Occasional Geometries. Mostra di Richard Wentworth. Fotografia europea 2010. Reggio Emilia

richard_wentworth-islington2Spesso si è portati a pensare che per sovvertire il proprio punto di vista sulla realtà serva creare delle articolate impalcature, mentre tante volte è sufficiente un piccolo spostamento per produrre la vera rivoluzione dello sguardo. La cosa difficile e autenticamente creativa è l’individuazione di un punto di vista nuovo da cui guardare un contesto, poi il gioco è fatto. Quando Alice arrivò nel paese delle meraviglie, bastò suggerirle di festeggiare il non compleanno anziché il compleanno per mettere in discussione alcune delle ovvietà in cui era imprigionata senza rendersene conto. In questo senso appare appropriata la scelta di proporre all’interno della quinta edizione di Fotografia europea, che ha come tema l’Incanto, il lavoro di Richard Wentworth (Samoa, 1947), anche se Wentworth non è un fotografo. In effetti è uno scultore. Ha lavorato come assistente di Henry Moore e, dalla fine degli anni Settanta, è una figura centrale nella New British Sculpture, contribuendo a sovvertire il concetto tradizionale di scultura. Ispirandosi ai ready made duchampiani, ha creato composizioni con oggetti di uso quotidiano che non hanno alcuna relazione fra di loro e che, una volta giustapposti, violano la propria funzione originale. Un simile procedimento serve a infrangere consolidati sistemi di riferimento per crearne di originali e inediti, per aprire nuovi mondi possibili pur partendo dalla scontata quotidianità. E quindi, in questo percorso artistico, come si colloca la fotografia?

richard_wentworth-venice_1997La fotografia è per Wentworth un’attività collaterale ma continuativa a cui si sta dedicando sin dagli anni Settanta. Scatta per interesse personale, senza perseguire un piano organico; semplicemente, come ha precisato lui stesso nel testo di presentazione alla mostra, documenta quegli episodi che gli capita di incontrare per strada nei vari momenti e nei diversi luoghi che man mano attraversa. Piccoli dettagli apparentemente senza importanza che, però, una volta raccolti tutti insieme rivelano un filo conduttore, una sintassi che li accomuna. Tutto ciò è alla base della serie Making Do and Getting By, work in progress realizzato dal 1973 al 2007 e dal cui sottogruppo Occasional Geometries il curatore Elio Grazioli ha selezionato più di una ventina di fotografie per esporle a Reggio Emilia. Si tratta di immagini scattate prevalentemente nelle strade londinesi; lo si percepisce dai colori naturalistici e un po’ dimessi, come se fossero impregnati dell’uggiosa aria britannica. Ciò che colpisce non è tanto la cura formale (sono foto ordinarie nelle inquadrature) quanto l’evidenza con cui il soggetto riesce a imporsi alla nostra attenzione. Non c’è mai la presenza delle persone, ma soltanto delle tracce del loro sorprendente ingegno. Un furgoncino usato per sostenere il tendone di un banco del mercato, un finestrino del treno tenuto chiuso da una gruccia, uno stivale utilizzato come fermaporta, una panchina transennata, una cassa chiusa con una forchetta, un cancello appendiabiti e così via.

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Sono situazioni in cui l’assemblaggio fra improbabili oggetti senza alcuna attinenza fra di loro (frutto di una pragmatica e involontaria creatività) apre a significati inaspettati, producendo le cosiddette “sculture di ogni giorno”. Episodi che passerebbero inosservati e che, invece, essendo immortalati e raccolti, sono in grado di cambiare il punto di vista sul mondo. Con una sottile vena di humour inglese Wentworth invita a ripensare la realtà circostante. L’incanto sta nel fatto che dopo aver compiuto questo salto logico e dopo che le premesse di partenza sono state ristrutturate, come diceva il filosofo austriaco Wittengstein “l’altro ora vede qualcosa di diverso e non può più continuare a giocare ingenuamente come prima”.

© CultFrame 05/2010


IMMAGINI

1 © Richard Wentworth, Islington, London, 2007. Stampa fotografica unica, cm 29,7 X 42- Courtesy the artist and Lisson Gallery
2 © Richard Wentworth. Venice 1997. Occasional geometries, 1997. Stampa fotografica unica, cm 51 X 43. Courtesy the artist and Lisson Gallery
3 © Richard Wentworth. France 1999. Occasional geometries, 1999. Stampa fotografica unica, cm 41,5 X 53. Courtesy the artist and Lisson Gallery

INFORMAZIONI
Dal 7 maggio al 13 giugno 2010
Chiesa dei SS. Agata e Carlo / Via San Carlo 1, Reggio Emilia / Telefono: 0522.451152, 0522.456249, 0522.456635, 0522.456448
Orario: martedì – venerdì 20.00 – 23.00 / sabato, domenica e festivi 10.00 – 23.00 / chiuso lunedì
Biglietto unico per accedere a tutte le mostre: intero 10 € /  Ridotto 7 €
A cura di Elio Grazioli

LINK
Lisson Gallery – Richard Wentworth
Fotografia europea Reggio Emilia – Il sito
CULTFRAME. La vie en rose. Mostra di Malick Sidibé. Fotografia europea 2010. Reggio Emilia
CULTFRAME. Omaggio a Josef Sudek. Fotografia europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Googlegrammi. Mostra di Joan Fontcuberta. Fotografia Europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Eternità. Fotografia europea. Reggio Emilia 2009
CULTFRAME. Un’epopea fotografica. Mostra di Edward Steichen. Fotografia europea 2008. Reggio Emilia
CULTFRAME. Città europee, un deserto sovraffollato. Incontro con Zygmunt Bauman. Fotografia Europea 2007. Reggio Emilia

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