Tramonto ⋅ Un film di László Nemes

Dopo Il figlio di Saul, László Nemes ha scelto di ambientare il suo secondo film nella Budapest degli anni 1910, un’epoca in cui una vera signora si riconosceva dai guanti e dal cappello che indossava. Il film comincia con una giovane donna che prova alcuni copricapi in una cappelleria lussuosa. Sembra trattarsi di una cliente finché non si presenta come un’aspirante modista in cerca di lavoro. Subito dopo, la ragazza rivela di essere Irisz Leiter, ma Leiter è anche il nome del negozio e infatti Irisz è la figlia dei precedenti proprietari, morti molti anni prima in un incendio. Per Irisz i cappelli sono dunque una questione molto seria e la cappelleria che ne porta il cognome è tutto ciò che le rimane dei suoi genitori.

Tuttavia, il nuovo padrone non è incline ad accogliere la giovane e c’è da sospettare che abbia addirittura avuto un ruolo nell’incendio che ha ucciso i Leiter. A questo mistero si somma presto la scoperta di un fratello che non sapeva di avere, che pare anche si tratti di un pericoloso latitante. Poiché la giovane ha lasciato il suo impiego a Trieste convinta di trovarne uno a Budapest, non le resta che insistere e approfondire tali enigmi.

La città imperiale vive la fine del suo apogeo, sono gli ultimi giorni dell’umanità, il tramonto di un’epoca. Gli interni splendenti della grande boutique Leiter, che serve l’imperatrice in persona, sono un abbaglio finale che contrasta con un mondo esterno già al crepuscolo. Quei cappelli sfarzosi sono il simulacro di una civiltà che cova l’orrore e infatti Leiter in tedesco significa capo ed è un sinonimo di Führer. In tutto il film aleggiano presagi di una distruzione sabbatica. Il fratello di Irisz ha compiuto un attentato ai danni di un conte e fa parte di un gruppo di cospiratori che la vorrebbero tra le proprie fila: “Unisciti a noi, sarà una splendida festa!”. Tuttavia, nel valzer demoniaco degli eventi, non ci è dato di capire se questi uomini in nero siano anarchici o nazionalisti.La macchina da presa bracca la protagonista in primo piano cogliendone gli occhi sgranati su una realtà che non comprende o la pedina di spalle errando con lei in un universo caotico e labirintico. Come lo spettatore, Irisz è un personaggio in balia degli strali della sorte perché è impossibile comprendere la Storia nel suo accadere.

Laszlo Nemes

Nonostante la narrazione progressivamente sempre più sovraccarica, Nemes ha il controllo totale di ogni inquadratura e inanella frequenti piani sequenza riproponendo lo stesso linguaggio già sperimentato nel suo film d’esordio. Tramonto somiglia a un vortice che procede verso il risucchio di un buco nero. Il piano sequenza finale è l’incanalarsi della storia di Irisz nel gorgo nero della grande guerra dove lo sguardo della protagonista nell’ultima inquadratura è quello di una Medusa che ci pietrifica e ammonisce. Così facendo, tratteggia non solo la parabola di un personaggio ma il disagio di un’intera civiltà.

Tramonto parla di un’Europa in preda a forze distruttive, oggi come ieri, ma è anche un omaggio alla capacità disvelatoria del cinema, non certo al suo potere d’intrattenimento. Si tratta infatti di un film impervio, in cui si fatica a trovare uno spazio e si procede a tentoni. Nemes mortifica il principio di piacere e rifiuta gli inganni della seduzione, non ci sottrae alla pressione delle tenebre come farebbe una sostanza inebriante ma proprio in virtù di questo, il suo cinema non reca neppure la tossicità anestetica di un narcotico (Freud dixit).

© CultFrame 09/2018 – 02/2019

Film presentato alla 75. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Nell’Austria-Ungheria degli anni 1910, la giovane Irisz Leiter lascia Trieste e torna nella natia Budapest per cercare impiego nella prestigiosa cappelleria che fu dei suoi genitori, morti molti anni prima in un incendio. I successori sono poco inclini ad accoglierla e mentre lei persevera cercando di scoprirne la ragione, viene anche a sapere di avere un fratello di cui non ha alcuni ricordo.


CREDITI

Titolo: Tramonto / Titolo originale: Napszállta / Regia: László Nemes / Sceneggiatura: László Nemes, Clara Royer, Matthieu Taponier  / Montaggio: Matthieu Taponier / Fotografia: Mátyás Erdély / Musica: László Melis / Interpreti: Juli Jakab, Vlad Ivanov / Paese: Ungheria, Francia / Produzione: Laokoon Filmgroup, Playtime / Durata: 142 minuti

SUL WEB
Filmografia di László Nemes
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito
Movies Inspired

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