26° Torino Film Festival ⋅ Anticipazioni

Frame dal film “Le cercle rouge” di Jean-Pierre Melville (1970)

Iniziamo dagli elementi più significativi. Certamente il colpo grosso è stato quello relativo al film di Oliver Stone: W. Poi le retrospettive dedicate a Roman Polanski, a Jean-Pierre Melville e alla cosiddetta British Renaissance. Stiamo parlando di quelli che a nostro avviso sono i reali punti di forza della 26° Torino Film Festival, diretto per il secondo anno consecutivo da Nanni Moretti.

Presentato a Roma, alla sala Nuovo Sacher, l’evento piemontese sembra godere, dopo i traumi “politico/organizzativi” dello scorso anno, di ottima salute. Anche la passata edizione andò molto bene, ma le polemiche che la precedettero non furono certo un bello spettacolo. Attorniato dai sui collaboratori, Moretti ha illustrato il programma e ha interloquito con i giornalisti presenti, evitando intelligentemente di deviare il discorso su questioni di carattere politico non inerenti al Festival stesso.

Frame dal film “Shiva – Les sept jours” di Shlomi e Ronit Elkabetz (2008)

I punti di forza, dicevamo. Certamente, la presenza del film di Oliver Stone (W) che aprirà in pompa magna il Festival è notevole, se pensiamo che un lavoro così importante è stato già rifiutato da Roma e non ha ancora trovato distribuzione nel nostro paese. Si annunciano molto interessanti le retrospettive, in special modo quella relativa a Roman Polanski, il quale, nonostante sia nel pieno dell’organizzazione del suo prossimo lungometraggio, ha partecipato fattivamente e con grande entusiasmo all’allestimento della sua personale, che sarà incentrata anche sulla presentazione di opere rare e non legate alla sua produzione classica.

Per quel che riguarda il concorso, quest’anno ci saranno quindici titoli in gara: sette europei, tre statunitensi, e poi un titolo a testa per Cina, Canada, Messico, Brasile, Australia. Tra questi nessun film particolarmente atteso, ma siamo certi che le scelte di Moretti e della sua vice Emanuela Martini ci riserveranno molte sorprese.

Nella sezione Fuori Concorso, da segnalare un’opera del coreano Kim Ki-duk, una del cinese Jia Zhang ke, e un’altra del polacco Andrzey Wajda. In questa parte del cartellone sono stati inseriti anche due film israeliani: Il giardino dei limoni di Eran Riklis (già autore del fortunato La sposa siriana) e Shiva – Les sept jours di Shlomi e Ronit Elkabetz, grandi talenti del cinema israeliano già vincitori con To Take a Wife della Settimana Internazionale della Critica di Venezia nel 2004.

Frame dal film “Il grande progetto” di Vincenzo Marra (2008)

La sezione “Lo stato delle cose” avrà come nucleo tematico “la politica” e proporrà tra gli altri anche un lavoro di Silvano Agosti: La conquista della vita.

Da notare il grande spazio che il Torino Film Festival (ma non è certo una novità) dedica al cinema documentaristico con due distinte sezioni: “Internazionale.doc” e “Italiana.doc”. In quest’ultima parte di programma sono stati inseriti titoli di autori italiani di un certo spessore come Vincenzo Marra (Il grande progetto), Luca Guadagnino (The Love Factory #3 Pippo Del Bono – Bisogna morire) e Daniele Gaglianone (Non ci sarà la guerra).

Anche quest’anno, spazio al recupero di titoli d’esordio che hanno contribuito all’evoluzione della cinematografia italiana, tra gli anni settanta e i primi anni novanta: Irene, Irene di Peter Del Monte, Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci, Immacolata e Concetta di Salvatore Piscicelli, Maledetti vi amerò di Marco Tullio Giordana, Amore Tossico di Claudio Caligari e La bella vita di Paolo Virzì.

© CultFrame 11/2008


INFORMAZIONI
Dal 21 al 29 novembre 2008
Proiezioni: vedi sito
Abbonamento: intero 75,00 euro / ridotto 50,00 euro / Pass giornaliero 8,00 euro
Biglietto: intero 7,00 euro / ridotto 5,00 euro
Direttore: Nanni Moretti

SUL WEB
Torino Film Festival – Il sito

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