È fuor di questione che l’intelligenza artificiale possa fornire strumenti fondamentali per l’attuazione e l’evoluzione del lavoro giornalistico ma è altrettanto inoppugnabile che ormai se ne fa un uso devastante, poco trasparente se non, addirittura, scorretto professionalmente.
Fornisce lo spunto per una riflessione l’ampio e circostanziato articolo firmato da Alessia Pizzi, pubblicato sul sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, articolo dal quale si possono trarre numerose informazioni utili per comprendere il fenomeno.
Ma c’è un problema enorme che bisogna evidenziare (ed è qui che si annida l’uso non corretto dei sistemi di I.A.): la proliferazione incontrollata di articoli firmati da (pseudo) giornalisti che in verità non fanno alcuno sforzo intellettuale e professionale, delegando l’intera scrittura dei testi a sistemi di I.A. Basta leggere con attenzione: questi pezzi fasulli, artificiali e apparentemente (troppo) perfetti, infatti, si riconoscono in maniera inequivocabile.
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