PINA ⋅ Un film di Wim Wenders

Esistono capolavori del cinema in cui alla danza è permesso di esprimersi attraverso il suo stesso linguaggio, primo fra tutti Scarpette rosse (1946), in modo che la settima arte riesca a esaltare con i suoi propri mezzi il fascino del movimento corporeo. L’incontro tra cinema e danza non è però sempre facile sia per gli stereotipi riproposti da molte pellicole (tra cui anche il recente Cigno nero) sulla crudeltà e la fatica di chi dedica la propria vita a quest’espressione sia per la difficoltà di conciliare le due sintassi sul grande schermo.

Con PINA, omaggio a Pina Bausch presentato alla Berlinale 2011, Wim Wenders si avventura in questo territorio così delicato riuscendo a restituire l’atmosfera delle opere della grande coreografa senza limitarsi a un puro esercizio di danza filmata ed evitando ogni espediente narrativo. Il film articola tra loro testimonianze dei membri del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, estratti di spettacoli andati in scena, qualche immagine di repertorio di Bausch sul palco o al lavoro durante le prove e soprattutto coreografie rimesse in scena dagli stessi danzatori del gruppo in diversi spazi.

Frame del film “Pina” di Wim Wenders

A volte, Wenders alterna sequenze appartenenti a diversi allestimenti di uno stesso spettacolo, come nella suggestiva sequenza in cui una scena di “Kontakthof” viene montata alterando tre diverse performances. In quel caso, alcune delle immagini sono tratte dal film Tanztraume (2010) di Anne Linsel, presentato alla Berlinale 2010 e uscito in Francia lo scorso anno, in cui Bausch e una delle sue collaboratrici allestivano uno spettacolo con un gruppo di adolescenti di un liceo.
La ricostruzione della biografia personale e lavorativa della danzatrice è praticamente assente dal film di Wenders ma la sua figura resta centrale ed emerge attraverso il lavoro fatto e l’eredità umana e artistica lasciata ai suoi collaboratori.

Come si racconta anche nel film, nel lavoro di Bausch gli elementi naturali hanno un ruolo importante e pertanto il regista tedesco ha scelto di far uscire la danza da studi e teatri per ambientare molte delle esibizioni negli spazi urbani di Wuppertal e in altri scenari naturali: presso un cavalcavia o una vecchia fabbrica, all’interno dei vagoni della magnetovia, caratteristica della cittadina, su un costone roccioso, ai bordi di una cava…

Wenders, sempre molto attento ai luoghi e alle città realizza a pieno l’idea di spazialità e di movimento dei corpi nello spazio anche grazie all’uso del 3D già sperimentato nel cortometraggio Il volo (2010). Le affascinanti sequenze girate nella magnetovia, che ad alcuni ricorderanno i passaggi tranviari di Lisbon Story (1994), mostrano un uso del 3D non più esclusivamente in emersione quanto piuttosto e soprattutto in immersione, per creare profondità.
Un film di spazi e movimenti quindi, in cui la danza è ossessione vitale, fuoco creativo che infiamma gli animi e i corpi di chi non può che esprimersi attraverso di essa. Come nel sottotitolo e nelle parole finali del film pronunciate dalla stessa Bausch: “danza, danza, altrimenti siamo perduti”.

© CultFrame 02/2011 – 11/2011

TRAMA
Scomparsa nel 2009, Pina Bausch ha lasciato un eccezionale patrimonio umano e artistico che vive e vibra nel gruppo del Tanztheater Wuppertal con cui Wim Wenders ha realizzato questo intenso omaggio. Il regista segue i ballerini della compagnia danzare le coreografie del repertorio di Bausch (“Kontakthof”, “Café Müller”, “Le Sacre du printemps” e “Vollmond”) in alcuni luoghi suggestivi della città di Wuppertal. Ognuno lascia poi un ricordo, un pensiero, una confessione legata all’incontro e al lavoro con Bausch.

CREDITI
Titolo originale: PINA / Regia: Wim Wenders / Sceneggiatura: Wim Wenders / Interpreti: Pina Bausch e i ballerini del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch  / Fotografia:  Hélène Louvart Jörg Widmer / Montaggio: Toni Froschammer / Costumi: Marion Cito, Rolf Borzik / Musica: Milena Fessmann/Beckmann/ Produzione: Neue Road Movies, Eurowide Filmproduction, ZDF, Arte / Germania Francia 2010 / Durata: 103 minuti

SUL WEB
Il sito di Wim Wenders
Filmografia di Wim Wenders
Berlinale – Il sito

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