La luce sugli oceani. Un film di Derek Cianfrance

Derek CianfranceIl povero Tom Sherbourne, reduce disturbato dalla guerra, ha un solo desiderio: ritirarsi a fare il guardiano del faro su un’inospitale isola al largo della coste australiane, un “buen retiro” ove scordare gli orrori passati. In sintesi il senso del banale mélo di Cianfrance potrebbe riassumersi in “meglio soli che male accompagnati”, poiché l’esiziale incontro con Isabel gli procurerà disperazione, angoscia e infine galera.

Già autore di Blue Valentine e del più che discreto Come un tuono, Cianfrance aveva dichiarato la propria passione per il melodramma virato secondo un’estetica contemporanea e coinvolgente, una versione aggiornata delle tematiche classiche, amore, tradimento, dramma famigliare, crimini, violenza e redenzione, utilizzando la moderna laconicità di Ryan Gosling per aggiornare un genere di gran successo. Operazione fallita con questo eterno polpettone che ricicla tutti i cliché estetici e narrativi del mélo: dalle scogliere tempestose al crescendo di archi, dai bimbi contesi alle madri dolorose, fino al tripudio di dolly, carrelli e skycam. Perfino la scelta dei protagonisti risulta poco efficace, con Fassbender monotono e imbambolato al limite dell’autismo e Vikander forse troppo acerba per un ruolo tanto “pesante”, sottolineato dallo spietato zelo del regista nell’illustrare i due aborti consecutivi.

Derek CianfranceMa il problema di fondo de La Luce sugli oceani è che l’autore si adagia su un’estetica narrativa classica senza però l’eccesso flamboyant alla Douglas Sirk, il colpo di scena, il climax e, infine, il pianto liberatorio: il suo è un melodramma senza mélo, senz’anima, un compitino diligente, ma freddo e noioso. Non si riesce a provare empatia per i protagonisti, semplici figurine stagliate sulla scogliera, in un guazzabuglio di metafore bibliche e simbolismi talmente puerili da appesantire l’intero impianto, mentre il racconto arranca faticosamente tra banalità ed emozioni soltanto esibite: Cianfrance non ci risparmia nulla, come se il suo scopo fosse confezionare un “bignamino” del melodramma, una sorta di formulario pronto all’uso, il faro, la tempesta, il bimbo perduto, la morte, ecc… .

Il gioco è chiaro fin dai primi minuti ed è imperdonabile che per raccontare il nulla ci vogliano ben più di due ore, ma per chi volesse singhiozzare davvero consiglio Alabama Monroe (Van Groeningen, 2012), straordinario esempio di come ancora oggi sia possibile realizzare un mélo moderno e travolgente.

© CultFrame 03/2017

TRAMA
I coniugi Sherbourne stanno facendo di tutto per avere un figlio, ma senza successo, quando trovano una neonata abbandonata in una barca alla deriva e la allevano in segreto come fosse loro. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d’attenzione diventa la luce della loro vita, finché non scopriranno che la vera madre della piccola sono anni che la cerca senza riuscire a darsi pace. Tormentati dal dilemma se svelare il segreto perdendo così la figlia che ormai sentono come loro, la coppia inizierà a disgregarsi.


CREDITI

Titolo: La luce sugli oceani / Titolo originale: The Light Between Oceans / Regìa: Derek Cianfrance / Sceneggiatura: Derek Cianfrance dall’omonimo romanzo di M.L. Stedman / Fotografia: Adam Arkapaw / Montaggio: Ron Patane, Jim Helton / Scenografia: Karen Murphy / Musica: Alexandre Desplat / Interpreti principali: Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Jack Thompson, Bryan Brown/ Produzione: Dreamworks, Participant Media, Reliance Entertainment / Distribuzione: Eagle Pictures / Paese: U.S.A., 2016 / Durata: 132 minuti

SUL WEB
Filmografia di Derek Cianfrance
Eagle Pictures

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