La banda Baader Meinhof. Un film di Uli Edel. Cinema – Festa Internazionale di Roma. III Edizione

uli_edel-banda_baader_meinhof1Terza edizione per il Festival Internazionale del Film di Roma e abbiamo già un cambio di direzione. Affidata la nuova gestione al critico Gianluigi Rondi non presenta molte differenze dalle due precedenti. In fondo il neodirettore è arrivato solo a giugno ed era impensabile mettere mano all’enorme kermesse (anche se calderone suona meglio) cinematografico che si tiene già da qualche giorno all’Auditorium di Renzo Piano. Dicevamo da qualche giorno, con molte polemiche (sono già venuti fuori un vietato ai minori di 18 anni e uno ai 14), qualche pellicola noiosa e prevedibile come L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi e un grande western come Appaloosa di Ed Harris. Ma il film che ci ha coinvolto di più è anche quello controverso: Der Baader Meinhof Komplex ovvero La banda Baader Meinhof, del tedesco Uli Edel.
Il film che ripercorre la storia della R.A.F., dai primi attentati alla prigionia dei protagonisti fino all’epilogo del suicidio collettivo del 1977 all’insegna di “Non ci siamo pacificati con quegli anni e con la Raf”. Come ha detto lo stesso regista Uli Edel durante la conferenza stampa. Edel ci ha abituati a temi scomodi fin dall’inizio della sua carriera cinematografica. È suo, infatti, Christiana F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino. Suo è l’altrettanto ambiguo Ultima fermata Brooklyn girato in America.


Il modo scelto dal regista per affrontare l’argomento spinoso del terrorismo è stato quello della spettacolarizzazione, di una lettura cinematograficamente industriale e quasi hollywoodiana di fatti e personaggi, senza però dimenticare le considerazioni storiche ed ideologiche. Considerazioni che intelligentemente sembrano passare in secondo piano. Ma le apparenze ingannano. Il suo film nasce dalla collaborazione con lo scrittore Stefan Aust, autore di un libro inchiesta del 1985 considerato il testo più autorevole sull’argomento. Ecco perché certi temi assumono una rilevanza non secondaria. Ma La banda Baader Meinhof è prima di tutto un grande film d’azione. Un action movie che non rinuncia all’analisi dei rapporti e dei personaggi. Il regista descrive il potere germanico di quegli anni come qualcosa di oscuro che continua ad avere rapporti (ideologici?) con il defunto nazismo mentre avvicina la banda Baader Meinhof ai palestinesi e al terrorismo internazionale. E lo fa senza trascurare alcuni sentimenti che hanno accompagnato a lungo i corridoi della lotta armata, dei governi di quegli anni e soprattutto le loro vittime. Che si tratti della morte “per fame” di uno dei terroristi o dell’omicidio a sangue freddo di un industriale eseguito dalla “seconda generazione”, non è possibile evitare l’emozione e il dolore per la perdita di una vita. In altre parole, il rimpianto per tutto quello che avrebbe potuto essere e non è stato, per il funerale dell’essere umano lasciato senza conforto e in assoluta solitudine in un bosco dove non si sente nessun rumore o nel corridoio di un penitenziario altrettanto silenzioso. E questo fatto che, nonostante le enorme differenze stilistiche, avvicina La banda Baader Meinhof ad un film come Buongiorno Notte di Marco Bellocchio, unica pellicola nostrana che è riuscita a parlare con onestà delle Br e ovviamente del rapimento Moro. Bellocchio l’ha fatto attraverso il sogno mentre Edel attraverso l’azione.

In conclusione, un film come La banda Baader Meinhof può piacere o meno, ma alcune cosa risultano innegabilmente inquietanti, come la descrizione iniziale del “brodo di cultura” e della situazione sociale e politica che portò alla nascita della follia terrorista. Una descrizione drammaticamente simile alla realtà dei nostri giorni.


©CultFrame 10/2008

 

 

TRAMA

Germania Federale, 1967. Durante una manifestazione pacifica contro la visita di Stato dello Scià di Persia Reza Pahlavi, la polizia attacca duramente i manifestanti e spara e uccide lo studente Benno Ohnesorg. Ulrike Meinhof, moglie, madre e giornalista militante della sinistra radicale tedesca, scrive articoli di fuoco contro l’intervento americano in Vietnam e in difesa degli studenti liquidati dal governo e dalla stampa come meri teppisti. Dopo l’incendio in un magazzino di Francoforte, Ulrike conosce e intervista in carcere una delle responsabili: Gudrun Ensslin, figlia disinibita di un pastore protestante, madre di un figlio ripudiato e compagna di politica e di cuore di Andreas Baader. Affascinata dalla forza delle loro idee e della loro azione politica, la giornalista aiuta Gudrun a far evadere il suo compagno nella primavera del ‘70. L’evasione di Baader diventa l’atto di nascita della RAF (Rote Armee Fraktion) e avvia la clandestinità della Meinhof. Baader, Meinhof e Gudrun, compiono attentati dinamitardi e omicidi per abbattere il capitalismo e lo “Stato maiale”. Inaugurano in questo modo dieci anni di piombo e sangue. Dietro di loro resteranno soltanto l’ottusità dogmatica e i troppi caduti incolpevoli.

 

CREDITI

La banda Baader Meinhof / Titolo originale: Der Baader Meinhof Komplex / Regia: Uli Edel / Sceneggiatura: Bernd Eichinger, Uli Edel / Fotografia: Rainer Klausmann / Scenografia: Johannes Wild / Musica: Peter Hinderthur, Florian Tessloff / Montaggio: Alexander Berner / Interpreti: Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Johanna Wokalek, Nadja Uhl, Jan Josef Liefers, Stipe Erceg, Hannah Herzsprung, Heino Ferch / Produzione: Bernd Eichinger / Distribuzione: BIM / Paese: Germania, 2008 / Durata: 149 minuti

 

LINK

Sito ufficiale del film La banda Baader Meinhof

Filmografia di Uli Edel

BIM Film

 

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