La plumbea Londra vittoriana negli orrori di Penny Dreadful

L’orrore a buon mercato. Omicidi, paura e sangue al costo di pochi spiccioli. L’Inghilterra del XIX secolo così intratteneva il volgo: con pubblicazioni periodiche dove abbondavano efferatezze condite di terrore. Erano i penny dreadful che, al costo della moneta da cui prendono il nome, offrivano ai lettori avidi di storie orrorifiche, crudeltà e delitti di ogni sorta. Il pulp ante litteram venduto, di solito, in fascicoli settimanali.
Contraddistinte da una prosa banale non priva di errori e da uno stile dozzinale, queste pubblicazioni hanno ispirato la letteratura a venire e personaggi destinati a diventare celebri come, per esempio, il diabolico barbiere Sweeney Todd, che fa la sua prima apparizione, tra il 1846 e il 1847, sul penny dreadful “The String of Pearls: A Romance”.

Vicende grondanti sangue, molto sangue, che appassionavano gli inglesi, e non solo, dell’epoca ma il cui fascino macabro ha continuato e continua ad ammaliare lettori (e spettatori) fino ad oggi. Tra questi anche Sam Mendes che, insieme al suo compagno di squadra John Logan (vedi Skyfall) si è imbarcato, come produttore, in un’avventura televisiva a tinte fosche chiamata, appunto, Penny Dreadful, andata in onda in Usa sulla tv via cavo Showtime nel maggio di quest’anno e ancora inedita in Italia. Logan, già sceneggiatore de Il Gladiatore, Hugo Cabret e, guarda caso, del burtoniano Sweeney Todd, firma tutti gli 8 episodi della prima stagione e, nonostante, agli inizi, si parlasse proprio di Mendes alla regia, almeno del pilot, è stato, invece, lo spagnolo Juan Antonio Bayona – già appassionato frequentatore del genere considerando il suo The Orphanage (2007) – a dirigere i primi due episodi: Night Work e Séance.

Non poco debitore a The League of Extraordinary Gentlemen, il fumetto di successo ideato da Alan Moore, Penny Dreadful attinge a piene mani dai grandi classici della letteratura horror, da Frankenstein a Dracula, passando per Dorian Gray, i licantropi e i cacciatori di vampiri. La trama, in sé, seppur ben costruita, non brilla per originalità ma è la messa in scena a catturare – e perché no, addirittura ammaliare – lo sguardo.
Nella plumbea Londra vittoriana si aggirano personaggi bizzarri che sembrano fuggire, ciascuno a suo modo, da un cupo passato. Miss Vanessa Ives (Eva Green), dall’inquietante, pallida, bellezza, ingaggia Ethan Chandler (Josh Hartnett), un americano che si esibisce come tiratore scelto negli spettacoli itineranti ma anche un avventuriero che si è lasciato alle spalle una famiglia della quale rinnega il lignaggio. La sua missione è quella di difendere, attaccare e, senza scrupolo alcuno, uccidere ogni volta che si verrà a trovare in situazioni non proprio facili da comprendere. Al centro di tutto c’è la sparizione di Mina, la giovane figlia di Sir Malcom Murray (Thimoty Dalton), vittima di un oscuro sortilegio. Per riavere a sé la giovane, Sir Malcom sarà disposto a tutto e per farlo non esiterà a ricorrere ai mezzi più estremi, grazie soprattutto all’aiuto di Vanessa, alla quale è legato da un ambiguo rapporto di amore/odio.
In un intreccio di misteri Penny Dreadful, puntata dopo puntata, svela –  parzialmente –  il volto, spesso raccapricciante, di tutti i personaggi ma lascia chiaramente intendere che, oltre il destino infausto della giovane Mina, ci sia molto, ma molto di più da scoprire.

Possessioni diaboliche, evocazioni di creature infernali e gli inevitabili esorcismi non sono certo una novità nei serial tv, tuttavia questo si distingue per uno straordinario impatto visivo che fa di ogni immagine un vero e proprio insieme pittorico. L’impianto scenografico e la cura dei dettagli, (i costumi sono di Gabriella Pescucci) degni di un blockbuster per il grande schermo, nonché una regia che ha ben poco di televisivo, fanno di Penny Dreadful un prodotto davvero “a parte” nel panorama, ormai vastissimo e qualitativamente alto, delle serie.
La derivazione letteraria sembra rendere la vicenda più familiare agli spettatori, tuttavia l’utilizzo di un tòpos riconoscibile (il sostrato umano/diabolico di Dracula, Dorian Gray o del dottor Frankenstein) viene mescolato, con immaginifica eleganza, ad una vicenda (il rapporto tra Vanessa e Malcom e l’immagine speculare Vanessa/Mina) che lascia presagire lo svelamento di un tragico familiare che, più universalmente, attiene alla miseria umana. Il padre che tenta disperatamente di salvare la figlia, infatti, sembra non far altro che battersi per la propria espiazione, così come Miss Ives, ma anche Chandler, Dorian e il travagliato Frankenstein, agiscono mossi da un senso di colpa che segnerà, in modo irrimediabile, il loro destino.
La natura insalvabile di (un certo) animo umano fa che si esplori, metaforicamente e non, il locus horridus di quel terribile binomio che è amore e morte e in cui il sesso, bataillenamente, permea la carnalità – esplicita – di un lugubre quanto voluttuoso, senso della fine.

Gli attori, perfettamente in parte, contribuiscono al tocco squisitamente cinematografico di Penny Dreadful e, in particolare Eva Green, si dimostra all’altezza del suo personaggio, enigmatico e infido, interpretando una Vanessa in grado di sprigionare, in differenti toni espressivi, innocenza, erotismo e puro terrore con straordinaria credibilità. Non da meno sono i comprimari; su tutti Alun Armstrong (classe 1946 e attore inglese della Royal Shakespeare Company), il cinico teatrante Vincent Brand, che è stato protagonista di Sweeney Todd sui palcoscenici londinesi in un ruolo che gli è valso un Olivier Award ed ha lavorato, per rimanere in tema horror, anche in Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton e Van Helsing di Stephen Sommers.

Penny Dreadful, nei primi 8 episodi, sembra preparare il terreno – specialmente nella bellissima ultima puntata Grand Guignol – al principale svelamento che dovrebbe rivelarsi il cuore pulsante dell’intera narrazione. L’aspettativa è indubbiamente alta e, auspichiamo, non venga delusa. Il male, quindi, continua ad affascinare, nel suo fagocitare le esistenze e farle a pezzi come il Visconte di Calvino e quella volontà che “tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani”.

L’appuntamento è a gennaio 2015, con la seconda stagione di 10 episodi.

© CultFrame 12/2014

 


CREDITI

Titolo originale: Penny Dreadful / Ideatore e sceneggiatore: John Logan / Regia: Juan Antonio Bayona (episodi 1-2), Dearbhla Walsh (episodi 3 – 4), Coky Giedroyc (episodi 5 -6), James Hawes (episodio 7-8) / Musica: Abel Korzeniowski / Scenografia: Jonathan McKinstry Costumi: Gabriella Pescucci / Interpreti principali: Eva Green, Timothy Dalton, Josh Hartnett, Harry Treadaway, Rory Kinnear, Danny Sapani, Billie Piper / Produttori: John Logan, Sam Mendes / Paese: Usa, Regno Unito / Prima stagione: 8 puntate da 60 minuti / Prima tv: Stati Uniti / Data: 11 maggio 2014 / Canale: Showtime

SUL WEB
Sito ufficiale della serie tv Penny Dreadful

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