The Next Three Days. Un film di Paul Haggis

paul_haggis-next_three_daysMontaggio distonico, l’incipit ci mostra la vicenda in fase già avanzata, strade nella notte, rantoli d’agonia riflessi sul bel faccione di Russell Crowe, assorto alla guida: è solo il primo degli espedienti che l’ottimo sceneggiatore Paul Haggis mette in scena nell’anodino remake di Pour Elle, film francese diretto da Cavayé nel 2008. Haggis si limita ad adattare la sceneggiatura originale, dilatando oltremisura i tempi del proprio The Next Three Days, storia d’amore e d’errore giudiziario, di fede cieca oltre l’evidenza delle prove, sempre relative e fallaci. “Meglio una legge iniqua che nessuna legge” recita l’antico brocardo, ma non è questo il caso ed allora assistiamo alla consueta metamorfosi, profondamente americana, del mite uomo medio in action-man che corre, fugge, spara, uccide in nome di una giustizia personale ed arcaica.

Haggis, perfetto narratore di un’America postmoderna, creatore di una nuova “pastorale americana” la cui eco profonda ed appassionata risuona nei film di Eastwood e nelle sue due opere da regista precedenti Crash e Nella Valle di Elah, nel rielaborare il racconto d’oltralpe finisce per banalizzarne il senso, cedendo a vezzi e trovate nel tentativo di conferirgli un’impronta autorale. Tra un inizio intrigante ed un finale tanto concitato quanto poco plausibile, il film dilata eccessivamente la narrazione della presa di coscienza del marito amorevole, della disumanità del sistemza giudiziario, delle speranze coltivate e deluse, quasi un pedaggio per lo spettatore, in attesa di azione e colpi d’arma da fuoco, che arrivano inattesi e stranianti quando il mite professore, dopo un paio di infelici tentativi, ammazza spacciatori casualmente stracarichi di contanti o quando esibisce una guida da stuntman con annesso valzerino digitale in autostrada, tentativo di suicidio al limite dell’umorismo involontario. La sensazione di artificiosità, quasi di un connubio forzato tra cinema “d’autore” e “di genere”, viene ulteriormente acuita dalla mancanza di spessore interpretativo della co-protagonista Elizabeth Banks, attrice troppo “leggera” per un ruolo così drammatico, e dal surreale personaggio interpretato da Olivia Wilde, la cui apparizione può essere spiegata soltanto con la sua indubbia bellezza, che ne costituisce anche il limite realistico più evidente. Indeciso tra parola ed immagine, tra scrittura ed inquadratura, Haggis non riesce a trovare il giusto equilibrio, firmando così la sua prova più impersonale.

© CultFrame 04/2011


TRAMA

Laura e John, professore universitario, sono felicemente sposati, ma un giorno la polizia irrompe nella loro tranquilla esistenza per arrestare Laura, accusata di omicidio e condannata a venti anni di reclusione. Convinto dell’innocenza della moglie, John farà di tutto per aiutarla.


CREDITI

Titolo: The Next Three Days / Regìa: Paul Haggis / Sceneggiatura: Paul Haggis (Fred Cavayé, Guillaume Lemans sceneggiatura originale di Pour Elle, 2008) / Fotografia: Stéphane Fontaine/ Montaggio: Jo Francis / Scenografia: Laurence Bennet / Musica: Danny Elfman, Alberto Iglesias/ Interpreti principali: Russell Crowe, Olivia Wilde, Liam Neeson, Elizabeth Banks, Brian Dennehy, Jonathan Tucker, RZA, Moran Atias / Produzione: Fidélité Films, HWY61, Lionsgate / Distribuzione: Medusa / Paese: U.S.A., 2010 / Durata: 122 minuti

LINK
CULTFRAME. Nella valle di Elah. Un film di Paul Haggis
Sito ufficiale del film The Next Three Days di Paul Haggis
Sito italiano del film The Next Three Days di Paul Haggis
Filmografia di Paul Haggis
Medusa

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