Pier Paolo Pasolini | I film: guida critica per nuovi spettatori ⋅ Un libro di Piero Spila

Il 2 novembre 2015 saranno passati quaranta anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini. E già da qualche tempo il mondo della cultura italiana e quello del cinema sono entrati in uno stato di fibrillazione.  D’altra parte la figura di Pasolini è ancora del tutto presente nel dibattito socio-culturale (forse meno in quello artistico). La sua azione sulla realtà italiana (e non solo) è ancora, a decenni dalla sua morte, in una fase propulsiva impressionante, come raramente è capitato anche ai più grandi intellettuali del Novecento.

Ma qual è il giusto approccio per comprendere oggi Pasolini? Da quale punto di vista è possibile mettere a fuoco, con compiutezza, il senso delle sue idee, dei suoi scritti poetici, dei suoi romanzi, dei suoi articoli e dei suoi film?

Da almeno venti anni (forse trenta) assistiamo a un tentativo di accaparramento ideologico della sua figura (da destra e da sinistra) che avrebbe messo in serio imbarazzo lo stesso Pasolini, tentativi a volte maldestri di mettere il proprio cappello sulle esperienze espressive, politiche e intellettuali di un artista la cui lucidità ha attraversato la cultura italiana come un bisturi potrebbe sezionare un corpo malato.

E allora un metodo valido di “avvicinamento” sembra suggerirlo in maniera molto acuta, almeno per quel che riguarda la sua produzione legata alla settima arte, il critico cinematografico Piero Spila, quando nel suo libro Pier Paolo Pasolini – I film: guida critica per nuovi spettatori (Gremese, 2015), sostiene (a nostro avviso giustamente) che:

“Lo sforzo, allora, è di analizzare i film di Pasolini soprattutto nella loro autonomia linguistica e, naturalmente, nella loro fertile “diversità” rispetto al contesto in cui sono stati realizzati”.

Ebbene, in questo passaggio critico, Spila sgombra il campo da ogni equivoco, da ogni strumentalizzazione, evita coscienziosamente l’accaparramento ideologico, toglie di mezzo luoghi comuni ormai triti e ritriti e ci concentra in maniera rigorosa sui lavori dell’artista non solo studiando i testi audiovisivi realizzati da Pasolini, non solo cercando di decodificarne la lingua ma anche, come scrive lo stesso Spila tenendo “presenti le numerose contaminazioni artistiche, i prolungamenti e gli infiniti segnali proposti, per poi ritornare, sempre e comunque, al cinema e ai suoi film”.

Piero Spila tiene fede a questo suo proposito metodologico redigendo un testo critico di rara chiarezza ed efficacia. Anche per quei giovanissimi di oggi che non conoscono perfettamente le vicende umane e creative dell’autore di Accatone, Mamma Roma e Uccellacci e uccellini, questo libro rappresenta uno strumento fondamentale di comprensione e di approfondimento, libero tra l’altro da quel tecnicismo specialistico, da quel birignao terminologico, che spesso si palesa immancabilmente in testi di questo genere.

Il percorso dello studio di Spila è, dunque, assolutamente fluido e aderente allo sviluppo creativo del cinema di Pier Paolo Pasolini. I film diventano in questo libro territori di analisi e interpretazione in cui il critico (Spila) sembra porsi intelligentemente al servizio non solo del lettore ma delle opere stesse.

La storia registica di Pasolini è scandita da quelli che potremmo definire periodi tematici (ma anche storici e umani): da Nella Grandiosa Metropoli Plebea (1960 – 1963) a Ideologia e religione (1964 – 1968), fino a Una battaglia mortale (1975). Ma tra tutti i capitoli introduttivi che anticipano le analisi dei film, uno ci ha colpito: il seppur breve La Ricerca della Lingua (1963-1964). In questo passaggio del suo libro scrive l’autore:

“a partire da La Ricotta si apre per Pasolini un fecondo periodo di riflessione teorica che assume anche aspetti di specializzazione, come ad esempio il progetto semiologico di una lingua del cinema”.

Spila pone l’attenzione su uno degli aspetti fondamentali della ricerca espressiva e intellettuale di Pasolini, uno scrittore, un poeta e un cineasta sempre molto impegnato sulle questioni linguistiche, questioni che cercherà di sviluppare in modo innovativo in ambito cinematografico attraverso le sue significative elaborazioni di carattere teorico.

Da notare, infine, come nella Postfazione, Spila si soffermi sul ruolo nodale svolto da Pasolini in qualità di narratore e critico delle “cose” italiane e sulla relazione difficile con la critica cinematografica, caratterizzata da incomprensioni, distanze, e anche (come specifica l’autore del libro) da cocenti delusioni (da parte di Pasolini).

Chiude ovviamente questo importante testo una filmografia dettagliata che comprende anche collaborazioni a soggetti e sceneggiature nonché un’indicazione precisa sulla produzione letteraria di Pasolini, testi per il Teatro e saggi compresi.

© CultFrame – Punto di Svista 10/2015

CREDITI
Titolo: Pier Paolo Pasolini / Sottotitolo: I film: guida critica per nuovi spettatori / Autore: Piero Spila / Editore: Gremese / Collana: I Grandi del Cinema / Pagg. 157 / Anno: 2015 / Prezzo: 19,50 euro / ISBN: 9788884409102

INDICE DEL LIBRO
La forza del passato / Come un flash-back / Il cono d’ombra / Nella grandiosa metropoli plebea / Accattone / Mamma Roma / La ricotta / La ricerca della lingua (1963-1964) / La rabbia / Comizi d’amore / Sopralluoghi in Palestina / Ideologia e religione (1964-1968) / Il Vangelo secondo Matteo / Uccellacci e uccellini / La Terra vista dalla Luna / Che cosa sono le nuvole? / Il Terzo Mondo e il Mito (1967-1970) / Edipo re / Appunti per un film sull’India / Teorema / La sequenza del fiore di carta / Porcile / Appunti per un’Orestiade africana / Medea / La Trilogia della vita (1971-1974) / Il Decameron / I racconti di Canterbury / Il fiore delle Mille e una notte / Le mura di Sana’a / Una battaglia mortale / Salò o le 120 giornate di Sodoma / Visita all’idroscalo / Postfazione / Filmografia / Bibliografia essenziale

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