La coincidenza dello sguardo, ovvero un’estetica collettiva tra fotografia e film familiari nel libro di Giuseppe De Mattia

Noli, 1968, (autore del film: Franco Frignani 8mm, num. inv. HMRE BIGI 03, Giuseppe De Mattia /Home Movies, Bologna, 2015

Nell’ambito delle arti visive tecnologiche (fotografia, cinema, videoarte), le vere e inoppugnabili innovazioni linguistiche ed espressive possono, a mio avviso, contarsi sulle dita di due mani. Non di più. Si tratta di fenomeni creativi che hanno contribuito a modificare il modo di guardare, di raccontare il mondo (vedi ad esempio il neorealismo e la nouvelle vague per quel che concerne il cinema), e che possono essere considerati a tutti gli effetti dei “mutamenti straordinari” che hanno lasciato un segno inequivocabile.
In sostanza, la storia di queste forme di espressione (ma potremmo allargare il discorso a tutte le arti in generale) è una storia di (ri)elaborazioni, di cicli e ricicli, di riferimenti e clonazioni, di spinte in avanti e improvvisi ritorni indietro. Quasi nessun artista innova (e ha mai innovato) veramente, quasi nessun autore crea dal nulla (sarebbe impossibile, per altro), quasi nessun fotografo o cineasta è totalmente avulso da un contesto culturale, geografico e sociale molto preciso in grado di influenzarlo fortemente.

Queste riflessioni, che personalmente porto avanti da molti anni, si sono riaccese in me grazie alla lettura di un piccolo prezioso “libretto” in cui mi sono recentemente imbattuto: La coincidenza dello sguardo di Giuseppe De Mattia e Home Movies (Danilo Montanari Editore). Questo agile volumetto presenta “solo” dodici immagini, accompagnate da brevi testi di Giuseppe De Mattia, Ilaria Ferretti, Paolo Simoni, Luca Panaro e Danilo Montanari.

Un viale alberato della Vienna del 1969, un bambino ripreso di spalle a Canazei (1969), una donna seduta nella terrazza di un ristorante a Capri nel 1970, un’altra figura femminile inquadrata di spalle dietro una porta-finestra, una ragazza (probabilmente dentro la postazione di una cabinovia) che guarda il panorama valdostano (1967), due corpi femminili in biancheria intima (Rimini, 1968).

Val d’Aosta, 1967 (autore del film: Adriano Fornaciari 8mm, num. inv. HMRE FORNACIARI 09), Giuseppe De Mattia /Home Movies, Bologna, 2015

Si tratta di fotogrammi estratti da filmati amatoriali in super 8 realizzati da cineasti del tutto sconosciuti a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Tali “registi” giravano questi “documenti privati” nello stesso periodo in cui il noto fotografo Luigi Ghirri strutturava il suo stile visivo, poi trasmigrato (purtroppo) nelle opere di innumerevoli “modesti allievi”, i quali hanno invaso la fotografia italiana fino ai giorni nostri.

L’aspetto fondamentale che emerge riguarda l’assoluta vicinanza estetica tra i fotogrammi isolati dai “filmini” selezionati e il linguaggio di Ghirri, a testimonianza che lo stesso importante autore emiliano si manifestava all’epoca non come caso isolato (e semplicemente geniale), in grado di creare autonomamente uno stile, quanto piuttosto come sublime e acuto strumento creativo di un sentimento estetico collettivo che scaturiva da un luogo, da un ambiente e da un periodo storico-sociale.

Ma c’è qualcosa di più. La coincidenza dello sguardo è una brillante operazione concettuale legata alla questione della memoria. Grazie all’isolamento di questi fotogrammi, alla loro “riutilizzazione”, è stato attuato il principio filosofico dell’attualizzazione del passato, dell’emersione di questo “presunto passato” nel presente grazie alla negazione della fattispecie del tempo “chronos”.

Rimini, 1968, (autore del film: Oreste Baldi 8mm, num. inv. HM BALDI 22), Giuseppe De Mattia /Home Movies, Bologna, 2015
Rimini, 1968, (autore del film: Oreste Baldi 8mm, num. inv. HM BALDI 22), Giuseppe De Mattia /Home Movies, Bologna, 2015

Giuseppe De Mattia e Home Movies, inoltre, hanno scelto di creare delle vere e proprie fotografie da tali fotogrammi, facendole poi realizzare dallo stesso stampatore di Luigi Ghirri (con relativi interventi sulla parte cromatica). È venuto fuori una sorta di piccolo mosaico di elementi di stile e di linguaggio che non può essere casuale. Non può essere considerato, a mio avviso, solo una “coincidenza”. Questa intelligente operazione espressiva ha, infatti, una sua valenza teorica. Non vuole essere solo una tesi precisa di tipo critico, intende configurarsi come un territorio di studio, un’esperienza intellettuale che spinge la mente di chi guarda verso riflessioni di fondamentale importanza che possono essere riassunte in alcune domande.

Qual è il legame vero tra cinema e fotografia? Quale la connessione con il concetto di tempo che accomuna queste due discipline sorelle? Esiste una reale separazione tra estetica creativa amatoriale ed estetica creativa artistico/professionale? Quale funzione ha veramente l’autore nelle arti visive tecnologiche? Cosa significa guardare il mondo e cosa significa cercare di riprodurlo? Esiste un sentimento estetico unico che associa autori che operano nella medesima area geografica e nel medesimo periodo storico? Ovviamente, per rispondere a tali domande (che devono servire da stimolo sia per l’appassionato che per l’addetto ai lavori) non può bastare lo spazio di un post. Tornerò, dunque, su questi aspetti in altri futuri articoli.

© CultFrame – Punto di Svista 06/2016
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)

CREDITI
La coincidenza dello sguardo di Giuseppe De Mattia – Home Movies / Testi: Luca Panaro, Danilo Montanari, Giuseppe De Mattia, Ilaria Ferretti, Paolo Simoni / Editore: Danilo Montanari / Anno: 2015 / Prezzo: 12 euro / ISBN: 9788898120642

SUL WEB
Il sito di Giuseppe De Mattia
Home Movies

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