Instant Stories. Le polaroid di Wim Wenders in mostra a Londra

New York Parade, 1972 © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation
New York Parade, 1972 © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation
New York Parade, 1972 © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation

Tra il 1973 e il 1983, mentre decollava la sua carriera di cineasta, Wim Wenders scattava polaroid. Lo faceva mentre era impegnato a dirigere i suoi film, perche le istantanee erano un mezzo immediato ed economico, che gli serviva per fissare idee e inquadrare scene. Dall’iniziale esigenza di scattare foto sul set, Wenders era passato ben presto ad immortalare luoghi e tempi di transizione: viaggi in aereo, spostamenti in auto, viste dai grattacieli, film in tv, camere di hotel, pasti “esotici’ consumati in caffè e ristoranti, il tutto costellato da volti amici, anonimi passanti, autoritratti allo specchio. Questo scattare senza posa, sull’onda emotiva o seguendo l’ispirazione del momento, ha dato vita, inconsapevolmente e in modo spensierato, a uno speciale diario visivo.

Wim Wenders ritiene di aver scattato oltre 12.000 Polaroid, ma, nel suo archivio personale, ne rimangono solo 3.500, perché, nel tempo, le ha date via. Così come la sua macchina fotografica Polaroid, che, una volta dismessa, è stata regalata all’amica Patti Smith. Le pellicole a sviluppo istantaneo avevano aiutato il regista nelle fasi di realizzazione di film come Alice nelle città (1974) e L’amico americano (1977); tuttavia, non hanno mai costituito un fine, un obiettivo artistico; la visione personale di Wenders risiedeva altrove, le polaroid erano un mezzo usa e getta. A distanza di anni, però, queste immagini hanno assunto il valore di storie, testimonianze di momenti, costruzione di esperienze.

Sydney © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation
Sydney © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation

Alla Photographers’ Gallery di Londra la mostra Instant Stories raccoglie oltre 200 polaroid scattate da Wim Wenders, raggruppate per temi evocativi, ed incorniciate con gusto e sensibilità. La mostra include anche una selezione di estratti dei film del regista tedesco, in particolare quelli che costituiscono una riflessione sugli aspetti vitali della fotografia nell’ambito narrativo, come ad esempio l’uso della Polaroid da parte del reporter di Alice nelle città.

Nel contesto della galleria, le foto di Wenders non vengono sublimate, ma conservano il loro aspetto materico ed evocativo, con le lucide superfici dai colori sbiaditi, vagamente irreali, marcate da stropicciature, macchie, sfocature, segni. La sfida è stata proprio quella di selezionare le foto, decidere come esporle, servirsene come speciali finestre sul mondo e sul passato. In questo i curatori hanno svolto un ruolo di facilitatori, mentre Wenders ha arrangiato gli istanti fissati dalla Polaroid, una delle più semplici tecnologie visive, che negli anni lo aveva aiutato a creare uno speciale taccuino, in cui fissare momenti effimeri del proprio percorso professionale, ma anche, e soprattutto, immortalare i viaggi, sia fisici che esistenziali.

Heinz, 1973 © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation
Heinz, 1973 © Wim Wenders Courtesy Wim Wenders Foundation

Queste memorie istantanee, nate da uno scatto unico, fatto di concentrazione e pura presenza, vanno al di là del semplice diario impressionistico, si sublimano in una forma di permanenza, che rifiuta la standardizzazione e il consumo. Wim Wenders, che non si è mai pensato fotografo, considera le sue polaroid come uno strumento del passato, in cui l’atto di guardare possedeva una valenza diversa da come lo si concepisce oggi. L’immagine istantanea era unica, scaturiva da una macchina fotografica dalla messa a fuoco difficile, se non impossibile, e nasceva limitata, costretta in una cornice bianca, sottoposta ai procedimenti chimici e del caso. Ad ogni modo, era la materializzazione di un momento irripetibile, e, per il semplice fatto di essere esclusiva, possedeva una sua preziosità.

In un mondo digitalizzato come quello odierno, in cui l’immagine è privata della sua materialità ed è ormai economica, accessibile a tutti, creata e consumata universalmente, le polaroid di Wenders rappresentano una forma di permanenza, le vestigia di un modus vivendi che non può più tornare, l’elegia di un’età dell’innocenza.

© CultFrame 01/2018

INFORMAZIONI
Instant Stories. Wim Wenders’ Polaroids
Dal 20 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018
The Photographers Gallery / 16-18 Ramillies Street, Londra / Telefono: +44(0)2070879300
Orario: lunedì – sabato 10.00 – 18.00 / giovedì 10.00 – 20.00 / domenica 11.30 – 18.00 / Ingresso libero

SUL WEB
The Photographers’ Gallery, Londra

 

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