Mister Chocolat ⋅ Un film di Roschdy Zem

Il bianco e l’augusto sono, nella tradizione del teatro d’Occidente, due tipologie contrapposte di pagliacci: il primo è dispotico, arrogante e prevaricatore mentre il secondo è maldestro, goffo e stralunato. Metterli in scena insieme, agli inizi del Novecento, sembrava un’idea quantomeno bizzarra che, tuttavia, risultò, per quel duo che entrò nella storia, davvero vincente.

Ispirato alla vita artistica di George Foottit e di Chocolat, una coppia di clown (un bianco e un nero) che riscosse uno strepitoso successo nella Parigi della Belle Époque, il film Mister Chocolat del regista e attore Roschdy Zem (visto, di recente, in Alaska di Cupellini e ne La moglie del cuoco di Anne Le Ny) vuole raccontare non solo la parabola professionale di due artisti circensi ma, soprattutto, il dramma dell’emarginazione in un mondo in cui il concetto di “razza” classifica l’umanità ed esclude una parte di essa.

La vicenda di Chocolat (il cui vero nome era Rafael Padilla), pur sconosciuta ai più, diviene per Zem esemplare per sottolineare come l’intolleranza (e l’ignoranza)– in ogni tempo e in ogni luogo – possa produrre effetti devastanti. Dotato di una straordinaria fisicità e di un talento innato, il clown nero ha infiammato le piste dei circhi dove ha lavorato, passando dal polveroso squallore di esibizioni “da fiera” a prestigiosi luoghi di divertimento, in coppia con il suo compagno George con il quale ha condiviso umiliazioni e successi in un altalenante rapporto di amicizia e sudditanza.

Il regista francese ricostruisce il percorso, soprattutto umano, di due uomini diversissimi eppure complementari, le cui esistenze sono state perennemente segnate da quel contrasto netto – il capace e l’idiota – che sembrava stentasse ad abbandonarli anche fuori dalla scena.

Roschdy Zem

Tra amori e vizi, trionfo e oblio la coppia Foottit e Chocolat (immortalati nella loro performance dai Fratelli Lumière e raffigurati anche da Toulouse-Lautrec) ha vissuto una straordinaria avventura umana di cui è in particolare Chocolat a rappresentarne il simbolo; tuttavia è proprio il carattere edificante della storia di questo duo a risultare il punto più debole del film che, nel momento in cui la narrazione si infrange sul proposito esemplare, mostra le crepe di una sceneggiatura la quale, pur mostrando le buone intenzioni, pecca di una certa ingenuità cedendo a forzature un po’ naïf come quelle sul potere eversivo dell’arte. Ciononostante, a farla da padrone sono le interpretazioni di Omar Sy e James Thierrée; quest’ultimo vero artista circense (la cui madre, Victoria, settima figlia di Charlie Chaplin, ha fondato con Jean-Baptiste Thierrée Le Cirque Bonjour) che, insieme ad un Sy in grado di “ammorbidire” la sua imponente fisicità nell’armonia dei movimenti sghembi del pagliaccio, riesce a rappresentare quel contradditorio groviglio di sentimenti, dall’intesa alla rivalità, dall’amicizia, al confronto rabbioso… ovvero tutto ciò che per quei due artisti ha significato la loro forza e unicità ma anche, probabilmente, la ragione della fine.

Thierrée è un perfetto clown triste capace di infondere al suo personaggio, fuori dalla scena, tutta la mestizia dell’umana solitudine e, in contrasto con il gaudente Rafael, dà vita ad una coppia di opposti dolorosamente indivisibili. Insieme, i due attori, riscattano il precario equilibrio del racconto restituendo verità al “gesto”, inteso come espressione dell’arte mai disgiunta dalla vita.

© CultFrame 04/2016

TRAMA
Dal misero circo di provincia al grande successo a Parigi. Lo straordinario destino del clown Chocolat, il primo artista nero di Francia che, insieme a Foottit, divenne celebre nei ruggenti anni parigini della Belle Époque. La carriera di un duo artistico di raro talento che ha combattuto la discriminazione razziale ma ha anche duramente affrontato le difficoltà e la rivalità di un lavoro di coppia.


CREDITI

Titolo: Mister Chocolat / Titolo originale: Id. /Regia: Roschdy Zem / Sceneggiatura: Cyril Gely / Adattamento: Roschdy Zem e Olivier Gorce da “Chocolat Clown Negre” di Gerard Noiriel / Fotografia: Thomas Letellier / Montaggio: Monica Coleman / Scenografia: Jeremie D. Lignol / Musica: Gabriel Yared / Interpreti: Omar Sy, James Thierrée, Clotilde Hseme, Olivier Gourmet, Frederic Pierrot / Produzione: Mandarin Cinema / Distribuzione: Videa / Francia, 2016 / Durata: 119 minuti

SUL WEB
Filmografia di Roschdy Zem
Videa

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