Petite maman ⋅ Un film di Céline Sciamma ⋅ 71° Berlinale ⋅ Concorso

Nelly ha otto anni, sua nonna è morta senza che lei riuscisse a dirle bene addio e sua mamma, Marion, soffre a dover svuotare la vecchia casa di campagna della sua infanzia. Così, una mattina Nelly si sveglia e la mamma è tornata in città. Mentre il padre termina il riordino, lei scandaglia i cassetti, il vecchio armadio a muro, tra scatole di latta e oggetti polverosi. Ma quel che l’attrae di più è il bosco, dove vorrebbe costruire una capanna come sa che sua mamma aveva fatto da bambina. Ed è lì che, la stessa mattina in cui la madre è partita, incontra una coetanea di nome Marion intenta proprio a costruirne una. Quando la pioggia le sorprende, Nelly si rifugia dalla nuova amica scoprendo che vive in una casa in tutto e per tutto identica a quella dove la mamma ha trascorso l’infanzia. Giorno dopo giorno, tra le due si instaura un’amicizia pura e semplice: fanno merenda, giocano, recitano, parlano. In Petite maman, l’inverosimile irrompe nella realtà con la naturalezza degli incantesimi nelle fiabe o come l’esito di quei patti che si instaurano nei giochi infantili: “facciamo che eri mia madre…”.

Céline Sciamma torna a filmare l’infanzia, che tanto elegantemente aveva affrontato in Tomboy (2011), per ritrarla come uno spazio dell’anima dove trovano origine e rifugio le paure più profonde, le malinconie più acute ma anche le possibilità più sconfinate di dare corso all’immaginazione. Questo senso del possibile e del fantastico ad altezza di bambina trova nel cinema le risorse per realizzare una delle più grandi utopie umane: viaggiare nel tempo. Conciliando magia e realismo intimo, Petite maman racconta di una figlia che incontra la propria madre da bambina. Il bosco è come una capsula del tempo, con le stesse tinte autunnali degli interni casalinghi tra carte da parati stinte e mobilio démodé, che trasporta Nelly a ventitré anni di distanza; è l’incubatrice di un affetto, il luogo profondo dove si intreccia un amore madre-figlia al di là di ogni dimensione spazio-temporale e oltre ogni conflitto generazionale.

Il sogno di portare indietro le lancette dell’orologio si lega sempre alla speranza di poter intervenire sul destino, rimediare agli errori commessi, dire intensamente addio a qualcuno sapendo che non ci sarà un domani. Questo avveniva nella storica serie tv Quantum Leap in cui ad ogni puntata il deus ex machina Dean Stockwell inviava il suo emissario Scott Bakula in luoghi e contesti sempre diversi del passato nel tentativo di deviare in meglio il corso di una o più vite o della Storia stessa. Sciamma rivisita questa idea adattandola a un racconto di formazione e di elaborazione del lutto denso di emozioni. Se Nelly, che per Marion viene dal futuro, permette all’amica di scoprire che da grande avrà una figlia e l’operazione che sta per subire avrà esito positivo, Marion è per Nelly la messaggera di una rassicurazione importante ma che non esaurisce ogni pena filiale: non sei tu la causa del mio dolore.

Curatissimo nel montaggio e nella composizione di ogni inquadratura, Petite maman porta sullo schermo una temporalità astratta propizia al racconto di un’interiorità infantile articolata. Sciamma sa disegnare l’infanzia in modo non stereotipato grazie alla complicità di due notevoli interpreti (sorelle nella vita) di cui lei stessa ha curato l’abbigliamento che trasgredisce e interroga le norme di genere. Non mancano poi, come in altri suoi film, i giochi di travestimento e di ruolo che spingono a parlare con molta cautela di un ritratto “al femminile” poiché c’è una bella differenza tra essere una bambina ed essere femminile. Un gioiello piccolo, ma solo per la breve durata di 70 minuti, capace di ricordarci che il potere del cinema è l’unica consolazione di fronte all’impossibilità di proteggere chi amiamo dalle sofferenze del futuro e da quelle del passato.

© CultFrame 03/2021

TRAMA
Nelly ha otto anni e aiuta i genitori a svuotare la vecchia casa della nonna appena morta. Quand’era bambina, la mamma si era costruita una capanna nel bosco attorno a quell’abitazione. Una mattina, Nelly si sveglia e la mamma se n’è andata perché era troppo triste. Durante la sua assenza, Nelly incontra una bambina nel bosco, che è proprio impegnata a costruire una capanna…

CREDITI
Titolo originale: Petite Maman / Regia: Céline Sciamma / Sceneggiatura: Céline Sciamma / Interpreti: Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse, Stéphane Varupenne, Margot Abascal / Fotografia: Claire Mathon / Montaggio: Julien Lacheray / Scenografia: Lionel Brison / Musica: ParaOne / Produzione: Lilies Films / Francia, 2021 / Durata: 70 minuti.

SUL WEB
Filmografia di Céline Sciamma

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