La verità sta in cielo ⋅ Un film di Roberto Faenza

I film di denuncia hanno un proprio linguaggio, in particolare in Italia dove, pare, ci siano da denunciare molte cose! Roberto Faenza ne ha azzeccato uno come Forza Italia che, insieme a Copkiller, è, secondo l’opinione di chi scrive, il suo film migliore. E nonostante Faenza venga ricordato soprattutto per Jona che visse nella balena, lungometraggio lodevole basato su un tema enorme, crediamo che in quel caso sia stato l’argomento a prendere il sopravvento sulla sostanza cinematografica, che comunque il nostro possiede innegabilmente. La stessa cosa possiamo sostenere anche per la sua ultima fatica La verità sta in cielo, film in cui prende in esame (perché di un esame si tratta) il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. ⋅

Il problema in questo micro-genere di film è il seguente: o riesci a dire qualcosa di nuovo, ma non è il caso del regista di Sostiene Pereira, o, come spesso succede negli USA, si costruisce un robusto film d’azione. A tal proposito, possiamo portare come esempio il recente Deepwater, sul disastro BP in Louisiana, o anche Marco Bellocchio, il quale sul caso Moro con Buongiorno Notte creò un film onirico in cui la verità non contava più di tanto.

Con ciò non vogliamo sostenere che Faenza e la sua produttrice Elda Ferri non si siano impegnati a raccontarci le varie sfaccettature del “mistero” Orlandi. Sono, però, rimasti, come spesso accade a questo regista, sulla soglia della porta, indecisi su quale strada prendere. Forse due giornaliste, nel film, erano troppe per scoprire quel poco che continuiamo a sapere sulla fine di questa ragazza, la Orlandi appunto, dopo trenta anni dalla sua scomparsa. Forse la suspense, che avrebbe potuto essere eventualmente molto elevata, si è parzialmente svuotata a causa della scelta degli interpreti (basti pensare alla scena del falso prete che incontra Maya Sansa).

Roberto Faenza
Riccardo Scamarcio, pur bravo nell’interpretare il mafioso De Pedis, proveniva da un film come Pericle il nero che richiedeva ben altro tipo di ambiguità e forza in rapporto al malavitoso traffichino dell’opera di Fenza. In fondo, non ci preoccupiamo mai della fine di questo personaggio e questo non è un bene per la storia. Maya Sansa parla benissimo l’inglese, ma troppo bene anche l’italiano, per essere veramente una tosta. La Lodovini sembra lì per caso e l’unica che riesce a rendere il suo personaggio credibile è Greta Scarano, una Sabrina Minardi sopra le righe, tanto per ricordarci che stiamo dalla parte della finzione e non del documentario.

Roberto Faenza non riesce a legare tutto in un unico racconto cinematografico e così La verità sta in cielo non spicca mai veramente il volo. La chiesa, di fatto, esce senza macchia, anche se non mancano piccole ambiguità (ma in fondo chi non ce l’ha), “mafia capitale” rimane un piccolo punto interrogativo e i giornalisti (forse questo l’unico momento di verità) passano per fessi e soprattutto per impotenti.

Il film di Roberto Faenza sicuramente alimenterà dibattiti, e già il fratello della Orlandi ha detto che ha molte cose da svelare. Ma allora perché non l’ha fatto con il regista? Porta a porta non ha voluto ospitarlo, ma questo non è necessariamente un male, e Famiglia Cristiana ha invitato (e ciò avviene nel 2016) a non andare a vederlo. Ma tutto ciò, però, riguarda questioni mediatiche non certo l’arte cinematografica. E Roberto Faenza ci ha dimostrato in passato, e in minima parte anche in occasione di questa pellicola, che sarebbe capace di fare molto di più.

© CultFrame 10/2016

TRAMA
Emanuela Orlandi, figlia quindicenne di un messo pontificio, scompare dando inizio a un’indagine che durerà per decenni. Con l’avvento di Mafia Capitale una giornalista di origine italiana si mette sulle sue tracce, contattando la collega che ha raccolto la testimonianza di Sabrina Minardi, ex amante di Enrico “Renatino” De Pedis, secondo la Minardi direttamente coinvolto nella scomparsa della Orlandi. Ma dove si nasconde la verità?


CREDITI

Titolo: La Verità sta in cielo / Regia: Roberto Faenza / Sceneggiatura: Roberto Faenza / Fotografia: Maurizio Calvesi / Montaggio: Massimo Fiocchi / Costumi: Massimo Cantini Parrini / Musiche: Teo Tehardo / Interpreti: Riccardo Scamarcio, Maya Mansa, Valentina Lodovini, Shel Shapiro / Origine: Italia , 2016 / Distribuzione: 01 / Durata: 94 minuti

SU CULTFRAME
I Viceré. Un film di Roberto Faenza di Maurizio G. De Bonis
Silvio Forever. Intervista ai registi Roberto Faenza e Filippo Macelloni di Nikola Roumeliotis

SUL WEB
Filmografia di Roberto Faenza
01 Distribution

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