Bella addormentata ⋅ Un film di Marco Bellocchio

Bella Addormentata è un film che doveva assolutamente essere fatto. Non tanto, e non solo,  per raccontare la tragica storia di Eluana Englaro quanto piuttosto per gettare uno sguardo lucido e non ideologico su un Paese, come l’Italia, devastato da strumentalizzazioni politiche e qualunquismo, e da sempre costretto a dover rendere conto del proprio percorso sociale e politico al controllo del Vaticano. In tal senso, il caso Englaro è stato emblematico. Un padre onesto e retto ha dovuto combattere a lungo, e dovendo subire pressioni (anche mediatiche) gigantesche, per ottenere che la figlia, in coma da diciassette anni, fosse lasciata libera di spegnersi definitivamente. Il tutto senza trasgredire le leggi della Repubblica Italiana. Ebbene, la rigorosa e giusta fermezza di questo coraggioso genitore ha finalmente permesso a tutto il popolo italiano  di dibattere su un argomento così importante e, di fatto, tabù.

Marco Bellocchio ha preso spunto da questa vicenda per cercare di ragionare a fondo sulla condizione di una società “malata” e contraddittoria che non è stata capace, se non in rari casi, di ragionare con la necessaria apertura. Proprio per questo motivo, l’autore de I pugni in tasca ha deciso di costruire una vicenda corale, una sorta di partitura visuale e narrativa in grado di prendere in considerazione punti di vista diversi. Ne è uscito fuori un quadro desolante, costituito da convinzioni interiori (giuste o sbagliate che siano) di individui che non avevano il supporto di un sentire comune condiviso, di una guida civile collettiva che fosse in grado di tenere fede due principi precisi: quello della scelta di libertà individuale e quello del rispetto della dignità altrui. In questo contesto, Bellocchio ha individuato in una classe politica squallidamente asservita al potente, attaccata alle poltrone e furba il nucleo in decomposizione di tessuto sociale, già in stato confusionale da diverso tempo.

Il medico ateo che salva la vita di una tossica, la giovane “integralista” (distrutta dalla morte della madre) che prega affinché Eluana continui la sua non esistenza, una grande attrice che accudisce la figlia in coma, il giovane che intende con tutte le sue forze combattere contro la visione fondamentalista cattolica, il senatore di destra che sceglie di dimettersi e di disubbidire alle indicazioni di Partito. Sono tutti soggetti che intrecciano le loro esistenze. Alcuni con convinzioni precise, altri invece in preda al dubbio. Vediamo dunque scorrere sul grande schermo le loro disavventure. Ci accorgiamo, così, sempre più di assistere alla sapiente edificazione di un cupo ritratto di un’Italia che sembra essersi persa.

Non tutte le sequenze concepite da Bellocchio risultano perfettamente calibrate e in qualche caso si avverte una certa immaturità espressiva da parte di alcuni giovani interpreti, soprattutto se pensiamo che nel cast sono presenti attori esperti come Isabelle Huppert, Roberto Erlitzka e Toni Servillo. Ma ciò non importa, poiché Bella Addormentata è un’opera filmica che, a nostro avviso, va giudicata al di là dei suoi eventuali difetti strettamente cinematografici (per altro non macroscopici). I temi fondamentali, cioè il valore della vita e le leggi dello Stato che dovebbero regolare determinate situazioni, hanno troppe significative implicazioni per essere messi in secondo piano rispetto all’impianto drammaturgico, alla regia e alla recitazione.

Bellocchio ha realizzato un’opera nella quale si avverte chiaramente la sua posizione. Come si evince dalle note di regia presenti sul press book, il regista ammira (esattamente come chi scrive) il padre di Eluana Englaro, ma il film non è realizzato su una tesi precostituita e non ha venature di aggressività ideologica. Tutt’altro. Ha una struttura articolata e complessa.

Bella Addormentata è un lungometraggio realmente profondo e problematico come raramente se ne fanno in Italia da diversi a questa parte. E ciò lo si può comprendere anche dai dialoghi mai banali e prevedibili e da un’atmosfera generale caratterizzata dalla presenza costante di elementi come il dolore soggettivo e una pesante angoscia collettiva che distrugge la vita delle persone.

© CultFrame 09/2012

Film presentato alla 69. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Mentre si consumano gli ultimi istanti della vicenda di Eluana Englaro, alcuni individui cercano di mettere a fuoco le proprie idee e le proprie (eventuali) convinzioni. Un senatore di destra che non vuole obbedire alla logica di partito e la figlia che non vuole che Eluana Englaro sia accompagnata verso la fine del suo stato irreversibile di coma; un medico che salva una tossicodipendente da due tentativi di suicidio; un’attrice che abbandona il lavoro per stare giorno e notte vicino alla figlia in coma; un giovane che combatte la sua “folle” battaglia contro l’ipocrisia. Alla fine le storie di tutti loro troveranno una composizione.    

CREDITI
Titolo: Bella addormentata / Regia: Marco Bellocchio / Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli / Fotografia: Daniele Ciprì / Montaggio: Francesca Calvelli / Scenografia: Marco Dentici / Musica: Carlo Crivelli / Interpreti: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gian Marco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi / Produzione: Cattleya / Distribuzione: 01 Distribuzione / Paese: Italia, Francia, 2012 / Durata: 115′

SUL WEB
Filmografia di Marco Bellocchio
01 Distribution
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

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