Limen. Le opere di Maria Elisabetta Novello in mostra a Roma

Maria Elisabetta Novello. Paesaggi. Photo Pierluigi Buttò
Maria Elisabetta Novello. Limen. Veduta della mostra. Photo Simon d’Exéa
Maria Elisabetta Novello. Limen. Veduta della mostra. Photo Simon d’Exéa

Particelle infinitesimali, corpuscoli che ci circondano nell’arco della nostra intera esistenza. Materia che nella sua apparente inconsistenza genera altra materia, anche vitale. Polveri e ceneri: oltre ad essere pretesto di metafore e racconti con tematiche sia laiche che religiose, sono anche la porta di accesso all’infinitamente piccolo. Soglia oltre la quale i sensi biologici devono dare il passo a sofisticati strumenti tecnologici per accedere oltre il loro limite. Qual è il motivo per cui diversi autori nutrono interesse e attese per queste manifestazioni della materia? Un esempio potrebbe essere Man Ray, con la fotografia L’allevamento di polvere, realizzata riprendendo un dettaglio di un’opera di Marcel Duchamp Il grande vetro. Con tutta probabilità vi è la necessità di generare punti di vista e rappresentazioni concettualmente distanti da quelle della loro contemporaneità.

In questi giorni entrando nella galleria Anna Marra Contemporanea di Roma si può visitare, a cura di Lorenzo Respi, la mostra Limen di Maria Elisabetta Novello. Qui si ha la sensazione della complessità e profondità con cui l’autrice si sia misurata con questi elementi impalpabili: polveri e ceneri appunto. Il percorso espositivo prende avvio da una serie di immagini fotografiche dal titolo Sopralluoghi. Contenute in un apposito libro d’artista, queste immagini testimoniano e contestualizzano, nell’arco di una giornata e in varie zone di Roma, i prelievi di polveri e altri materiali che Maria Elisabetta Novello ha effettuato nelle sue ricognizioni sul territorio della città. In questa prima sala troviamo anche dodici specchi ovali. Su alcuni è stata apposta una soluzione acida, su altri applicate delle polveri. Questi depositi producono uno straniante risultato di riflessione, a volte parziale a volte confuso e sottratto.

Maria Elisabetta Novello. Sopralluoghi, Roma 2015. Azione, time specific, stampe fine art giclée su supporto Hahnemuhle, scatola in ferro, tavolo in ferro. Photo Simon d’Exéa
Maria Elisabetta Novello. Sopralluoghi, Roma 2015. Azione, time specific, stampe fine art giclée su supporto Hahnemuhle, scatola in ferro, tavolo in ferro. Photo Simon d’Exéa

Nell’ambiente successivo osserviamo tre teche di vetro appese al muro, al loro interno sono stati rilasciati diversi strati di cenere con delicati e variegati colori pastello, dal grigio al tortora. Ci sembrano delle arcaiche e raffinate stratificazioni geologiche, depositi visivi di un immaginario paesaggio collinare. Di fronte alle teche, all’interno di tre cornici in metallo, sono posti dei vetrini da laboratorio con applicate sopra delle polveri e altri piccolissimi oggetti. Questi ci mostrano, oltre alla fine consistenza della loro materialità, ulteriori immagini dovute alla luce che attraversa il vetrino. È interessante come l’attraversamento luminoso proietti sulla superficie sottostante una nuova immagine di questa pulviscolare materia.

Maria Elisabetta Novello. Paesaggi. Photo Pierluigi Buttò
Maria Elisabetta Novello. Paesaggi. Photo Pierluigi Buttò

Possiamo altresì osservare altre opere con questa stessa particolare dinamica: una proiezione a parete con un proiettore per diapositive e quattro opere in cornice con applicazioni di polveri e ceneri. Sempre in questo ambiente, esposto nella parete di fondo, troviamo un grande rettangolo realizzato con due lastre in plexiglass sovrapposte. Al loro interno è stato posto un sottilissimo strato di cenere: vediamo apparire un paesaggio, il suo orizzonte indefinito, e si ha la sensazione di perdersi varcando una porta del non percepito.

Nel cortile esterno sono poste sei grandi teche in vetro con altrettanti variegati e stratificati depositi di cenere. L’attenzione per questo mondo quasi invisibile che ci circonda appare attraversato dall’autrice con lo stesso interesse di quando si cammina all’interno di un ambiente e di un territorio sconosciuto. Non sono importanti le dimensioni ma la curiosità e la ricerca per la reciprocità dello sguardo: il nostro e, per riflessione, quello della natura che ci circonda.

© CultFrame – Punto di Svista 02/2016

Maria Elisabetta Novello (Vicenza, 1974). Ha seguito un corso di studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Oltre alla partecipazione in diverse esposizioni, sia personali che collettive, alcune sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private: VAF Stiftung Collection di Francoforte; MART di Rovereto (Tn); Collezione d’Arte Contemporanea di San Vito al Tagliamento (Pn).

INFORMAZIONI
Maria Elisabetta Novello – Limen / A cura di: Lorenzo Respi
Dal 15 gennaio al 20 febbraio 2016
Anna Marra Contemporanea / Via Sant’Angelo in Peschiera 32, Roma / Tel. O6.97612389 / info@annamarracontemporanea.it
Orario: martedì – sabato 15.30 – 19,30

SUL WEB
Anna Marra Contemporanea, Roma

 

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