Martin Eden ⋅ Un film di Pietro Marcello

In quest’opera presentata in concorso alla 76° Mostra del cinema di Venezia, Pietro Marcello si confronta per la prima volta, con la trasposizione di un classico della letteratura e per farlo riesce sia a tenere fede al testo scelto sia a sviluppare alcuni elementi ormai caratteristici della sua poetica e della sua pratica cinematografica. Infatti, il Martin Eden del regista di Bella e perduta è molto personale e allo stesso tempo quasi maniacalmente fedele al romanzo di Jack London. Ciò avviene nonostante il fatto che l’ambientazione passi dalla San Francisco di inizio Novecento alla Napoli di un Novecento un po’ astratto, in cui la linea del tempo si sfalda per dare vita a un’ambientazione storica fluida nella  quale risuona la musica di Teresa De Sio e si ravvisano tanto elementi del nostro anteguerra (gli interventisti, le camice nere, una rappresentazione dell’estetica borghese che ricorda Il giardino dei Finzi Contini), quanto degli anni Sessanta (i balli rock nei rioni, l’esodo verso il Nord alla ricerca di lavoro alla Fiat) e dell’oggi (i nuovi schiavi africani che raccolgono pomodori nei campi del Sud d’Italia).

Pietro Marcello

L’impianto visivo dell’opera è talmente raffinato da risultare pittorico, con cromatismi morbidi e allo stesso tempo vivissimi, palpitanti di Storia. Il montaggio accurato intreccia con fluidità immagini girate ad hoc, alcune sequenze realizzate o reperite in archivi in occasione della lavorazione dei film precedenti di Marcello e molto repertorio in vari formati sia a colori sia in bianco e nero, a partire dall’ouverture del film che mostra la breve sequenza di un discorso dell’anarchico Enrico Malatesta in occasione di una festa del Primo Maggio a Savona nel 1920, tessendo un legame tra questa figura e quella di Martin Eden, libertario e individualista. Il materiale d’archivio fornisce un contrappunto storico alla narrazione il cui effetto non è mai puramente realistico ma al contrario fortemente evocativo e talvolta simbolico, come nelle bellissime immagini di un veliero che compare talvolta a rappresentare le mutazioni della sorte del protagonista, marinaio che per emanciparsi dalla vita di fatiche e sfruttamento a cui sarebbe destinato dalle sue origini umili intraprende un percorso di mutamento molto doloroso.

Pietro Marcello

Martin Eden è un transfuga di classe come ne sono esistiti tanti nel corso nel Novecento, abbagliato dall’amore per la cultura e per la bellezza. La sua passione è catalizzata dall’amore per una donna, Elena (la Ruth del romanzo): è per avvicinarsi al suo mondo ed essere amato da lei che decide di studiare e di diventare scrittore. Ma nel tempo, prima gli insuccessi e infine ancor più i successi lo inducono a comprendere di essersi illuso, di aver inseguito una chimera: “aveva stoltamente creduto che tutte le persone di una certa distinzione e superiori alla classe operaia fossero persone di forte intelletto e capaci di apprezzare la bellezza”, si legge nel romanzo di London. Mentre Martin Eden insegue un ideale, i suoi occhi si spalancano su un orizzonte di tenebre.

Nella fuga dal suo mondo operaio e misero, Martin si scontra con le ipocrisie del mondo borghese e si smarrisce. Il suo è inoltre il dramma di un artista che crede di usare l’industria culturale e si accorge invece che è l’industria ad usarlo. Dunque ne trae una tale esperienza di sofferenza e alienazione da perdere quella spinta vitale che lo aveva portato verso la scrittura e verso Elena. Alla fine del suo itinerario esistenziale, il fantasma del suo passato gli si presenta nella forma di un miraggio, Martin rincorre il ragazzo che era, quello che credeva di poter raggiungere un approdo migliore attraverso la cultura. Ma quel fantasma sfugge e lui ormai è un uomo deluso, senza più capacità di concepire un futuro. Come scrive London: “Si era esiliato dalla vita, aveva viaggiato nel vasto reame dell’intelletto, era giunto a un punto da cui non si torna più”.

© CultFrame 09/2019
Film presentato alla 76. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Martin Eden è un giovane marinaio che un giorno salva un ragazzo borghese da una rissa. Quest’ultimo, per ringraziarlo, lo invita a pranzo nella sua villa e lì Martin viene a contatto con la bella Elena e con un mondo borghese che lo affascina. Decide quindi di studiare e di diventare scrittore ma nel suo percorso si scontra con le ipocrisie e le contraddizioni del mondo borghese e dell’industria culturale, rimanendone ferito.


CREDITI
Titolo: Martin Eden / Regia: Pietro Marcello / Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Pietro Marcello / Montaggio: Aline Hervé, Fabrizio Federico / Fotografia: Francesco Di Giacomo, Alessandro Abate / Musica: Marco Messina E Sacha Ricci (Era), Paolo Marzocchi / Interpreti: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Denise Sardisco, Vincenzo Nemolato, Carmen Pommella / Produzione: Avventurosa, Ibc Movie with Rai Cinema / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Italia, Francia , 2019 / Durata: 129 minuti

SUL WEB
Filmografia di Pietro Marcello
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
01 Distribution

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