Su Civil War, di Alex Garland, si è scritto e detto molto. Forse troppo. Film sopravvalutato e non proprio illuminante, sembra raccontare l’implosione degli Stati Uniti d’America e invece si perde in una riflessione superficiale sulla rappresentazione della guerra nei media contemporanei. Chi parla di film pieno di cinismo sbaglia, è solo un lungometraggio fortemente prevedibile. L’evocazione di Lee Miller, poi, è decisamente banale.
© CultFrame 04/2024
Potrebbe interessarti anche
Tragedia di Haiti. Quale fotogiornalismo
- diMaurizio G. De Bonis
- 18 Gennaio 2010
Fotogiornalismo italiano, ovvero etica ed estetica queste sconosciute
- diMaurizio G. De Bonis
- 5 Ottobre 2009
Scatti di Guerra. Dallo sbarco in Normandia a Berlino. Mostra di Lee Miller e Tony Vaccaro
- diMaurizio G. De Bonis
- 6 Luglio 2009
CULTFRAME TV. Le immagini sui social media? Illusioni fuorvianti che producono un distacco dalla verità
- diMaurizio G. De Bonis
- 16 Novembre 2022
Maurizio G. De Bonis
Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.