Sweet Movie ⋅ L’anarchia trasgressiva di Dusan Makavejev

Frame del film "Sweet Movie" di Dusan Makavejev

Più di un anno fa, nel gennaio del 2019, moriva Dusan Makavejev proprio a Belgrado dove era nato, dopo aver girato mezzo mondo. Aveva 86 anni. I giornali più importanti in Italia hanno ignorato la notizia e insieme a loro anch’io. E oggi quasi mi vergogno. Ma in fondo, i necrologi non sono mai stati il mio forte. Comunque, ditemi perché l’Italia avrebbe dovuto spendere inchiostro per scrivere di un autore che aveva deriso, che aveva indicato come un pornografo e più volte censurato come si trattasse di un regista di film hard (stessa sorte toccò ad Alberto Cavallone, ma lui era italiano ed era di un’altra pasta, e a Walerian Borowczyk). Unica eccezione fu fatta per Sweet Movie, poiché la cura fu di Pier Paolo Pasolini e di Dacia Maraini.

Chissà che cosa aveva visto il Poeta in quel capolavoro (non il miglior film di Makavejev ma pur sempre un capolavoro); non glielo possiamo ormai chiedere, purtroppo. E Pasolini addirittura tradusse il testo che il greco (Premio Oscar I ragazzi di Pireo) Manos Hadjidakis compose per il film la funerea Ta Paidia kato ston kampo (trl: I ragazzi giù al campo).

Quando mi è capitato di intervistare Carol Laure per un suo film canadese, sinceramente (e qui faccio riferimento a Pier Paolo Bocchi) “una palla infinita”, non volle parlare di Sweet Movie. “È un brutto film”, disse. Avrà letto magari qualche recensione italiana, ho pensato io. E la stessa cosa mi disse Maria Schneider. Perché l’estremo continua a fare paura. E perché mai le esibizioni di Carol Laure devono essere, secondo alcuni, paragonate esclusivamente alle esibizioni ginniche di Ilona Staller? Scusate, ma mi rifiuto di chiamare l’attrice ungherese con il suo nome d’arte.

Dopo tutto ciò, passiamo al film vero e proprio. Adele Galloti scrisse da Cannes (dove il film fu presentato): Dolce film” per il sequestro – Senza limiti le descrizioni del regista slavo. Un film che chi aveva visto sulla croisette non credeva certo avrebbe potuto passare la nostra censura, invece ce la fece. La pellicola, comunque, fu subito sequestrata, nonostante l’intervento di Pasolini e della Maraini, intellettuali di prim’ordine, e tagliata in svariati punti, e non solo nei brani sessuali.

Frame del film "Sweet Movie" di Dusan Makavejev

Bisogna ammettere come Sweet Movie sia forse il film più godardiamente narrativo del regista jugoslavo (serbo diremmo oggi). Ci sono due linee narrative: la prima segue le disavventure della vincitrice del concorso ginecologico Miss Cintura di Castità 1984. La donna prima sposa un miliardario dal pene d’oro e dalla predilezione per l’urolagnia, ma poi fa del sesso “liberatorio” con un nero muscoloso, quindi in fuga a Parigi incontrerà il vero amore restandogli avvinghiata in un amplesso troppo focoso. Dopo l’inutile esperienza in una comune viennese dove si praticano l’infantilismo e il culto delle deiezioni corporali come sfogo terapeutico, la protagonista accetta di fare il bagno nuda nella cioccolata (facile allegoria delle feci) per uno spot pubblicitario, morendo soffocata.

La seconda storia vede un marinaio del Potëmkin (si, quello!) imbarcarsi sulla Survival, una chiatta che risale la Senna addobbata con la testa di Marx sulla prua; ma il capitano che ha riempito la stiva di zucchero per togliersi di bocca “l’amaro sapore” della rivoluzione, è una donna maniaca omicida che seduce e ammazza tre bambini prima di fare lo stesso con il marinaio, pugnalato a morte in mezzo a un mare di zucchero

Ho provato a dare un ordine alla fantasia di Makavejev. Ma è difficile farlo. Esattamente come è difficile farlo in un puzzle surrealista. E i riferimenti al Movimento Panico si confermano con la partecipazione di Roland Topor, mentre in una piccola parte ci sono legami con l’Azionismo Viennese (movimento fondato da Otto Muhel), soprattutto in una sequenza di stampo buñueliano, che manca completamente dalla versione italiana, e in cui lo stesso Muhel, Otmar Bauer, Gupsy Marpessa Dawn Menor (già celebre come interprete di Orpheus Negro) e altri vomitano, defecano e si urinano addosso cerando cosi di liberare il corpo dalle cose inutili e superflui.

Sweet Movie è forse il film più pessimista del maestro serbo. Tutti muoiono. E non a caso Teo Anghelopoulos ha utilizzato nel suo capolavoro Lo sguardo di Ulisse l’idea della statua di Lenin che scende il fiume sulla nave, esattamente come il maestro, ancora jugoslavo, utilizzò la testa di Marx (eravamo nel 1974, il comunismo era vivo e vegeto) come prua della sua imbarcazione. Un delirio contro il comunismo in cui la capitana della nave, prima violenta intellettualmente i bambini e poi li uccide. E uccide anche il marinaio di Potemkin, che si chiama Lev Bakunin, non solo perché è pazza, ma perché Anne Prugnal, che la interpreta, è la coscienza sporca di una madre che offre i suoi figli come sacrifico a una ideologia malata.

Frame del film "Sweet Movie" di Dusan Makavejev

È un itinerario dispersivo, spesso egocentrico, quello che ci propone Dušan Makavejev, con lampi di genialità visiva e ideologica (Bakunin, ultimo rappresentante della corazzata Potemkin perciò ultimo vero comunista, e Dusan amava ad oltranza Ejsenstein), e così il marinaio si unisce alla protagonista su un letto di zucchero, a sua volta simbolo dei crimini staliniani coperti dalla politica applicata dal Partito e basata sull’ignoranza e la falsità. Per passare poi a Mr. Kapital, con il suo membro d’oro, che, sorvolando in elicottero le cascate del Niagara, prospetta in un monologo delirante un futuro comicamente cyber per quel paradiso, con butades anarchiche smoderate che si trasformano subito in disordine parossistico. In altre parole il Capitalismo in tutta la sua gloria morbosa.

Quello che riesce meglio a Dušan Makavejev è il saper travalicare i limiti dell’estremo, fotogramma dopo fotogramma, con un cattivo gusto (voluto) tanto provocatorio quanto indifferente ai buoni pensieri non solo dei paciosi borghesi. Anarchia totale, caos, follia, Sweet Movie è una pellicola barocca a livelli iperbolici, è un’opera che va oltre qualsiasi definizione (Muhel l’ha definita Kitsch) da far rabbrividire i borghesi di tutto il mondo, ma soprattutto è un film facilmente fruibile, se ci si lascia trascinare dal suo non sense senza cercare spiegazioni. Bisogna abbandonarsi alle sensazioni che ci danno le immagini, immagini piene di simboli che hanno come ultimo scopo quello di farci rendere conto di come sia il mondo in cui viviamo.

Esiste solo una versione in Dvd negli USA, e non so se è quella integrale. Io ho visto il film al cinema in Grecia e vi assicuro mi ha messo molta ansia (ma ne è valsa la pena); in tal senso la scena del delirio borghese è rimasta in me indelebile.

Carol Laure dopo questo film ha cercato di ripulire la sua immagine pubblicando alcuni Lp di successo in Canada. Sami Frey era già un affermato attore in Francia, la polacca Prugnal ha lavorato con alcuni maestri come Fellini ne La città delle donne, Roger Vadim e Mathieu Amalric. Pierre Clementi era un piccolo grande divo basti pensare alPorcile di Pasolini e in fondo sempre stato un attore anti-convenzionale.

Dusan Makavejev ha firmato ancora alcuni film, ha lanciato Greta Scacchi con Coca Cola Kid, ma vi dico che dopo Sweet Movie “non vedrete mai più niente di simile”.

TRAMA
Miss America è sposata a un grottesco milionario americano, ma il marito è impotente e lei fugge. Ha diverse altre avventure tra Parigi e Vienna e alla fine, delusa, accetta a scopo pubblicitario di immergersi nuda in un bagno di cioccolata, finendo soffocata. Nell’altro episodio, un marinaio dell’incrociatore Potemkin sale su una nave con la prora a forma di Karl Marx dove vive una donna in mezzo a una grande quantità di zucchero. Costei ucciderà sia lui che alcuni bambini e finirà in manicomio.


CREDITI

Titolo originale: Sweet Movie / Titolo italiano: Sweet Movie – Dolcefilm/ Regia: Dusan Makavejev / Sceneggiatura: Dusan Makavejev, France Gallagher/ Fotografia: Pierre Lhomme / Montaggio: Yann Dedet / Musica: Manos Hadjidakis / Interpreti: Carol Laure, Sami Frey, Anna Prugnal, Pierre Clementi, Roland Topor, Marpessa Down/ Produzione: Richard Hellman, Vincent Malle / Etichetta distributore: Gaumont / Anno produzione: 1974 / Anno distribuzione: 2007 / Durata: 98 minuti (originale)

SUL WEB
Filmografia di Dusan Makavejev

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