Le immagini filosofiche di Terrence Malick

La visione di Voyage of Time: Life’s Journey, ultima prova artistica di Terrence Malick (opera presentata in concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia) mi impone un breve ragionamento sulla struttura di questa riflessione filosofico/visuale che, come già ho affermato in altri contesti, solo formalmente si può chiamare film (e tale asserzione ha, per me, un valore più che positivo). Per tale motivo, questo lungo flusso di inquadrature concepito da Malick può essere analizzato al di là della logica linguaggio cinematografico, nel tentativo di cogliere il reale e profondo valore delle immagini che compongono lo scorrere della narrazione.

Malick ha realizzato un vero e proprio saggio filosofico sul rapporto tra genere umano e natura, sul senso dell’evoluzione del Pianeta, sul totale distacco tra l’armonia dell’universo e il caos generato dall’uomo sulla Terra. Le domande sono molte in Voyage of Time: Life’s Journey, a cominciare da quella fondamentale che pronuncia la voce off di Cate Blanchett in riferimento a “madre natura”: cosa amo quando dico che ti amo? Tale quesito potrebbe aprire un’enorme discussione filosofica, sociologica, scientifica, ambientalista, antropologica, religiosa ma in questo caso a noi interessa in particolar modo il valore propriamente fotografico delle inquadrature e della sequenze.

Terrence Malick
Il lungo e sinuoso passaggio da un’immagine a un’altra vive attraverso un’impostazione che collega, nell’ambito di un conflitto di significati, le miserie umane e la cosiddetta bellezza imperscrutabile e meravigliosa della natura. Lasciamo da parte la questione degli effetti speciali e di alcune evidenti manipolazioni digitali (vedi i grandi dinosauri che a un certo punto compaiono nello spazio naturalistico) e concentriamoci sul senso delle visioni di Malick.

Terrence Malick
Le scelte del regista americano, che sembrano aderire perfettamente a un cliché legato alla rappresentazione del “bello in natura” (tipologia di immagine che trionfa nel mondo delle riviste patinate), in verità scaturiscono da una concezione del racconto visivo che possiede due strati: quello del significato (di ogni inquadratura) e quello del puro significante.
Attraverso il livello più superficiale (i significati) Malick cattura lo sguardo dello spettatore: lo ipnotizza, la fa inoltrare idealmente in una dimensione della fruizione in cui, il bello esteriore, il senso quasi mistico del sacro, la ricerca della verità lasciano spazio a un mondo astratto, di forme e colori, che non per forza deve essere spiegato.

Proprio questo sembra essere il motivo profondo della cascata stordente di immagini proposta da Malick: non colpire solo superficialmente il soggetto che guarda, non solo farlo appassionare al mistero della vita, quanto piuttosto inoculargli in modo intelligente il virus del pensiero dubbioso e della riflessione, per fargli mettere a fuoco la pochezza dei comportamenti umani davanti all’enigma di una natura in continua mutazione evolutiva che di fatto, però, è tragicamente indifferente alle patetiche cose umane.

© CultFrame – Punto di Svista 09/2016
Il film Voyage of Time: Life’s Journey è stato presentato alla 73. Biennale Cinema di Venezia
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)


CREDITI

Titolo: Voyage of Time: Life’s Journey / Regia: Terrence Malick / Sceneggiatura: Terrence Malick / Fotografia: Paul Atkins, Mark Deeble, Jörg Wildmer / Montaggio: Rehman Nizar Ali, Keith Fraase, Charlie Lésin / Scenografia: Jack Fisk / Musica: Bach, Beethoven, Haydn, Arvo Pärt / Suono: Joel Dougherty / Effetti speciali: Dan Glass / Narratore: Cate Blanchett / Produzione: Sophisticated Films / Paese: Germany, 2016 / Durata: 90 minuti

SUL WEB
Filmografia di Terrence Malick

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