Babyteeth ⋅ Un film di Shannon Murphy ⋅ 76. Biennale Cinema di Venezia ⋅ Concorso

A partire dal testo teatrale del 2012 di Rita Kalnejais e da una storia le cui premesse e il cui sviluppo sembravano sulla carta alquanto scontati, la regista australiana Shannon Murphy – autrice di alcune serie televisive dopo avere a sua volta lavorato a lungo in teatro – è riuscita a realizzare un primo lungometraggio meritevole da essere selezionato nel Concorso della Mostra di Venezia 2019. Il testo originale, ascrivibile al genere non proprio inedito del coming of age di una ragazza che vive la sua adolescenza sotto minaccia di un male incurabile, poteva garantire una sceneggiatura pressoché perfetta ma ciò non basta di per sé a raggiungere questo traguardo, al di là di ogni valutazione sulla necessità di “quote rose” nel concorso veneziano. A cosa si deve allora la riuscita del film?

A conti fatti, bisogna riconoscere alla trasposizione cinematografica diretta da Murphy d’aver saputo trarre il meglio da tutto quanto la produzione (sostenuta da Jan Chapman, storica produttrice di Jane Campion) le ha messo a disposizione, grazie a un cast particolarmente affiatato e a una regia che sottolinea con verve e continui cambi di ritmo il decorso della impossibile infatuazione della teenager Milla per il malandrino Moses e quello della malattia di lei.

Quanto agli attori, la protagonista Eliza Scanlen – già nel cast della serie HBO Sharp Objects accanto ad Amy Adams e Patricia Clarkson e a breve in quello stellare della nuova versione di Piccole donne firmata da Greta Gerwig – incarna in modo convincente gli sbalzi d’umore e le alterne condizioni di salute del suo personaggio che nella prima parte del film, quella più leggera, ammicca anche un paio di volte alla macchina da presa cercando forse una solidarietà con noi spettatori in momenti in cui la ragazza trasgredisce le norme imposte a chi ha la sua età e le sue patologie sottraendosi allo sguardo dei genitori. Questi ultimi sono interpretati con esuberanza a tratti autenticamente comica da Ben Mendelsohn ed Essie Davis, due star australiane con una solida carriera internazionale, Hollywood compresa, a cui si affianca il giovane ed efficace Toby Wallace nella parte di Moses.

Shannon Murphy

Dal punto di vista registico, ogni elemento (a partire dalle didascalie che scandiscono il racconto come una serie di contrappunti ironici, fino ai costumi, ai cambi di look di Milla, etc.) concorre a sottolineare ciò che di umoristico può esserci nel dramma e viceversa, favorendo continui scambi di ruoli, tra la malata, il drogato e i cosiddetti sani (in realtà imbottiti farmaci e tranquillanti), tra figli e genitori. Una segnalazione specifica merita la colonna sonora di un film che ha per tema anche la musica (Milla studia il violino, sua madre ha abbandonato la carriera da concertista per crescerla) e si smarca dal teen movie anche attraverso scelte non scontate quali per esempio la versione strumentale di Golden Brown degli Stranglers eseguita al violino, che accompagna in apertura e verso il finale le sequenze che motivano il titolo del film.

Babyteeth non sarà certo uno di quei capolavori che lasciano il segno nella storia del cinema, ma nel genere “bittersweet” (come dicono gli anglosassoni) è un prodotto curato che riesce a raggiungere l’obiettivo di divertire e commuovere una parte del pubblico che avrà occasione di incontrarlo.

© CultFrame 09/2019

TRAMA
La teenager Milla è affetta da una grave malattia ma l’incontro con il ventitreenne Moses, tossico dedito al piccolo spaccio, le regala nuove emozioni e sembra ridarle una ragione di vivere.

CREDITI
Titolo: Babyteeth / Regia: Shannon Murphy / Sceneggiatura: Rita Kalnejais / Montaggio: Steve Evans / Fotografia: Andrew Commis Acs / Scenografia:  / Musica: Amanda Brown / Interpreti: Eliza Scanlen, Toby Wallace, Emily Barclay, Eugene Gilfedder / Paese: Australia 2019 / Durata: 117 minuti

SUL WEB
Filmografia di Shannon Murphy
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

 

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