Black Mass ⋅ Un film di Scott Cooper

Facce giuste, storia vera, cattivo luciferino, fotografia cupa e ricercata, bel cast, ambienti realistici, violenza e ambiguità: tutti gli elementi di Black Mass sembrerebbero creare la perfetta alchimia del gangster-movie.  Allora perché il risultato è così noioso?

Perché il regista Scott Cooper è persuaso che basti seguire pedissequamente una ricetta, calcolandone a freddo gli ingredienti, per girare un gran film, ma i grandi chef aggiungono sempre un tocco personale, un’invenzione, un’idea. Non Cooper, che ricasca nell’ortodossia formale già esibita ne Il Fuoco della Vendetta, drammone postindustriale con cast strepitoso, ma afflitto da una cupezza programmatica che lo rendeva fastidiosamente artificioso. Ugualmente nella storia vera del secondo criminale più ricercato dall’F.B.I. ritroviamo l’ottima fotografia di Takanayagi, movimenti di macchina classicheggianti, un parterre di attori e caratteristi di altissimo livello, ma nessuna rilettura personale del “genere gangster”, soltanto un accumulo di ottimi elementi, presi uno per uno, che però assieme non danno il risultato sperato.

L’idea, teoricamente giusta, di dare al supercattivo Whitey Bulger una dimensione di normalità quotidiana, lo priva di epica narrativa, gli sottrae il fascino del male, forse anche complice l’eccessivo make-up di un ingessato Depp, sepolto sotto una maschera di cerone che, in alcune situazioni di luce, ne compromette l’interpretazione. La ricerca del naturalismo a qualunque costo, in questo caso la mimesi con il personaggio, nelle pellicole di Cooper va sempre a scapito della tensione narrativa, come se l’autore fosse incapace di trovare il giusto equilibrio tra realismo e spettacolarità.

Il risultato è ambiguo, un film di genere che evita i meccanismi del “genere” in nome di un’autoralità più vantata che reale, al limite della supponenza. Senza le psicopatie pirotecniche di Scorsese o i virtuosismi di De Palma, ma neppure le angosce esistenziali dei criminali di Winding Refn, Cooper persevera nella sua ricerca di un stile personale, ma paradossalmente i suoi film appaiono come consunti patchwork di visioni altrui e finisco per risultare, mi si passi il termine tecnico, parecchio mosci.

© CultFrame 10/2015

TRAMA
La storia di Whitey Bulger, famigerato criminale di Boston che, grazie al suo status di informatore dell’FBI, mise in atto la propria scalata al potere nel crimine organizzato facendo cadere nelle mani delle autorità la mafia italiana nel New England.


CREDITI

Titolo: Black Mass / Titolo originale: id. / Regìa: Scott Cooper / Sceneggiatura: Mark Mallouk, Jez Butterworth dal libro “Black Mass – L’ultimo gangster” di Dick Lehr e Gerard O’Neill / Fotografia: Masanobu Takanayagi / Montaggio: David Rosenbloom / Scenografia: Stefania Cella / Musica: Tom Holkenborg / Interpreti principali: Johnny Depp, Joel Edgerton, Dakota Johnson, Bendict Cumberbatch, Rory Cochrane, Kevin Bacon, Juno Temple / Produzione: Cross Creek Pictures, Grisbi Productions / Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia / Paese: U.S.A., 2015 / Durata: 120 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Black Mass di Scott Cooper
Filmografia di Scott Cooper
Warner Bros. Pictures Italia

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