Albert Nobbs. Un film di Rodrigo Garcia. 29° Torino Film Festival. Festa Mobile

Tratto da un racconto dello scrittore irlandese George Moore, Albert Nobbs è la storia di un cameriere d’albergo che vive nascondendo la sua vera identità di donna. Le ragioni per cui Albert Nobbs si traveste da uomo non hanno esclusivamente a che fare con la difficoltà di trovare un lavoro come accadeva in Victor Victoria (1982) e Tootsie (1982). Qui siamo più dalle parti di Beggars of life (1928) dove Louise Brooks travestita da monello fuggiva le violenze del padre. La violenza esercitata dagli uomini contro le donne, dai ricchi contro i poveri o dai capi contro i sottoposti, è una presenza costante di Albert Nobbs ma essa non è mai banalizzata da forme didascaliche di denuncia.
Anzi, nel suo tono dimesso, il film si fa apprezzare proprio per il suo linguaggio pacato, per la messa in scena essenziale, le musiche sussurrate, i dialoghi misurati. Altro punto di forza della pellicola è il gioco di complicità con lo spettatore che vede una donna travestita laddove i personaggi vedono un uomo. Il gioco si fa particolarmente bizzarro quando ad un certo punto, indossati degli abiti femminili, la protagonista ci appare come un uomo in drag, situazione ormai topica del cinema en travesti.

Albert Nobbs è frutto di un progetto ideato e coltivato per anni da Glenn Close che nel 1982 aveva interpretato il personaggio a teatro nella pièce di Simone Benmussa. Sullo schermo, l’attrice porta la propria androginia di donna matura per metterla al servizio di un personaggio privo di erotismo e per ciò lontano dalle travestite à la Greta Garbo o Julie Andrews. Il suo volto pallido dagli occhi spiritati fa piuttosto l’effetto di un burattino, di una statua di cera, di una sfinge dall’intimità sigillata dentro una corazza di silenzio, soffocata dall’ingombrante corsetto che le stringe il petto. Albert Nobbs è una maschera tragica senza volto, senza passato (è figlia illegittima) e senza nome (quello vero non lo ricorda più), con un corpo mortificato e cancellato da vestiti e scarpe fuori taglia che ben prima e oltre la questione maschile/femminile, ci interroga sulla stessa nozione di “umanità”.
Questo essere alieno per cui l’amore e la sensualità sono ormai scomparsi dall’orizzonte dei desideri, vive ormai solo in funzione dei penny da accumulare per aprirsi un negozietto e perciò si trova completamente confuso e inadatto di fronte ai sentimenti propri e altrui. Particolarmente toccanti sono i personaggi di Hubert e di sua moglie Cathleen (la strepitosa Bronagh Gallagher dei Commitments) grazie ai quali Albert impara goffamente la bellezza e il valore essenziale di relazioni che illuminano una vita altrimenti insopportabile.

© CultFrame 12/2011

 

TRAMA
Nella Dublino di fine Ottocento, Albert Nobbs è un maggiordomo modello in un importante hotel. La sua è una vita apparentemente normale di lavoro e sacrifici. In realtà, Albert è una donna che ormai da anni veste i panni di un uomo: riuscirà a mantenere il suo segreto e a realizzare i propri sogni?


CREDITI

Titolo: Albert Nobbs / Regia: Rodrigo Garcia / Sceneggiatura: Gabriella Prekop, John Banville, Glenn Close / Fotografia: Michael McDonough / Montaggio: Steven Weisberg / Musiche: Brian Byrne / Scenografia: Patrizia Von Brandenstein / Interpreti: Glenn Close / Produzione: Bonnie Curtis, Julie Lynn, Alan Moloney / Paese: Gran Bretagna, 2011 / Durata: 108 minuti

SUL WEB
Filmografia di Rodrigo Garcia
Torino Film Festival – Il sito

 

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