Le immagini di Flore nel libro Ricordi lontani | Scritti di Marguerite Duras

© Flore. Da “Ricordi lontani”

Ritorno a occuparmi dell’opera fotografica di Flore, dopo aver scritto oltre due anni fa un articolo su un suo precedente libro: Une femme française en Orient (Postcart Edizioni, 2014). L’occasione me la fornisce un nuovo lavoro editoriale dell’artista franco-spagnola, edito in Italia ancora una volta da Postcart: Ricordi lontani – Scritti di Marguerite Duras.

Insisto a interessarmi all’evoluzione creativa di quest’autrice poiché il suo sguardo rappresenta, in modo inequivocabile, una modalità espressiva che fuoriesce (per fortuna) da ogni sterile catalogazione. Ancor di più: Flore opera nel territorio della lingua fotografica ma innesta sul “suolo” della fotografia innumerevoli elementi che trasformano le sue opere in piccole, sublimi, riflessioni poetiche.

Flore
© Flore. Da “Ricordi lontani”

  Le immagini che fanno parte di Ricordi Lontani – Scritti di Marguerite Duras non si susseguono seguendo uno sviluppo prevedibile, non rappresentano una qualche realtà che deriva solo dall’esperienza causata dalla percezione. In sostanza Flore, non opera solo nel campo dell’estetica (cosa che già da sola sarebbe più che significativa). L’artista edifica un’architettura visuale che scaturisce anche dai concetti di memoria ed evocazione e ciò si evince proprio dalla struttura delle inquadrature, dai fattori in campo e dalla luce che caratterizza ogni composizione.

Paesaggi che non comunicano un’idea ordinaria di armonia e bellezza, luoghi misteriosi ed enigmatici, strade che non portano in nessuna direzione, case immerse in una natura non organizzata. Questa tipologia di immagini, connessa ad ambientazioni tipiche dell’area indocinese, è miscelata a inquadrature di interni che si manifestano come spazi della sospensione del senso, zone dalla valenza onirica, per certi versi astratta. L’apparizione dell’elemento umano non è mai ovvia e non prevede la banalità del ritratto ambientato: una fanciulla con un gonna a quadri che gioca (e di cui non vediamo il volto), dei delicati piedi femminili e delle gambe muliebri distese morbidamente su un letto. Infine, una ragazza ripresa di spalle in campo lungo mentre, ferma su un pontile, guarda uno specchio d’acqua.

Flore
© Flore. Da “Ricordi lontani”

La dimensione elegiaca di queste opere emerge da un’assenza di nitidezza che allude alla dimensione inafferrabile del pensiero e del ricordo, ma anche da una sorta di “sana” distanza dello sguardo che non è mai predatorio, aggressivo e destinato a raffigurare il mondo in maniera para-oggettiva e da una varietà di punti di vista che trasformano l’inseguirsi delle immagini in un autentico film dell’animo, racconto interiore privo di una direzione univoca che si diffonde, come avrebbero detto Gilles Deleuze e Felix Guattari, in maniera rizomatica.

Ad aggiungere valore espressivo e concettuale a questi lavori, il legame con alcuni estratti di testi di Marguerite Duras come Una diga sul Pacifico, L’amante, L’Eden Cinéma e L’amante della China del Nord. Si tratta di brevi frasi connesse alle immagini che però non vivono nell’ambito di nessi di tipo descrittivo o didascalico. La correlazione tra testo scritto e visione fotografica avviene su un piano evocativo che genera un circuito virtuoso denso di sfumature e possibili libere interpretazioni (tutte di pari dignità). In tal senso, si tratta di uno degli esperimenti di connessione tra parola e immagine più significativi degli ultimi anni (nel campo delle arti visive tecnologiche).

© Flore. Da Ricordi lontani
© Flore. Da “Ricordi lontani”

In chiusura, una notazione riguardante l’eleganza dell’oggetto libro in sé. Ricordi lontani, anche grazie alla sua struttura costituita da pagine intonse e dall’alternanza mai prevedibile tra scrittura e fotografia, è un “prodotto” di rara raffinatezza la cui parte concretamente editoriale, o per meglio dire tattile, è perfettamente in sintonia con la natura artistica dell’opera visuale di Flore. Quest’ultima si è di nuovo mostrata, con questo suo libro, come uno dei pochi autentici “alieni” del panorama della fotografia europea, una sorta di meraviglioso e lirico “fantasma” dello sguardo che veleggia, fortunatamente, fuori dalla fotografia (nella sua accezione asfittica) e dai suoi codici e che rivela misteriosamente l’abisso della memoria e lo attualizza in una dimensione creativa del tutto personale.

© CultFrame – Punto di Svista 04/2017

CREDITI
Titolo: Ricordi lontani / Sottotitolo: Scritti di Marguerite Duras / Autore: Flore / Prefazione: Laura Adler / Testi: Marguerite Duras / Editore: Postcart Edizioni / Anno: 2016 / ISBN: 788898391431

SUL WEB
Il sito di Flore
Postcart Edizioni

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