L’inganno. Un film di Sofia Coppola

Sofia CoppolaPer i temi e le atmosfere la letteratura Southern Gothic non poteva che essere nelle corde di una regista come Sofia Coppola che ri/legge The Beguiled, il romanzo di Thomas Cullinan del 1966, dal quale già Don Siegel adattò, nel 1971, il film omonimo (uscito in Italia con l’imbarazzante titolo La notte brava del soldato Johnatan) interpretato da Clint Eastwood e Geraldine Page.

Siamo in Virginia, nel pieno della Guerra Civile; il caporale nordista John McBurney, si accascia ferito in un bosco e viene soccorso dalla piccola Amy, intenta a raccogliere funghi. Ai margini di quella macchia sorge, isolato, il Farnswoth Seminary, una scuola per fanciulle, che appare quasi come un fiabesco avamposto nella desolazione del conflitto. Le cinque giovani studentesse vivono al riparo dall’orrore della guerra protette ma soprattutto “governate” dalla direttrice Martha Farnsworth, interpretata da una impostatissima Nicole Kidman, e dall’insegnante di francese Edwina Morrow che ha il volto di Kirsten Dunst, alla sua terza collaborazione con la Coppola dopo Il giardino delle vergini suicide (1999) e Marie Antoinette (2006).

La regista newyorkese (che per questo film ha ottenuto a Cannes il premio per la regia) ancora una volta, ripercorre quei sentieri emozionali che le sono cari – il turbamento della crescita, lo sgomento dei sensi, il delicato equilibrio delle amicizie femminili… – e appunta la sua attenzione sulle complicità e sui contrasti di quel legame tra donne che sa farsi abbraccio difensivo ma anche cappio fatale. L’arrivo dell’attraente “nemico” spezza improvvisamente la grigia routine della scuola, provocando un notevole sommovimento sia etico, sia emotivo.

Sofia CoppolaAl primo la Farnsworth decide di ovviare in modo pratico non denunciando il caporale ai soldati confederati e impiegandolo anche in attività di fatica al quale l’uomo di buon grado si sottopone più per gettare la giubba alle ortiche che per dimostrazione di imperitura gratitudine; mentre al secondo, la direttrice e le altre sembrano avere più difficoltà ad adattarsi, spinte da quell’inevitabile competizione che la presenza del maschio ha ormai innescato. John, circondato da tanta amorevole bellezza, quasi stenta a credere alla fortuna che gli è toccata in sorte e, con improvvida ingenuità, gioca la carta della virile seduzione segnando, invece, il proprio destino.

Il paragone con il film di Don Siegel potrebbe sembrare imprescindibile ma, di fatto, non sarebbe che un esercizio pleonastico. La storia è sì, pressoché identica ma mettere a confronto le due pellicole – distanti tra loro oltre quarant’anni – non aggiungerebbe granché al significato dell’opera attuale. Come si è già anticipato la Coppola ri/legge il romanzo di Cullinan, ne estrae la materia che la interessa e la riduce, letteralmente, all’osso. La spoglia infatti della carne, intesa soprattutto come elemento palpitante di passione, e ne fa sostanza intangibile di suggestione e di pensiero. Mai come in questo caso la guerra, con il suo carico di morte e di distruzione, è davvero sullo sfondo e a quella scuola ai confini del bosco non arriva che la sua eco: spari e boati che risuonano lontanissimi, soffocati tra l’intrico di fronde che protegge e ripara quel microcosmo femminile.

Sofia CoppolaL’attrazione sessuale, il brivido dell’infatuazione e la sfida a colpi di piccole perfidie per l’uomo conteso diventano, nella scrittura di Sofia Coppola, algidi componenti di un dramma squisitamente cerebrale. La regista sceglie la via della cogitazione e colloca, in una elegantissima messa in scena, le sue protagoniste dirigendole, con mano sicura, in una danza mortale. Ma è una “danza”, appunto, che poco ha a che fare con quella competizione, sotterranea e spietata, in cui le donne vengono messe alle prova. Il rapporto che le lega è tanto stretto quanto inesorabile ma ciò che alla regista interessa mettere in luce non è l’aspetto “femminista” della loro unione quanto la forza di un sodalizio che purtroppo fin da subito lascia chiaramente (e prevedibilmente) intendere dove le condurrà.

Il lato fosco della storia si stempera nel languore ingenuo delle giovani, mentre quel gioco seduttivo e un po’ perverso di chi ha più esperienza viene edulcorato in un esercizio di fascino da romanzo d’appendice, piuttosto che evocare la voluttà di un’opera al nero. L’inganno si risolve così in una rappresentazione di mero ornamento, con Elle Fanning e Kirsten Dunst all’altezza del ruolo in contrasto con Nicole Kidman (fresca di Emmy per la straordinaria performance nella serie Big Little Lies) che qui si limita ad una recitazione fredda e convenzionale e Colin Farrel, personaggio di maniera, inteso come semplice “oggetto” del desiderio.

Un film che pur vantando un’indubbia eleganza formale, finisce quasi per soccomberle, soffocando quell’esprit che avrebbe potuto renderlo coinvolgente davvero.

© CultFrame 09/2017

TRAMA
Virginia, durante la Guerra di Secessione. Un gruppo di ragazze di buona famiglia vive in un collegio dove si insegnano il francese e le buone maniere. Un giorno, una studentessa, trova nel bosco un soldato nordista ferito e, pur essendo un nemico, la direttrice Martha Farnsworth decide di curarlo e di non denunciarlo. La presenza dell’uomo, l’attraente caporale John McBurney, porta scompiglio tra le allieve ma provoca anche un certo turbamento nelle due donne più adulte dando così inizio ad una competizione femminile che farà esplodere drammatici conflitti.

CREDITI
Titolo: L’inganno / Titolo originale: The Beguiled / Regia: Sofia Coppola / Sceneggiatura: Sofia Coppola dal romanzo omonimo di Thomas Cullinan / Montaggio: Sarah Flack / Fotografia: Philippe Le Sourd / Scenografia: Anne Ross / Costumi: Stacey Battat / Interpreti: Nicole Kidman, Colin Farrell, Kirsten Dunst, Elle Fanning, Angourie Rice, Oona Laurence, Emma Howard, Addison Riecke / Produzione: American Zoetrope / Distribuzione: Universal Pictures / Usa, 2017 / Durata: 94 minuti

SUL WEB
Filmografia di Sofia Coppola
Universal Pictures

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