del film di Bondi, si colora di sfumature aggiuntive se lo si osserva anche come una performance di relazione attoriale tra un’esordiente assoluta che agisce più che recitare davanti alla macchina da presa e un attore maturo come Antonio Piovanelli che ha una lunghissima esperienza nel nostro teatro e nel nostro cinema (avendo lavorato con i Taviani, Cavani, Montaldo, Bellocchio…). I due sembrano trovare un’intesa che corrisponde a quella che devono rifondare i personaggi, dopo che la loro vita è stata sconvolta da un brutto tiro del destino.

All’enfasi che caratterizza la protagonista e all’emotività insita nell’intreccio stesso, Bondi risponde con una regia misuratissima, ben coadiuvato dalla fotografia di Piero Basso e dal design sonoro di Mirko Guerra. I più attenti tra gli spettatori potranno forse riconoscere in una delle prime sequenze del film un frammento di audio tratto da Imatra (2007) di Corso Salani proveniente da un televisore: un omaggio nascosto, ma importante, all’attore-regista toscano che Bondi diresse nel suo lungometraggio d’esordio, Mar nero (2008). Si deve anche ai produttori di Salani, Donzelli e Paonessa, se dopo dieci anni trascorsi facendo anche qualche documentario, come il delicato film scolastico Educazione affettiva (2015), Bondi è riuscito a realizzare il suo secondo lungo di finzione.

© CultFrame 03/2019

TRAMA
Dafne ha circa trentacinque anni, lavora in un supermercato e vive insieme ai genitori fino a quando, improvvisamente, si ritrova sola con il padre. Il fatto che Dafne abbia la sindrome di Down, non toglie che dovrà prendersi cura del genitore e avere la forza di superare insieme a lui il momento più difficile della loro vita.


CREDITI

Titolo: Dafne / Regia: Federico Bondi  / Sceneggiatura: Federico Bondi da un soggetto elaborato con Simona Baldanzi / Fotografia: Piero Basso / Montaggio: Stefano Cravero / Musica: Saverio Lanza / Scenografia: Alessandra Mura, Cristina Del Zotto / Interpreti: Carolina Raspanti, Antonio Piovanelli, Stefania Casini / Produzione: Marta Donzelli e Gregorio Paonessa / Italia, 2019 / Distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà / Durata: 94 minuti

SUL WEB
Filmografia di Federico Bondi
Istituto Luce-Cinecittà

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