Professione pericolo ⋅ Un film di Richard Rush

Sappiamo dei film che vengono presentati a Cannes, e addirittura vincono un premio, e poi passano nel dimenticatoio. Per non parlare poi della Mostra del Cinema di Venezia, di Berlino e della miriade di altri minuscoli (e non prendete quest’ultima parola in senso dispregiativo) festival del mondo. Credo, però, di non aver mai sentito dire di un lungometraggio che abbia concorso agli Oscar come miglior film e che abbia fatto la “misera” fine di The Stunt Man di Richard Rush.
Ovviamente, nel 1980 la pellicola, che praticamente ha distrutto la carriera di questo notevole regista, non ha vinto il tanto ambito premio americano ma ha fatto gridare tanti critici eccezionali e non, come François Truffaut (eccezionale), al capolavoro. Addirittura, il regista di Effetto Notte (opera non citata a caso) ha parlato “di una pellicola talmente sopra le righe da risultare elegantemente surreale e soprattutto inclassificabile”. E sappiamo, a quell’epoca “l’inclassificabile” terrorizzava gli studios.

Peter O’ Toole (nella finzione) è un regista tirannico, oserei dire, alla Strohein e ovviamente chiede ai suoi attori e i suoi collaboratori non solo il massimo, di più.  Il personaggio centrale è un giovane stuntman, che si nasconde nella troupe, e che cercando di soddisfare le follie del suo regista rimane implicato in quella fitta ragnatela che è il cinema hollywoodiano, per non uscire (forse) mai più.

Richard Rush, che è tornato poi a parlarci della follia in un triller, ben quattordici anni più tardi (nel 1994) come Il colore della notte con tutt’altro risultato, crea un’allegra sarabanda di effetti speciali con ritmo forsennato, attuando un mix di esistenzialismo e azione che solo certa Hollywood degli anni ’70 riusciva a tenere in un equilibrio così perfetto. The Stunt Man può essere definito uno di quei grandi film sulla paranoia umana che fa sembrare l’esistenza un’illusione senza una meta. E come fa vedere la sua splendida locandina, il suo protagonista (il regista di Peter O’Toole, metà angelo, o se preferite Dio, e metà Diavolo) maneggia i destini dei suoi sudditi senza nessuna pietà.

Era ovvio che una pellicola così che, per dirla con Billy Wilder del Viale del Tramonto, “sputava nel piatto in cui mangiava”, non poteva essere amata da Hollywood, né premiata; e nemmeno permetterle di circolare liberamente.  Infatti, eccoci qui a parlare di The Stunt Man come un film fantasma, più citato che visto, che distrugge gli oliati meccanismi del cinema Hollywoodiano senza mai diventare meta-cinematografico. Il linguaggio adottato da Rush è, infatti, quello del finto film (ovvio, stanno facendo cinema) d’azione. Ma il problema, che poi rimane senza risposta e che ha sconcertato molti, riguarda un dubbio: dove finisce l’illusione e dove (ri)comincia la realtà?

Gli attori giganteggiano: primo tra tutti Peter O’ Toole, candidato all’Oscar, battuto da Robert De Niro per Toro scatenato (eh va bene, ok!), Steve Railsback e una meravigliosa Barbara Hershey. Ma il vero scandalo è stato il riconoscimento al miglior regista: negato all’eclettico Rush premiarono un certo Robert Redford per l’accademico e melenso Gente Comune. Un surplus per il film: la canzone è interpretata da Dusty Springfield.

In Italia, Professione pericolo, questo è il titolo nostrano, sopravvive, per modo di dire, grazie ad un vecchia cassetta vhs quasi introvabile.  In dvd, invece, esistono due versioni oltreoceano della Anchor Bay con il commento del regista e dei protagonisti e un documentario girato dallo stesso Richard Rush sul “making of”, in cui attraverso alcune interviste si svela anche come gli studios abbiano potuto tenere il film lontano dal grande pubblico. Prezioso!

© CultFrame 06/2016


CREDITI

Titolo italiano: Professione pericolo / Titolo originale: The Stunt Man / Regia: Richard Rush / Sceneggiatura: Lawrence B. Marcus, Richard Rush / Montaggio: Caroline Ferriol / Fotografia: Mario Tosi / Interpreti: Peter O’Toole, Steve Railsback, Barbara Hershey, Allen Garfield, Alex Rocco, Sharon Farrell / Produzione: Richard Rush/ Anno: 1980 / Durata (originale): 131 min. / Edizione dvd: Anchor Bay

SUL WEB
Filmografia di Richard Rush

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