Le Bureau – Sotto copertura, ovvero la forza del destino ⋅ Stagioni 2 e 3

Eric Rochant è già al lavoro per la realizzazione della stagione quattro. E in tal senso si annuncia l’ingresso nel cast di un altro, ennesimo, significativo interprete francese: Mathieu Amalric. Sì, perché se sarà doveroso nel corso di questo articolo parlare delle straordinarie doti di sceneggiatore e regista di Rochant, è altrettanto necessario affermare come buona parte del merito relativo alla quasi perfezione delle stagioni 2 e 3 de Le bureau – Sotto copertura, deve essere attribuito al valore oggettivo dei componenti di un cast (e comunque li ha scelti proprio Rochant) che non ha nessun punto debole.

Mathieu Kassovitz, nel ruolo molto complicato dell’agente della DGSE (Servizio di Intelligence all’estero della Francia) Guillaume Debailly, riesce a fornire al suo personaggio, cinico e lucido, un raffinato tono malinconico e introspettivo, Sara Giraudeau, nei panni dell’infiltrata sotto copertura (prima a Teheran e poi a Baku) Marina Loiseau delinea una figura femminile allo stesso tempo estremamente fragile e determinata, delicata e ostinata, Jean-Pierre Daroussin sostiene con rara finezza di recitazione, ironia ed eleganza la parte di Henry Duflot, capo del Dipartimento infiltrati della DGSE, Florence Loiret Caille è invece la ruvida e severa, ma in verità molto sensibile e affettuosa, Marie-Jeanne Duthilleul, fidato referente di alcuni agenti sotto copertura infiltrati in territori nemici, Gilles Cohen interpreta il personaggio di Marc Lauré, colonnello e direttore del Servizio Informazioni della DGSE, figura apparentemente gelida e distaccata ma in realtà profondamente legata ai suoi agenti sul campo e ai suoi più stretti collaboratori.

Eric Rochant

Si tratta di figure emblematiche che in particolar modo nelle stagioni 2 e 3 de Le bureau – Sotto copertura sono venute fuori con grande nitidezza, divenendo i cardini di una struttura narrativa di portentoso equilibrio, di cristallina intelligenza, mai prevedibile e mai vittima dei cliché della categoria spy-story. Il merito di tutto ciò, va ovviamente a Eric Rochant che ha confermato di essere un autentico maestro del genere, proprio perché fuori dai codici del genere stesso. Nelle due ultime serie de Le Bureau (appena mandate in onda in Italia da Sky Atlantic), la grande rarefazione del racconto e dei dialoghi, la non convenzionalità delle situazioni, la pulizia della regia hanno raggiunto livelli di bilanciamento molto alti.

Eric Rochant

L’aspetto che più convince di questa operazione è la connessione tra realtà inimmaginabile e azione dei personaggi, tra ricerca della verità e istanze di giustizia. Tutti i fatti sono decisamente plausibili e tutti i personaggi sono assolutamente credibili, proprio perché ordinari, confusi, insicuri, bisognosi di attenzione ma allo stesso tempo capaci di improvvise impennate di genialità, di audacia e di coraggio. E anche quando il rischio banalità sembra palesarsi inevitabilmente, come capita praticamente in ogni spy-story, ecco che Eric Rochant finisce per spiazzare lo spettatore togliendo di mezzo il concetto di azione. Così, gli avvenimenti tragici che sembrano gonfiarsi fino alla loro definitiva e iperbolica esplosione con una acuta trovata di sceneggiatura si smaterializzano improvvisamente annunciando nuove insospettabili realtà.

Nella stagione 3, ad esempio, viene costruita con inusitata abilità uno scontro crescente tra la DGSE e il Mossad (servizi egreti israeliani). Ebbene, quando tutto sembra concludersi con la solita scena d’azione tipica delle spy-stories più scontate, Rochant compie uno scarto incredibile disinnescando la tensione con uno stratagemma narrativo che viene tradotto in immagini in una magnifica sequenza in cui tutto si evolve in sottrazione spazzando via l’idea del conflitto tra i due servizi segreti e aprendo il racconto a quella che sarà invece un’imprevedibile collaborazione tra le due agenzie di spionaggio.

Eric Rochant

L’elemento appena esposto è, di fatto, un pilastro della narrazione concepita da Rochant, narrazione che non spinge mai lo spettatore tra le braccia dell’ovvio e che viene edificata sempre attraverso immagini di perfetta compostezza formale. Anche le implicazioni di carattere geopolotico sono trattate con evidente circospezione; ogni paese, ogni servizio segreto, sembra avere la sua dignità (a parte l’ISIS) nella consapevolezza che il concetto di interesse nazionale vada guardato e analizzato da vari punti di vista.

Resta il fatto, comunque, che gli agenti e gli ufficiali della DGSE finiscono per costituire una rete di relazioni profonde e intense, seppur mai esplicitate direttamente e mai in grado di sconvolgere le loro convinzioni e i loro comportamenti professionali. Solo Guillaume Debailly non reggerà emotivamente il peso dell’amore provato verso la bellissima siriana Nadia El-Mansour (Zineb Triki), ma sarà proprio questa sua debolezza a fornigli una statura morale di enorme spessore, un’umanità che finirà per superare la forza del senso del dovere e che renderà inevitabile il palesarsi di un destino a cui non si può sfuggire.

© CultFrame 04/2018


CREDITI

Titolo: Le bureau – Sotto copertura / Titolo originale: Le Bureau des legendes / Stagioni: 2 (episodi 10) e 3 (episodi 10) / Ideazione, produzione, sceneggiatura e regia: Eric Rochant / Musiche: Robin Coudert / Interpreti: Mathieu Kassovitz, Sara Giraudeau, Jean-Pierre Daroussin, Florence Loiret Caille, Gilles Cohen, Zineb Triki / Casa di produzione: Federation Entertainment, The Oligarchs Productions / Anno: 2015 – 2017 / Origine: Francia

SUL WEB
Filmografia di Eric Rochant
Il sito della serie Tv Le Bureau des légendes

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