Norwegian Wood. Un film di Tran Anh Hung. 67a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

anh_hung_tran-norwegian_woodÈ molto difficile raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta in modo realmente toccante e senza inutili patetismi. Allo stesso tempo, è estremamente complicato cercare di tradurre in immagini il senso, per nulla svenevole, delle sofferenze d’amore. Ancora più complesso è addentrarsi nel labirinto della condizione umana e nelle pieghe del dolore privato di chi tenta disperatamente di diventare adulto e di dare un significato a un’esistenza che significato non ha.
Tenta di fare tutto ciò, il cineasta (nato nel ex Regno del Laos) Tran Anh Hung, con un film di raro equilibrio ed eleganza. L’opera si intitola Norwegian Wood ed è tratta dal romanzo omonimo di Haruki Murakami.
Il protagonista, un giovane solitario e appassionato di libri, si inoltra in un percorso esistenziale ricco di insidie e sofferenze, consapevole di non poter sfuggire alla sua condizione e al suo destino. Amori terribilmente angosciosi ma anche impossibili da evitare, attrazioni e pulsioni erotiche nascoste e ricche di sfumature, la vita quotidiana, la solitudine, il disagio psichico e il desiderio di una vita normale, la malattia e la morte, il suicidio.

Quello dipinto da Tran Anh Hung è il tragico e insensato baraccone della vita visto attraverso lo sguardo di un ragazzo, certamente non convenzionale, che intende portare avanti le proprie relazioni senza inseguire la vacuità di un’esistenza senza domande e senza responsabilità nei riguardi delle persone che si amano.
Unico vero difetto del film è una lunghezza forse eccessiva (la durata è di 133 minuti).
A parte ciò Norwegian Wood è un lungometraggio di indubbio spessore registico e stilistico che trova nella visione estetica del suo autore un’architettura espressiva di grande pregio.
L’estetica di Tran Anh Hung non ha comunque nulla a che fare con un’impostazione “leccata” e patinata delle immagini, ha invece a che vedere con quella “percezione del sentimento” che è rintracciabile in tutte quelle opere visuali (cinema, fotografia, video) che non sono impostate secondo un’organizzazione superficiale e prevedibile degli elementi linguistici su cui sono basate.  In sostanza, l’autore non insegue “il bello” e non cerca banalmente “il raffinato” ma produce nello spettatore sensazioni profonde, devastanti, grazie all’evidente e straniante densità espressiva delle sue inquadrature e dei suoi fluidi e morbidi movimenti di macchina, fattori questi ultimi per nulla utilizzati in modo freddo e tecnicistico.

© CultFrame 09/2010


TRAMA

Toru Watanabe è uno studente giapponese che va a Tokio a studiare, ma anche a lavorare. La sua è una vita solitaria: studio, libri e dormitorio. Un giorno di innamora di Naoko, una ragazza che ha una grave sofferenza psichica e che alcuni anni prima era la ragazza del suo migliore amico, morto suicida. Dopo qualche tempo Watanabe incontra Midori, fanciulla delicata e soave di cui si innamorerà perdutamente. Il loro amore però potrà iniziare solo dopo la morte di Naoko.

CREDITI
Titolo: Norwegian Wood / Regia:  Tran Anh Hung / Sceneggiatura: Tran Anh Hung. Tratto dal romanzo omonimo di  Haruki Murakami / Fotografia: Mark Lee Ping Bin / Montaggio: Mario Battistel / Scenografia: Yen Khe Luguera, Norifumi Ataka / Musiche: Jonny Greewood / Interpreti: Kenichi Matsyama. Rinko Kikuchi, Kiko Mizuhara / Produzione: Shinji Ogawa, Masso Teshima, Chihiro Kaneyama / Origine: Giappone, 2010 / Durata: 133 minuti

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Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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