Fleeting Beauty. Mostra di Donatella Spaziani e Lisa Solomon

donatella_spaziani-lisa_solomon-fleeting_beautyScomodare la categoria filosofica del Bello per costruire l’impianto teorico di una mostra di due artiste contemporanee è un onere non indifferente, che impone al curatore di assumersi la responsabilità di un eventuale scivolone rovinoso o semplicemente di mancare il bersaglio che si ci si è prefissati di centrare. La curatrice Marinella Paderni si appoggia all’architettura del filosofo americano Arthur Danto che ne “L’abuso della bellezza. Da Kant alla Brillo box” affronta in maniera efficace il problema della sparizione – o forse si potrebbe parlare di “mimetizzazione” – della bellezza nell’arte contemporanea, categoria soverchiata dal brutto, dall’orrido, dal grottesco e da tutte le altre espressioni non convenzionali del sentire artistico, legittimate dall’avvento del Sublime ottocentesco e dagli altri portati storici del secolo, per presentare il lavoro di Lisa Solomon e Donatella Spaziani, accostate in una bipersonale dal titolo evocativo: Fleeting Beauty, bellezza fugace.

Solomon e Spaziani sono due artiste che sviluppano discorsi apparentemente poco vicini; l’una, californiana, dedicandosi alla realizzazione di opere dall’aspetto estremamente delicate, composte da tessiture e intrecci di fili di cotone colorato, sovente ricamati o disegnati su fogli di carta trasparente, che accostano elementi apparentemente discordanti, valorizzandone la contradditorietà attraverso un’operazione di disvelamento; l’altra, italiana, incentrandosi sull’utilizzo della documentazione fotografica, del collage e della scultura per sviluppare una ricerca sul tema dell’ambiguità dell’identità, sul rapporto tra io e ambiente circostante, attraverso il veicolo del proprio corpo, metro di misura del mondo e mezzo per dialogare con la realtà.

Si direbbe, in prima istanza, che la bellezza fugace che dà il titolo all’esposizione risieda nella fragilità delle immagini realizzate dalle artiste, in un carattere di transitorietà, sospensione, una forma di pudore nella messa in scena che permea i ricami, inchiodati al muro con degli spilli come farfalle da collezione, o nei busti di cuoio pregiato che sembrano danzare al centro della sala principale. Se si aguzza lo sguardo, però, gli indizi conducono altrove, e ritorna alla mente il discorso di Danto: non si tratta quindi di una qualità sensibile quella che accomuna le opere, bensì dell’intenzione chiara di spostare l’attenzione al processo di creazione dell’opera, che assume su di sé quel valore di senso, quella stessa bellezza che in passato è stata estrinseca all’opera.

lisa_solomon-tierras_bajasIn questa ottica, sembra significativa la scelta di Solomon di utilizzare le immagini di virus e tossine, elementi che abitano i corpi, nell’immaginario comune pericolosi agenti di malattie e di intossicazione. L’artista ne riprende la struttura e la ripropone disegnandola o ricamandola, ottenendo delle piacevoli forme geometriche fortemente decorative che contraddicono la natura negativa degli agenti stessi. Massimizzati riproducendoli sulla parete della galleria, collegati da sottili tratti grafici, dislocati con apparente levità nello spazio espositivo, i ricami appaiono più come dei fiocchi di neve, dei raffinati centrini che delle terribili strutture genetiche, possibili dispensatrici di morte. Anche l’atto del ricamare sembra una metafora ideale di quest’operazione di trasposizione della bellezza, dove il senso stesso di quel fare artigianale è racchiuso nell’ingegnoso disporsi del filo, dei movimenti della mano che lo intesse, ancor più che nel risultato finale dell’oggetto ottenuto.

donatella_spaziani-grammatiche_fossiliSu un piano diverso, ma lavorando sul medesimo tema, Donatella Spaziani propone delle immagini che sono il risultato finale di una collocazione del suo corpo nello spazio, in luoghi materiali che si trovano a confronto con luoghi percettivi e mentali dell’artista. L’opera, sebbene approdi ad una forma finale risolta e conchiusa, è la registrazione di questo processo, di questo atto di “misurazione” del reale attraversò il sé fisico, e rimane problematica. Lo stesso corpo scompare, è sfuggente negli scatti della serie “Roma”, dove si vede transitare in un’abitazione anonima e lascia posto alla rappresentazione di un’ombra, che si adagia su cartine geografiche o su carte da parati, animando con la sua massa in negativo questi luoghi minimali.

Sia nella ricerca di Lisa Solomon che in quella di Donatella Spaziani si può rinvenire una chiara attitudine anti-spettacolare, che conduce a una riflessione sul fare artistico che è anche una cifra comune ad una rilevante parte della produzione attuale. In antitesi con le seduzioni di quell’arte che mutua il linguaggio estetico della moda o con l’immediatezza del documento fotografico di reportage, che ha spesso l’arroganza di rappresentare il reale senza filtro alcuno, la mostra pone degli interrogativi importanti allo spettatore, che non può adagiarsi nella fruizione estatica dell’opera, né farsi titillare dagli ammiccamenti della star di turno dell’art system. Qualcosa sembra ricordarci che la bellezza è inquieta, e dove abita Elena di Troia alberga la guerra. A chi guarda rimane l’onere di dover superare la soglia della superficie, realizzando una sorta di operazione di ecologia visiva per sgomberare il campo dall’affastellamento di immagini che occupa il nostro vedere rendendolo ottuso, costruendo o ri-costruendo un sentimento del bello che abbia a che fare con una costituzione di senso. Uno spettatore attivo e che si riappropri del proprio sguardo, azione eroica che da almeno vent’anni possiamo considerare alla stregua di un’utopia.

© CultFrame 04/2011

IMMAGINI
1 Fleeting Beauty. Donatella Spaziani e Lisa Solomon. Installation view. Galleria Nicoletta Rusconi. Photo: Luigi Acerra. Courtesy: Nicoletta Rusconi
2 Tierras Bajas. Lisa Solomon, 2010, acrylic, ink, crocheted doilies, glass head pins, cm 15×15, polyptych. Photo: Luigi Acerra. Courtesy: Nicoletta Rusconi
3 Grammatiche fossili. Donatella Spaziani, 2007, calf skin over plaster, dimensioni variabili. Photo: Luigi Acerra. Courtesy: Nicoletta Rusconi

INFORMAZIONI
Fleeting Beauty. Mostra di Donatella Spaziani e Lisa Solomon / a cura di Marinella Paderni
Dal 31 marzo al 10 giugno 2011
Galleria Nicoletta Rusconi / Corso Venezia, 22, Milano / telefono: 02.784100 / info@nicolettarusconi.com
Orario: martedì – sabato 11.00 – 19.00 / chiuso lunedì e domenica / Ingresso libero

LINK
Il sito di Lisa Solomon
Galleria Nicoletta Rusconi, Milano

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