Le Musée imaginaire d’Henri Langlois. Una mostra alla Cinémathèque française

© Enrico Sarsini. Langlois transportant des bobines de film

La Cinémathèque française di Parigi ospita da alcune settimane una serie di eventi ideati per celebrare il centesimo anniversario della nascita del suo fondatore, Henri Langlois (1914-1977). Curata da Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque dal 1991 al 2000, l’esposizione intitolata Le Musée imaginaire d’Henri Langlois ripercorre la vita e le iniziative di colui che è stato un autentico precursore per la conservazione e la museificazione della settima arte, oltre che un pioniere della cinefilia.

La mostra è strutturata in sette ambienti tematici in cui si dipanano la storia personale di Langlois e quella del cinema da lui amato e studiato insieme alle varie tappe e alle diverse anime delle sue attività pubbliche. Dopo un primo corridoio, che raccoglie alcune opere di artisti importanti dedicate a Langlois e anche un frammento di video da Histoire(s) du Cinèma di Godard, il visitatore si ritrova in una piccola sala cinematografica dove vengono proiettati a ciclo continuo alcuni spezzoni di capolavori che vanno da Freaks a Nosferatu a Chant d’amour a Persona. Gli estratti sono rappresentativi delle pellicole programmate da Langlois, già ai tempi del cineclub fondato da ragazzo con Franju e poi alla Cinémathèque. Inoltre, vengono presentati a coppie, talvolta se ne vedono anche tre insieme, per sottolineare così la convinzione di Langlois che fosse possibile instaurare relazioni tra film anche molto diversi per comprendere meglio l’idea di cinema su cui si fondavano.

Nel prosieguo del percorso espositivo è possibile scoprire passo passo la cronologia della vita di Langlois attraverso materiali d’epoca e documenti a lui appartenuti, tra cui i suoi quaderni e le sue collezioni di ritagli di giornali d’argomento (naturalmente) cinematografico. Nato a Smirne da genitori francesi, cinefilo precoce, nel 1934 Langlois incontrò a Parigi Georges Franju con il quale realizzò il cortometraggio in 16mm Le métro, visibile alla fine della mostra, e creò poi nel 1935 il cineclub Le cercle du cinéma e l’anno successivo la Cinémathèque insieme a Jean Mitry. Grazie all’aiuto della tedesca Lotte Eisner,che aveva lasciato la Germania hitleriana, prende il via in quegli anni la raccolta di pizze e memorabilia del cinema muto che allora veniva soppiantato dal sonoro e che verranno poi salvate dalla distruzione durante il secondo conflitto mondiale.

Tra lettere, foto (vediamo anche Langlois a Torino con Maria Adriana Prolo) e filmati il visitatore segue quindi la storia delle diverse sedi in cui Langlois ha programmato film, conservato pellicole ed esposto cimeli, dall’avenue de Messina a rue de Courcelles fino al Palais de Chaillot dove nei primi anni Sessanta la Cinémathèque si istituzionalizza come ente finanziato dallo stato. Fino a quando nel febbraio 1968, come ricorderà bene anche chi ha visto The Dreamers di Bertolucci, il Ministro della Cultura André Malraux fa scoppiare il “caso Langlois” rimuovendo il fondatore dalla sua carica di direttore della Cinémathèque in nome di una gestione meno personale e più controllabile.

La reazione della stampa e del mondo del cinema fu però enorme, come dimostra una delle sezioni più ricca della mostra parigina, con le immagini delle manifestazioni promosse dai registi cresciuti nel culto di Langlois, come il gruppo dei “Cahiers du Cinema” di Truffaut, Godard, Rohmer, Rivette, e le lettere e i telegrammi di protesta di, tra gli altri, Dreyer, Cukor, Kubrick, Welles, Chaplin, Buñuel che vietavano la proiezione delle loro opere da parte della cineteca fino a che Langlois non fosse stato reintegrato, cosa che infine avvenne.

Henri Langlois remet la Légion d’honneur à Alfred Hitchcock, 14 janvier 1971. © SIPA

Negli anni Settanta Langlois continua il suo lavoro tra mille riconoscimenti, compreso un Oscar alla carriera nel 1974, e a partire dalla grande esposizione organizzata per i 75 anni del cinema prende forma il Museo permanente della settima arte, che sarà ospitato dal Palais de Chaillot fino al 1997. La parte conclusiva di questa ormai lunga storia vede il trasferimento del museo e della Cinémathèque nei primi anni Duemila in rue de Bercy (nel XII arrondissement), dove oggi ne sono responsabili Costa-Gavras e Serge Toubiana in qualità di Presidente e di Direttore generale. Ma la mostra rimane giustamente centrata su Langlois, e nelle sale successive ne esplora la relazione con il mondo dell’arte oltre che con quello della sperimentazione cinematografica di cui si interessò per tutta la vita.

Nella seconda parte del percorso ecco le opere di Severini (con in video il documentario dedicatogli dal nipote Sandro Franchina in cui Langlois compare) e Chagall (tra cui alcuni disegni che entrambi dedicarono a Chaplin), di Léger, Picabia, Matisse, Duchamp e poi le lettere e gli estratti di film di Kenneth Anger, e infine i disegni dello stesso Langlois per progettare l’allestimento del museo, il suo interessante film giovanile Le métro, l’Oscar vinto, una lanterna magica che proietta i volti di tutti i grandi autori del cinema del Novecento che ha amato e che lo hanno amato.

Per approfondire la figura di questo eccentrico personaggio, col biglietto della mostra è anche possibile accedere alla Biblioteca della Cinémathèque, dove su piccolo schermo si possono vedere in dvd Parlons cinéma ou les anti-cours d’Henri Langlois, una produzione televisiva canadese del 1976-1997 di oltre quattro ore e il documentario Citizen Langlois (1995) di Edgardo Cozarinsky.

Il catalogo dell’esposizione contiene numerose immagini dei materiali in mostra e anche molte testimonianze inedite, tra gli altri, di Pierre Alechinsky, Isabella Rossellini, Kenneth Anger, Benoît Jacquot, Henry Chapier, Georges Kiejman, Luc Moullet. In questa occasione è stato pubblicato anche un volume di Ecrits de cinéma di Langlois stesso edito da Flammarion, che contiene estratti dei suoi quaderni e alcune delle sue prime recensioni (di Nosferatu o Queen Kelly) oltre che scritti su autori quali Vigo, Rossellini, Kurosawa.

© CultFrame 07/2014


INFORMAZIONI
Dal 9 aprile al 3 agosto 2014
La Cinémathèque française / 51 rue de Bercy -75012 PARIS / T. 01 71 19 33 33
Orario : dal lunedì al sabato (martedì chiuso): 12.00-19.00 / Giovedì: 12.00-22.00 / Domenica: 10.00-20.00
Biglietti: intero 10 euro / ridotto 8 euro / minori di 18 anni: 5 euro / Biglietto mostra + film + museo: 12 euro

LINK
La Cinémathèque française, Parigi

 

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