Yocho (Foreboding). Un film di Kiyoshi Kurosawa. 68° Berlinale. Panorama Special

Kiyochi KurosawaI film di genere thriller/horror fantastico si possono sommariamente dividere in due categorie: quelli in cui il perturbante si materializza sullo schermo, sovente con ampio uso di effetti speciali, e quelli in cui rimane fuori campo o si incarna in persone e oggetti del nostro quotidiano. Il cinema nipponico ha esplorato ampiamente entrambe le tipologie ma Kiyoshi Kurosawa è senz’altro il maestro della seconda, da più di due decenni.

La capacità del regista di rimanere un autore riconoscibile si fonda, da un lato, sulla sua sicurezza formale e, dall’altro, su di un’indubbia abilità nel concepire o raccogliere da soggetti altrui variazioni pressoché infinite sui temi di suo interesse, raccontando nei “film di fantasmi” le ricadute che un passato irrisolto può avere nel presente e nei film più fantascientifici le paure più diffuse del nostro tempo.

Il primo aspetto è evidente, ancora una volta, fin dalla prima inquadratura di Yocho (Foreboding), che si apre con il ritorno a casa della protagonista Etsuko, incorniciata nel suo pianerottolo, con sullo sfondo una grata che separa l’interno e l’esterno, e poi nella serie plurima di quadri nel quadro creati da mobili, tende e finestre nell’appartamento in cui la ragazza entra. Nel seguito, si conferma la perizia consueta di Kurosawa nell’uso della profondità di campo. Uno studio comparato degli storyboard delle sue opere darebbe risultati sicuramente interessanti.

Quanto all’aspetto tematico, Yocho (Foreboding) è un caso ancor più particolare perché è tratto dal testo teatrale di Tomohiro Maekawa da cui Kurosawa aveva attinto anche per il lungo presentato all’ultimo festival di Cannes, Before We Vanish (2017), in questo caso co-sceneggiato dal regista stesso con Hiroshi Takahashi (sceneggiatore del cult-movie Ringu e anch’egli regista) e prodotto sia come un film autonomo di 140 minuti sia come una miniserie di cinque episodi da 28 minuti ciascuno.

Kiyochi Kurosawa

Il lungometraggio è comunque un’opera perfettamente compiuta che, nonostante non manchino piccoli scarti e voluti soprappensieri stranianti, convince proprio per la nettezza con cui individua i sintomi del malessere dell’umanità contemporanea. Come il suo gemello Before We Vanish, anche qui gli alieni stanno preparandosi a invadere la terra rubando dalla mente degli umani interi “concetti” (valori sociali quali “famiglia” o emozioni come la “paura di morire”) e lasciando così i malcapitati, deprivati di questi, ridotti a esseri umani monchi di una parte di loro stessi e preda delle angosce maggiori nelle società avanzate odierne, amnesie e altre patologie neurologiche.

Non mancano inoltre le sindromi muscolo-scheletriche oggi pervasive nei super-lavoratori cognitivi precari, di cui soffrono gli umani-guida cui ciascun alieno si appoggia per individuare concetti da accaparrarsi e vittime a cui sottrarli. La figura della guida è forse la più interessante tra quelle disegnate da Maekawa e Kurosawa, perché legato da una sorta di servitù volontaria con l’alieno che l’elegge ad aiutante, una servitù dovuta all’ammirazione per il potere da cui potrà liberarsi solo uccidendo. Ma può riuscire a far ciò, solo una persona immune a tale influenza… come dire, che l’alienazione è dentro di noi (e non solo in Giappone), solo a pochi tra gli umani può riuscire l’ardua impresa di combatterla.

© CultFrame 02/2018

TRAMA
Etsuko avverte qualcosa di strano nel comportamento del marito, poi in quello del proprio titolare e di una compagna di lavoro: quando anche nel cielo si verificano strani fenomeni atmosferici e il marito le chiede cosa farebbe se sapesse che il mondo sta per finire, la ragazza non può che convincersi di dover scoprire che cosa sta accadendo.

CREDITI
Titolo internazionale: Foreboding / Titolo originale: Yocho / Regia: Kiyoshi Kurosawa / Sceneggiatura: Hiroshi Takahashi e Kiyoshi Kurosawa dal testo di Tomohiro Maekawa / Fotografia: Akiko Ashizawa / Montaggio: Kôichi Takahashi / Musica: Yûsuke Hayashi / Interpreti: Kaho, Shota Sometani, Masahiro Higashide, Ren Osugi / Produzione: Wowow / Giappone, 2017 / Durata: 140 minuti

SUL WEB
Filmografia di Kiyoshi Kurosawa
CULTFRAME. Berlinale 2018 – Il programma
Berlinale – Il sito

 

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