Hitchcock/Truffaut ⋅ Un film di Kent Jones

© Philippe Halsman. Alfred Hitchcock con François Truffaut. Courtesy Cohen Media Group

Non sono poi moltissimi i testi critici realmente imprescindibili per chiunque voglia comprendere cosa sia esattamente il cinema (sia dal punto di vista teorico che da quello strettamente registico). Probabilmente Che cosa è il cinema? di André Bazin, oppure gli studi firmati da Sergej M. Ejzenstein, o ancora Il film di Béla Balasz, e qualche altro.

Ma forse solo uno può essere definito la “Bibbia” del cinema, ovvero Il cinema secondo Hitchcock. Si tratta di un volume che registi, critici e addetti ai lavori conoscono a memoria (almeno si spera), un autentico punto di riferimento non solo per quel che riguarda la filmografia del maestro inglese ma anche per quel che concerne il cinema inteso come arte visuale, come territorio della poetica del film.
Autore di questa fondamentale operazione culturale e teorica, un altro grande regista, con una formazione da critico, François Truffaut.

 Il cinema secondo Hitchcock fu pubblicato nel 1966 e rappresentò l’opera che sdoganò definitivamente il genio di Psyco, ritenuto spesso dai suoi contemporanei semplicemente un ottimo cineasta da intrattenimento. La lunga conversazione tra Hitchcock e Truffaut, durata ben otto giorni, riuscì a chiarire finalmente quale fosse lo spessore di colui che appare semplicemente riduttivo definire un regista.

Scrive Truffaut nella prefazione al suo libro (Il cinema secondo Hitchcock, di François Truffaut, Pratiche Editrice, ed. 1985 – Il Saggiatore):

Oggi l’opera di Alfred Hitchock è ammirata in tutto il mondo e i giovani che scoprono adesso La finestra sul cortile, la donna che visse due volte, Intrigo internazionale, ripresentati nei circuiti cinematografici, probabilmente pensano che sia stato sempre così. Tuttavia le cose non stanno in questo modo, al contrario.”

L’autore di Vertigo, dunque, ha faticato molto a essere considerato dal mondo stesso del cinema per quello che veramente era e Truffaut certamente contribuì a rendere giustizia all’opera di un “visionario” che ha condizionato l’immaginario di innumerevoli cineasti venuti dopo di lui.

Ebbene, per chiarire ulteriormente non solo l’importanza di Hitchcock ma anche quella del volume firmato da Truffaut (che il regista francese considerava una vera e propria opera al pari dei suoi lungometraggi) è stato realizzato un documentario intitolato appunto: Hitchcock/Truffaut. Il regista Kent Jones e il co-sceneggiatore Serge Toubiana (già ex direttore dei Cahiers du Cinéma, rivista nella quale si formò lo stesso Truffaut) hanno ricostruito il processo creativo e realizzativo che ha portato alla stesura definitiva della “Bibbia” del cinema.

Ma il film non è solo una ricostruzione “filologica” di questa iniziativa teorico-editoriale, è anche il racconto di un’amicizia profonda e sincera che legò i due grandi cineasti per quasi venti anni. Kent utilizza materiale d’epoca, spezzoni di lungometraggi, registrazione originali dell’intervista (si sente anche la voce dell’interprete), le fotografie scattate per l’occasione da Philippe Halsman, ma anche brani delle lettere che i due si inviarono vicendevolmente per molto tempo, missive che contenevano, oltre ad evidenti dimostrazioni di stima e affetto, anche veri e proprio dialoghi cinematografici su idee filmiche e sceneggiature sulle quali si scambiavano pareri.

Il ritratto documentaristico di questo incredibile rapporto è anche sostenuto da interventi di importanti cineasti dei nostri giorni: a cominciare da Martin Scorsese per finire con David Fincher, Olivier Assayas e Kiyoshi Kurosawa, i quali, oltretutto, si addentrano spesso in modo brillante in questioni linguistiche, estetiche e narrative legate alle cinematografie dei due autori.

Davanti alle sequenze di Hitchcock/Truffaut non si può che rimanere attaccati allo schermo non solo per l’intelligenza documentaria che sta alla base del film stesso quanto piuttosto per la descrizione del legame, non registico (e neanche stilistico) ma profondamente poetico e mentale, che connette i lungometraggi di Hitchcock e quelli di Truffaut.

E la sensazione che rimane allo spettatore dopo la visione del film è che non ci sia molto altro da vedere, specie se si pensa alla cinematografia dei nostri giorni.

© CultFrame 10/2015 – 04/2016

Film presentato alla 10ª Festa del Cinema di Roma

TRAMA
Nel 1966 il regista francese François Truffaut pubblica un libro intitolato Il cinema secondo Hitchcock. È il risultato di una lunghissima intervista che il regista inglese rilasciò a Truffaut nel 1962. Il film di Kent Jones è la ricostruzione dell’elaborazione di un testo sul cinema di capitale importanza ma anche il racconto della profonda amicizia che si stabilì tra i due cineasti.


CREDITI

Titolo: Hitchcock/Truffaut / Regia: Kent Jones / Sceneggiatura: Kent Jones, Serge Toubiana / Montaggio: Rachel Reichman / Con la partecipazione di: Martin Scorsese, David Fincher, Arnaud Desplechin, Wes Anderson, James Gray, Richard Linklater, Olivier Assayas, Kiyoshi , Peter Bogdanovich, Paul Schrader / Produzione: Artline Films, Cohen Media Group / Distribuzione: CINEMA / Paese: USA, Francia, 2015 / Durata: 80 minuti

SUL WEB
Filmografia di Kent Jones
Filmografia di Alfred Hitchcock
Filmografia di François Truffaut
Festa del Cinema di Roma – Il sito

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