White Dog ⋅ Un film di Samuel Fuller

Samuel Fuller è stato spesso considerato un reazionario, soprattutto in Italia. I suoi film, capolavori registici tipicamente americani, anticipatori del cinema di Clint Eastwood, sono stati di volta in volta accusati di anticomunismo, di filofascismo, di sadismo e di razzismo. È vero che l’ambiguità regna sovrana nelle pellicole del nostro autore, ma in fondo è l’essere umano a essere ambiguo, perciò visto che film come The Naked Kiss e Il corridoio della paura sono pieni di figure tipicamente “umane”, che altro potevamo aspettarci da un cineasta così attento alla psicologia anche quando firma film di guerra (vedi Il grande uno rosso)?

White Dog uscì nel 1982, ma non in Italia. I suoi detrattori lo accusano subito di razzismo. Un primo abbaglio, come fa notare l’attento Valerio Caprara, nella sua monografia Castoro, verso il “survivor” Fuller. Il cane bianco che uccide i neri è prima di tutto l’elemento di una storia che vira al fantastico, il tutto sostenuto da alcune scene girate in maniera mirabile dal regista de Il kimono scarlatto. Ma in verità, al maestro interessava soprattutto l’affabulazione ideologica, propriamente americana, intorno alla figura di un cane simile a “cujo” (e mi riferisco al film di Lewis Teague del 1983 tratto da un romanzo di Stephen King) di per sé innocuo ma che grazie all’intervento umano diventa pericoloso.

White Dog si distacca nettamente da tutti quei film di eco-vengeance in cui la natura si rivolta contro gli uomini. Arriva prima di kinghiano Cujo, appunto, e si lega direttamente a Gli uccelli hitchockiani, almeno per quel che riguarda le colpe degli esseri umani e l’ignoto oltre la linea dell’orizzonte perduto.

L’allora critico, oggi regista, Olivier Assayas, scrisse che il cane bianco funzionava come metafora della “lotta razziale tra neri e bianchi negli Usa, tra l’uomo e i suoi istinti primordiali, il bene e il male”.  Troviamo conferma di ciò grazie al personaggio sostenuto dall’interprete principale Kristy McNicol (anche se avrebbe   dovuto essere Jean Seberg), volto e corpo simbolo di una generazione e defunta moglie dell’autore Romain Gary: l’attrice-doppio per eccellenza. Il “mestiere” di cui era in possesso l’attrice fu sfruttato da Fuller in tutti i suoi sensi, dalle nevrosi alla perdita dell’identità, fino all’amour fou nei confronti dell’animale. Sicuramente, però, la Seberg avrebbe interpretato il ruolo in una maniera più sofferta. Ma così, purtroppo, non è potuto essere. Il resto del cast è veramente ispirato: dal grande Burl Ives, cantautore e attore di prestigio all’eccellente Paul Winfield, tutti funzionano in maniera “fulleriana” nel contesto richiesto.

White Dog è il penultimo film del regista di Massachusetts. Ma ciò non significa che sia tra i suoi meno riusciti. Anzi, è uno di quelli che rispondono, come lo stesso Fuller disse, alle parole d’ordine “amore, odio, azione, morte”. Ci sono molte sequenze che lo confermano, come quella girata nella chiesa in cui il “grande cane bianco” attacca un nero e i santi, dai loro vetri, stanno a guardare. Un brano indimenticabile.

Se non sbaglio il film si è visto, in Italia, solo in una edizione di Massenzio nel 1983 (Festival dell’estate romana). Mai passato in tv (figuriamoci…) e non esiste un’edizione in dvd. Quella che abbiamo visionato è stata la versione americana della Criterion. Edizione restaurata in Region 1. Soddisfacenti gli extra: interviste al regista (recuperata), allo sceneggiatore Curtis Hanson (ormai scomparso) e alla vedova di Fuller. Curiosità: un’intervista al trainer dei cani. Il prezzo è piuttosto contenuto.

© CultFrame 03/2017

TRAMA
La giovane attrice Julie Sawyet è appena uscita da lavoro, è notte fonda, e nella strada del ritorno investe un pastore svizzero. Presa dall’amore per il cane infreddolito e ferito, lo   porta in casa con l’intenzione di accudirlo sino a che non trova i proprietari. Qualche tempo dopo Julie si reca sul set di un film con il cane per presentarlo a tutti i colleghi, ma proprio qui capita che l’animale aggredisce un’attrice di colore al collo, ma fortunatamente quest’ultima riesce a salvarsi. L’episodio sembra un caso fortuito, ma una notte il cane esce da casa di Julie e uccide in modo piuttosto violento uno spazzino afroamericano. Dopo averlo lasciato in terra esanime tornerà a casa nella cuccia a dormire. Ma le cose sono molto più complesse.

CREDITI
Titolo originale: White Dog / Regia: Samuel Fuller / Sceneggiatura: Curtis Hanson, Samuel Fuller dal romanzo di Romain Gary / Fotografia: Bruce Sturtees / Montaggio: Bernard Gribble / Musica: Ennio Morricone / Interpreti: Kristy McNicol, Burl Ives, Paul Winfield, Jameson parker / Produzione: Jon Davison / Usa, Francia 1982 / Durata: 84 minuti

SUL WEB
Filmografia di Samuel Fuller

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