Showtime. Un film di Stanley Kwan. 67a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Fuori Concorso

stanley_kwan-showtimeEvidentemente, la sindrome Amici deve aver colpito in modo più che devastante anche l’immaginario cinese. La trama del film di Stanley Kwan Yong xin tiao (Showtime) ripercorre (in modo del tutto involontario e casuale, ovviamente) situazioni, sensazioni e tensioni della trasmissione televisiva italiana (che a sua volta affonda le sue radici nella celebre serie Saranno Famosi e in altri programmi internazionali) e ci fa pensare che i danni della globalizzazione planetaria siano ancor più devastanti di quello che si potesse immaginare. Tutti i giovani del globo, in pratica, sembrano avere le stesse penose ambizioni.

Ma andiamo con ordine.

Shanghai, città ultra-moderna, iper-tecnologica, metropoli piena di grattacieli e di caos, stimola nelle nuove generazioni post-adolescenziali solo il desiderio di dimenare i fianchi e fare intollerabili “ruote” su un palcoscenico, davanti a un pubblico di modeste pretese. Il successo, la bravura, la volontà di emergere nel mondo dello spettacolo. Cos’altro si può volere dalla vita?
Kwan, però, non intende soffermarsi sull’inquietante pochezza delle aspettative dei giovani protagonisti, anzi esalta in modo estetizzante la loro crescita umana e artistica, certamente evidenziando conflitti e delusioni, ma puntando più che altro sul sentimento dell’amicizia.

Yong xin tiao produce nello spettatore una tendenza alla noia che, oltretutto, l’apparente complessità della sceneggiatura contribuisce ad aumentare vertiginosamente. Tra salti indietro nel tempo, improvvisi ritorni al presente, intrecci di personaggi, passaggi da una Shanghai “pre-seconda guerra mondiale” a una Shanghai del terzo millennio, l’opera di Stanley Kwan finisce per incartarsi in un testa-coda spazio- temporale inutile e ridondante che crea un’insopportabile effetto ripetizione.
L’impostazione da “quasi musical” rende artificiosa l’architettura della vicenda e allude a un genere preciso della storia del cinema senza però esserne propriamente parte.

Si tratta, in definitiva, di un lungometraggio che vorrebbe essere moderno, che aspirerebbe mescolare i generi e comunicare attraverso una sensazione di leggerezza che a nostro avviso è solo una mancanza reale e macroscopica di sostanza cinematografica.
L’ultima inquadratura fa emergere all’ennesima potenza la vacuità di cui abbiamo parlato e chiude una pellicola che certamente non occupa un posto significativo nel pur interessante panorama filmico cinese.

©CultFrame 09/2010


TRAMA

Shanghai. 2009. Alcuni ragazzi cinesi studiano in una prestigiosa accademia di recitazione e danza. Devono preparare lo spettacolo con il quale si diplomeranno. Il tutto davanti a un pubblico che attende con ansia la loro perfomance. La preparazione dell’evento sarà un’importante esperienza di crescita artistica e umana per l’intero gruppo, esperienza messa in parallelo con quella vissuta più di sessanta anni prima da un’altra compagnia teatrale.

CREDITI
Titolo: Yong xin tiao / Titolo internazionale: Showtime /Regia: Stanley Kwan / Sceneggiatura: Jimmy Nigai /Christhoper Doyle / Montaggio: William Chang, Chan Chi Way / Scenografia: William Chang, Lan Bin / Musiche: Yoyo Yiu / Interpreti: Studenti dell’Accademia Teatrale di Shanghai, Studenti del Conservatorio di Shanghai / Produzione: Shanghai Film Group, 3 Will Kingdom, Shanghai Starlight Culture Media / Origine: Cina, Hong Kong / Anno: 2010 / Durata: 100 minuti

LINK
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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