Sguardi verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno a Reggio Calabria. Fotografi contemporanei italiani in mostra a Roma

© Andrea Botto. Dal progetto KABOOM – demolizione controllata del Viadotto Caffaro Lauria, Potenza 2015. Courtesy l’autore
© Andrea Botto. Dal progetto KABOOM - demolizione controllata del Viadotto Caffaro Lauria, Potenza 2015. Courtesy l'autore
© Andrea Botto. Dal progetto KABOOM – demolizione controllata del Viadotto Caffaro Lauria, Potenza 2015. Courtesy l’autore

È sempre molto complicato confrontarsi con lo spazio, in qualsiasi modo ci si voglia approcciare ad esso: è complicato viverlo, così come è complicato organizzarlo in modo da renderlo vivibile. È, quest’ultima, un’esigenza umana da cui non si può prescindere: per poter vivere è necessario costruire ripari, limitare spazi troppo ampi, creare collegamenti tra luoghi lontani. Un’esigenza che abbiamo innata, che tendiamo a dare per scontata, ma che in realtà nasconde enormi sforzi dell’ingegno umano.

Altrettanto difficile è riuscire a mettere in evidenza tale complessità attraverso le immagini, andando a ricercare le relazioni che intercorrono tra quanto costruiamo nello spazio e lo spazio stesso, senza tralasciare le ulteriori relazioni tra coloro che questo spazio lo vivono e lo frequentano abitualmente.

È questa la sensazione che si percepisce visitando la mostra dal titolo Verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno a Reggio Calabria, a cura di Emilia Giorgi e Antonio Ottomanelli, ospitata nelle sale di Palazzo Poli a Roma, sede dell’Istituto Centrale per la Grafica. L’esposizione raccoglie i risultati di un’articolata campagna fotografica condotta da più autori che nei loro personali percorsi artistici sono soliti misurarsi con il tema del paesaggio: Andrea Botto, Gaia Cambiaggi, Martin Errichiello e Filippo Menichetti, Marco Introini, Allegra Martin, Maurizio Montagna, Armando Perna, Filippo Romano, Marcello Ruvidotti, Francesco Stelitano, Giulia Ticozzi.

© Filippo Romano. ss106 Jonica, 2015. Courtesy l'autore
© Filippo Romano. ss106 Jonica, 2015. Courtesy l’autore

In questo ampio progetto i loro differenti sguardi sono tenuti insieme da un filo che li ha condotti in un viaggio attraverso tre regioni del sud Italia, Campania, Basilicata e Calabria, seguendo il percorso della A3 Salerno-Reggio Calabria, un’importante arteria stradale che nel corso del tempo ha scritto svariate pagine di storia nazionale e che, in questo caso, diventa pretesto per indagare le zone da essa attraversate. Un territorio complesso, fatto di luoghi più o meno conosciuti, spesso del tutto dimenticati o nascosti dall’ombra dei riflettori che solitamente sono puntati sulle vicende che accompagnano la storia dell’autostrada.

Ogni autore, con il suo personale punto di vista e con la propria poetica, ha aggiunto un tassello ad un quadro d’insieme in cui convergono le peculiarità dei luoghi, colte con occhi attenti e profondi. Il percorso fotografico è affrontato senza dare giudizi, accettando quello che di volta in volta si offre allo sguardo. Il paesaggio che ci viene restituito appare coerente nelle sue forti contraddizioni.

Un territorio che nel tempo è stato costantemente messo a dura prova da piccole e grandi trasformazioni, abbandoni, tentativi di ripresa e di nuovo abbandoni. Ognuno di questi mutamenti ha lasciato e continua a lasciare segni che si sovrappongono l’uno sull’altro, apparentemente senza soluzione di continuità, ma che caratterizzano fortemente lo spazio e la vita di chi lo abita. Una stratificazione culturale che corrisponde ad una stratificazione di vissuti.

© Martin Errichiello e Filippo Menichetti. Ultimo tratto dell'A3 all'ingresso di Quartiere Archi, Reggio Calabria, 2015. Courtesy gli autori
© Martin Errichiello e Filippo Menichetti. Ultimo tratto dell’A3 all’ingresso di Quartiere Archi, Reggio Calabria, 2015. Courtesy gli autori

Visioni ravvicinate che attraggono l’osservatore, lo coinvolgono e lo mettono in stretta relazione con un mondo che, ad uno sguardo superficiale potrebbe sembrare dissonante e contraddittorio, ma in cui, a ben guardare, si ritrova una forte coerenza. Emerge la forza e la tenacia degli abitanti che resistono a molteplici avversità; negli sguardi e nei gesti si scorge l’attaccamento alle tradizioni, l’amore per la terra, la volontà di perseverare nonostante tutto. Affiorano i segni di una religiosità vernacolare disseminata ovunque, anche nei luoghi più marginali ed inaspettati, testimonianza di un fervore religioso molto forte, che resiste alle trasformazioni e alla modernità.

L’A3 attraversa tutto questo, attraversa lo spazio e attraversa il tempo. Nelle immagini esposte non mancano i rimandi al passato, alla storia e alla preistoria. Inevitabile è il rapporto con l’archeologia e non potrebbe essere altrimenti, in luoghi tanto intrisi di cultura classica che si affaccia continuamente nel contemporaneo in un dialogo tutt’altro che spento.

© Giulia Ticozzi. Stretto Di Messina Gallico, Reggio Calabria, 2015. Courtesy l'autore
© Giulia Ticozzi. Stretto Di Messina Gallico, Reggio Calabria, 2015. Courtesy l’autore

Alla visione ravvicinata di alcuni autori si contrappongono vedute di più ampio respiro che ci spostano dalla quotidianità dei luoghi e ci mostrano, con tono più distaccato, quel senso di attraversamento dello spazio che la strada porta in sé; ma questo allontanamento ci offre anche ulteriori spunti di riflessioni: andando oltre le immagini, siamo portati a pensare alla nostra condizione umana, apparentemente superiore da riuscire a dominare, con le così dette “grandi opere”, lo spazio naturale che ci circonda, ma in realtà fragile, in un equilibrio assolutamente precario. Opere imponenti che possono sbriciolarsi in pochi attimi con grande fragore, ma quanto più ci si allontana, tanto più svanisce la percezione della loro imponenza e il boato che si disperde nell’aria sembra non scuotere poi così violentemente l’ambiente circostante.

L’allestimento della mostra ci aiuta a considerare le tante sfaccettature di una ricerca su cui gli autori ci invitano a porre attenzione, ci obbliga a guardare in più direzioni, a spostare il nostro sguardo dall’alto al basso, ad avvicinarci e ad allontanarci, cambiando spesso punto di osservazione. A corredo dell’indagine fotografica sono esposti disegni e progetti relativi ai lavori infrastrutturali provenienti dall’archivio Anas, nonché fotografie storiche realizzate in parte dallo Studio Fotografico Vasari. È presente, infine, una sezione dedicata a tre maestri della fotografia italiana, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Mario Cresci, con opere provenienti dalla Collezione di Fotografia del MAXXI Architettura.

© CultFrame – Punto di Svista 12/2016

INFORMAZIONI
Sguardi verso il Mediterraneo. Sezioni del paesaggio da Salerno a Reggio Calabria / A cura di Antonio Ottomanelli ed Emilia Giorgi
Dal 15 dicembre 2016 al 15 febbraio 2017
Palazzo Poli – Istituto centrale della grafica di Roma / via Poli 54, Fontana di Trevi, Roma
Orari: martedì – domenica 14.00 – 19.00 / chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio / Ingresso libero

SUL WEB
Il sito di Andrea Botto
Il sito di Gaia Cambiaggi
Il sito di Filippo Menichetti
Il sito di Francesco Stelitano
Il sito di Filippo Romano
Il sito di Allegra Martin
Il sito di Marco Introini
Il sito della mostra Verso il Mediterraneo

 

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