Sorrow and Joy. Un film di Nils Malmros. Festival Internazionale del Film di Roma 2013. Concorso

L’incertezza e l’inadeguatezza esistenziale, la fragilità individuale (che bisogna sempre mascherare), i rapporti controversi con le figure genitoriali, l’indecifrabilità del sentimento amoroso, il conflitto tra carriera e legami affettivi, e quello tra il desiderio di essere accettati dagli altri e la volontà di essere totalmente liberi.

Le tematiche affrontate in Sorg og Glæde (Sorrow and Joy), film del regista danese Nils Malmors, sono innumerevoli e tutte decisamente sostanziose. L’architettura contenutistica è organizzata intorno alla vicenda del regista cinematografico Johannes e di sua moglie Signe. Il primo razionale, introverso e dall’animo delicato, la seconda estremamente insicura, depressa e ansiosa e devastata interiormente da una famiglia (di provenienza) caratterizzata da una “maledizione” (madre instabile e insulsa, padre depresso, zio suicida). In questo quadro negativo, l’atto efferato commesso da Signe, il terribile omicidio della figlioletta Maria (di appena nove mesi), si configura come un gesto atroce e disperato di una donna incapace di accettare la propria (possibile) felicità e, di fatto, lasciata sola al suo destino da genitori inetti e distanti e da un marito freddo e dedito alla carriera artistica.

Il film appare impostato in modo algido, lucido e quasi meccanico. Tutto è ricostruito tramite numerosi flash back che accompagnano lo spettatore fino all’esito finale (che è anche evocato all’inizio). Dialoghi pseudo-psicologici, confronti tragici ma sempre contenuti, sguardi apparentemente poco espressivi, interni tristi seppur più che dignitosi. La tragedia di Signe è ricostruita con discreta efficacia anche se il tono del racconto in diversi frangenti si attesta in un territorio che probabilmente è involontariamente ironico.
In special modo, tutte le scene che chiamano in causa il mondo del cinema (i festival di Cannes e Berlino e i set dei film di Johannes) producono un effetto grottesco che genera inquietudine. Se poi la scelta di Malmors era proprio quella di ridicolizzare l’ambiente cinematografico e diffondere germi di ironia macabra (i dialoghi con lo psichiatra forense sono in tal senso indicativi), allora vuol dire che il cineasta danese ha preferito stemperare qua e là l’argomento trattato (anche se in maniera un po’ imbarazzante). Comunque, voluto o no, questo atteggiamento espressivo non fa che generare straniamento nel fruitore che pur avendo la certezza di trovarsi davanti a una dramma esistenziale e umano viene spesso sottilmente spiazzato.

Nonostante questo problema, Sorg og Glæde è un’opera che possiede un’indubitabile sostanza contenutistica e formale. E l’inquadratura finale, con la macchina di Johannes che si allontana nel gelido pomeriggio danese, rappresenta la chiusura perfetta per concludere questo dramma, tipicamente nord-europeo, di isolamento piscologico e angoscia interiore.

© CultFrame 11/2013

TRAMA

Johannes è un regista cinematografico danese, un po’ riservato e molto tranquillo. Una sera conosce in un pub una maestra bella e sorridente, Signe. I due si piacciono e vanno a convivere. L’amore tra loro è molto forte ma pian piano iniziano a emergere i problemi psicologici di Signe, che già durante l’adolescenza aveva tentato il suicidio. La situazione precipiterà quando Signe commetterà un terribile omicidio.

CREDITI
Titolo originale:  Sorg og Glæde / Titolo inglese: Sorrow and Joy / Regia: Nils Malmros / Sceneggiatura: Nils Malmros, John Mogensen / Fotografia: Jan Weincke / Montaggio: Birger Møller Jensen / Scenografia: Marianne Junge / Musiche: Jan Juhler / Interpreti: Jakob Cedergren, Helle Fagralid, Ida Dwinger, Kristian Halken / Produzione: Thomas Heinesen, Stefan Frost, Mogens Johansen, Henrik Underbjerg / Paese: Danimarca / Anno: 2013 / Durata: 107’

LINK
Filmografia di Nils Malmros
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito

 

 

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